Andrà tutto bene?

È finita la quarantena delle bugie.
Eccoci qui, nel giorno 3 di aprile dell’anno della pandemia 2020, a rivedere le stesse facce da bugiardi e incompetenti dei nostri cari politicanti.
Politicanti. Non politici. Politici sono coloro che si occupano delle cose dello Stato a tutela del territorio e delle popolazioni. I nostri sono dei politicanti incompetenti che vengono dalla scuola dei “mangia franco a tradimento”, come si dice qui da noi, che hanno scelto quel ruolo per interessi privati. Esclusivamente interessi privati.
Ma a volte la vita fa degli scherzetti. Pupazzi vestiti con giacche e cravatte si ritrovano al posto sbagliato nel momento sbagliato. A guidare un paese nel tempo della pandemia, quella che nessuno ha saputo prevedere e, che non sanno assolutamente fronteggiare.
Chiudere tutti in casa è sembrata da subito una scelta coraggiosa, l’unica possibile per salvarci dal contagio. Benissimo. E abbiamo obbedito, abbiamo partecipato alla raccolta fondi per la Protezione Civile, per gli ospedali, per le attrezzature, per tutto quello che poteva servire in questo momento di così grande difficoltà. Anche se tutto quello che doveva servire, forse avremmo dovuto poterlo trovare già messo a disposizione dallo Stato. Quello a cui noi paghiamo tasse da sempre e questa emergenza è solo adesso. Quindi devono aver fatto male i conti e le magagne vengono fuori.
Ma oggi, a distanza di un mese da quando questa gente si è messa a mezzo busto in televisione elogiando i grandi sacrifici di chi in questa tragedia ci ha rimesso la vita, possiamo dire che loro non ci hanno saputo mettere nemmeno la faccia. Perché le loro facce oggi dovrebbero nasconderle per bene.
Come è possibile che da ogni dove si sentono critiche su questa incompetenza ASSOLUTA che stanno dimostrando, e loro non fanno NULLA, NULLA, per provare a risolvere un qualsivoglia problema pratico di questa popolazione, di NOI che siamo stati messi al bando da tutto e che non abbiamo modo, non solo di capire come risolvere il quotidiano, ma di poter immaginare in che modo affronteremo l’immediato futuro.
Tutti stanno ricordando il gesto del mitico Amato, che di notte prelevò soldi dai conti correnti degli italiani. Di notte. In una notte. Un click e via, prelievo effettuato. Noi adesso, con la gente che chiede l’elemosina e vive di solidarietà, dopo UN MESE, non possiamo, non sapere, ma immaginare che cosa ci spetta, a chi chiederlo, quando lo avremo?
Andate via. Fatelo con i vostri piedi, perché mi piace immaginare, altrimenti, la bella scena di qualcuno che vi prende a calci nel sedere e vi accompagna alla porta.
Non avete fatto un passo indietro su nulla. Non avete rinunciato a nulla, anzi. Qualcuno ha approfittato della grande baraonda per aumentarsi lo stipendio e fare qualche nuova nomina. In quel caso la burocrazia, che paralizza milioni di cittadini, non ve lo ha impedito?
Sindaci che sono stati mandati allo sbaraglio con direttive incomprensibili, come le numerose schede da compilare per uscire o meno, se la passeggiata è vietata o è consentita. Centinaia di pagine per dire “potete uscire o no”. Centinaia di pagine. La protezione civile che si manda comunicati da sola per dire, anzi per dirsi, che i materiali che ha inviato in giro non sono idonei.
Ma sono barzellette? Ma sono scherzi? È la nostra vita. È il nostro futuro, quello dei nostri figli, con cui state giocando.
Smettetela di farci il regalo di far cantare i vip in televisione perché avete sentito che la gente cantava sui balconi. Oggi non canta più nessuno. Oggi cominciamo a gridare.
Vogliamo anche noi, come hanno fatto in tutti i paesi, quelli che noi abbiamo criticato, quelli verso i quali ci siamo vantati di essere stati un esempio, che lo Stato versi degli aiuti. Non li dobbiamo chiedere. Soprattutto perché non ce ne date gli strumenti.
Personalmente sto cercando di richiedere il PIN all’INPS. RICHIEDERE il PIN. Non, fare domande, avanzare diritti su erogazioni etc etc, ma solo una richiesta semplicissima a cui sto dedicando il mio tempo ormai da tre giorni. Ancora senza esito. E qualcuno mi dice che dobbiamo stare tranquilli perché va tutto bene e tutti loro sono belli buoni e bravi.
Io quelli belli buoni e bravi li ho visti nella altre realtà. Li ho visti nelle fabbriche che si sono reinventate per cercare di essere utili; li ho visti nelle persone che si sono offerte volontarie; li ho visti nelle aziende che hanno dedicato giorni e giorni per creare le condizioni per poter permettere ai loro dipendenti, ai loro incaricati, di poter continuare a lavorare e cercare comunque di guadagnare.
E oggi, qualcuno velatamente, qualcuno a chiare lettere, sta chiedendo che questi manager, queste persone competenti, che tutti i giorni sono abituate ad agire e non a rimandare, siano chiamati ad un tavolo di lavoro. Siate almeno umili, brutti pezzi di …. Riconoscete che avete bisogno di aiuto. Riconoscete di non essere capaci di fare nulla, perché i vostri interessi sono indirizzati in ben altre direzioni. Voi avete da sempre tutelato altri interessi. Voi non le conoscete le necessità del popolo. Voi non sapete quali sono i salti mortali che fanno le famiglie per arrivare dignitosamente a fine mese. Voi ignorate!
Voi, i nostri politici, che avete la faccia bianca per i troppi riflettori puntati addosso, vi sbattete da tempo e non avete concluso praticamente nulla.
Ebbene io voglio essere ottimista. Come sempre. In questo momento in cui davvero, non è che abbiamo toccato il fondo ma stiamo scavando ancora oltre con grande energia, forse l’unica cosa buona che deve capitarci è che, come accennavo, queste persone possano scomparire. Giorni fa qualcuno diceva che non era il tempo delle lamentele perché la situazione è troppo drammatica per puntare il dito. Giorni fa. E potevo essere d’accordo perché molti lottavano tra la vita e la morte. Si lottava con la morte. Ma erano i dottori, gli infermieri, chi era “in trincea”, a rischiare la pelle. E per rispetto di quelle persone lì, e di tutti gli altri che si sono giustamente rinchiusi in casa rinunciando a tutto sulla fiducia, i nostri politici cosa hanno fatto? DOPO UN MESE dico. Non lo abbiamo preteso il giorno dopo come qualcuno, oltre i nostri confini pure ha saputo fare, ma loro ancora non sanno che pesci prendere.
Il loro comportamento deve essere la loro condanna politica. Non è il loro mestiere. Se ne devono andare a casa. Qualcuno ieri sera si permetteva di dire che noi non dobbiamo parlare troppo male dell’Europa perché se no l’opinione che diamo non è buona e non ci aiutano. Non possiamo parlare male? E cosa dovremmo dire, grazie, se ci affondano? Più di quanto le hanno già permesso? Dobbiamo stare zitti? Ma state zitti voi fateci il piacere.
Sono imbestialita. Ho ascoltato un imprenditore che immagino sia incazzato forse più di me. E mi auguro che ce ne siano tanti a cui possa davvero nascere un profondo moto di disgusto, di ribellione verso questi personaggi che ci hanno trascinati nel fango e ora cercano pure di farcelo pagare come cioccolata e porcelo davanti come pranzo.
Basta. Che aggiustassero la rotta. Che per una volta pensassero a noi prima che a loro, perché se davvero hanno tanto amore per se stessi, forse a qualcuno potrebbe venir voglia di ricambiare tanta passione.
- Pensieri dalla quarantena (IV settimana)
- La solita storia dentro una storia straordinaria
Io non ti leggo tra queste righe, io ti sento. Sento la tua voce, il tono incredulo, la delusione, l’insofferenza, la passione, e poi, infine, la salvezza di un barlume di speranza nella netta richiesta : che aggiustassero la rotta!
Eh, ci vorrebbe Conrad, il suo senso del dovere e del comando…
Ci vogliono uomini non fantocci alla guida di una nave, gente che sa il dovere, la responsabilità, la capacità.
Gente che forse anche per colpa della mia generazione, illusa dal progresso, non abbiamo saputo formare.
Ho una rabbia esagerata. La certezza che le nostre vite, nelle loro mani, non contano nulla. Ma noi un valore ce lo abbiamo e come. Dobbiamo ricordarcelo