Fogli bianchi …
E’ ipocrisia chiamare una persona per raccontargli che ti senti una merda, che sei stanca, che hai voglia di tagliare quei fili che ti tirano da tutte le parti e sapere nello stesso momento che parlare non ti servirà a niente? Sapere che non dirai tutta la verità e che tutto quello che ti potrà dire non servirà a darti o toglierti l’unica forza che può aiutarti: la tua. E in qualunque direzione io guardi, non vedo altro che me stessa. Non in senso egoistico o egocentrico. Me stessa, solo queste parole mi vengono in mente. E’ qualcosa che sembra strano e opprimente ma che sa allargarsi a dismisura, cancellare confini, permettermi di camminare senza toccare il suolo e guardare dall’alto, ma senza presunzione. Anche perché questa mia condizione mi rende spesso sola. E comunque io rivolti la domanda, comunque io imposti ogni discorso, mi ritrovo su questi fogli bianchi. Un tempo li definivo disponibili, ora non so se subiscono invece violenza. Non possono opporsi, ma possono in realtà intimorirmi. Loro hanno il potere di catturare, imprigionare le onde del mare, le urla silenziose,le lacrime inghiottite…
- La musica nel cuore (film)
- Zafon – Il gioco dell’angelo
Ti “sento” tantissimo in queste righe. Non si tratta di presunzione ma di profonda conoscenza e consapevolezza di sé e di maturità
Questo “sentire” sta diventando difficile. Dovrà trasformarsi…