La casa senza tetto
Qualcuno potrebbe sospettare che si possano fare differenze nella considerazione dei figli. Ad occhi superficiali si potrebbe. Ma non ci fermiamo così in alto.
Dentro le cose esistono altri mondi e un mare di dettagli, di piccole e grandi sfumature che possono determinare grandi differenze.
Io scrivo spesso per mia figlia. Le scrivo molte delle cose che penso e non posso dirle. Le scrivo per dedicarle il tempo che non trascorro con lei. Le scrivo perché lei fa parte dei miei giorni anche se non la vedo.
Ma all’altro figlio? Cosa facciamo insieme? Di lui e per lui scrivo meno, ma gli parlo di più. Posso guardarlo più spesso in viso, posso leggere nel suo disordine, nelle sue risate o nel suo muso lungo.
Ma ora anche il nostro tempo sta diminuendo e quindi mi adeguo, anche se tra di noi c’è un modo diverso, un po’ più intimo di comunicare anche senza parlarci, senza nemmeno vederci.
Noi ci pensiamo, ci conosciamo e ci scopriamo attraverso i libri. Sono decenni che abbiamo creato questo intrigo. Lui chiede a me, io chiedo a lui.
Io leggo e contemporaneamente immagino lui cosa potrebbe trovare in quelle stesse pagine.
Finisco un libro e non vedo l’ora che lo possa leggere anche lui per confrontarci, ma lo leggo anche con la sua mente, con l’acume che sa dimostrare trovando dentro le storie quei riflessi di profonda cultura, di arte, che sono da sempre la sua passione.
Quando poi gli lascio un regalo che non è un pacchetto col fiocchetto, ma un Borges e il suo “Elogio dell’ombra” e rincontrandoci lui mi dice estasiato “Mamma, che bello”, io resto senza parole.
Ripenso alla gioia che ho provato io nel leggere quelle poesie e sentire quel commento mi restituisce degli anni e mi sento come se per la seconda volta riscoprissi un nuovo vecchio tesoro. E aver voglia di rileggerlo ancora, lasciargli pezzetti di carta dentro quelle pagine che mi dicono ancora tanto, per poterne parlare di nuovo.
Ecco, questi sono i pezzi che permettono la costruzione di quegli affetti che non dovranno temere il tempo, né la lontananza, nemmeno gli scontri.
Sono mattoni creati su misura, ognuno diverso dall’altro ma perfettamente incastrati nella costruzione che ha un inizio, ma che non avrà mai fine.
Perché l’amore ogni giorno si nutre di presenza, di silenzi, di parole, di gesti. E tutto questo, verso le persone che ami non può finire mai; così sapremo che la nostra casa esiste, ma in realtà non esisterà mai: sarà solo un recinto senza tetto che ci avvolgerà per sempre, ma lasciandoci assolutamente liberi.
- La magia di sei mesi
- Il tempo che viviamo