La movida del mattino
È molto presto ma c’è già una gran luce. L’aria è frizzante, ti risveglia completamente.
Dovrebbero regnare silenzio e immobilità, perché a quest’ora “gli umani”, “gli invasori”, ancora non hanno preso possesso degli spazi che sono della Terra, ma non è così.
L’orecchio attento coglie tanti rumori leggeri e gli occhi scoprono intimità profonde.
Nell’erba incolta ci sono papaveri, a dare spunti di rosso; uno in particolare ha movimenti flessuosi. Non è il vento a muoverlo, non sarebbe solo lui d’altronde. C’è una strana storia in corso.
Un’ape forse, non se ne vedono più tante, si allontana veloce dalla sua corolla. Lo stelo balbetta, ma subito ritorna e il calice accoglie quella visita che sembra davvero un appuntamento tra innamorati; si inchina ripetutamente, ospita quell’amore con passione, ne accetta le effusioni con un gesto accondiscendente, come l’apparente sottomissione dell’amore, ma che è allo stesso tempo partecipazione.
Tutto dura pochi attimi.
Le ali sono simbolo di libertà, ma non di tradimento. Ci sono tanti papaveri, ma l’insetto torna sempre lì, da quello col calice stretto, quasi a difendersi da altre intrusioni, pronto ad accettare solo quell’unico amore.
Che storia sarà la loro? Intorno corvi volano bassi, cercando tra i semi della terra il nutrimento necessario e sugli alberi piccoli uccellini si salutano col meraviglioso canto che mai disturba, accompagna soltanto. Un amore, tanto amore.
Tra questi esseri non ci sono prepotenze, non ci sono tradimenti, non ci sono appropriazioni, non ci sono violenze. C’è intimità. C’è il piacere, anche nella difficoltà, di accettare un ruolo.
Allargo lo sguardo.
Ovunque il verde, con le sue tante sfumature, mi racconta i momenti diversi e unici che ognuna di quelle piante sta vivendo.
Il pero ha mostrato i suoi ancora piccoli frutti; l’albero di noci, imponente, crea spazio per permettere ai pesanti malli, di crescere. I ciliegi si stanno svuotando, il loro frutto tentatore è quasi passato, mentre i fichi lavorano per addolcire i loro. Gli olivi, di diverse età, aspettano di maturare il liquido prezioso e la vite si arrampica e si aggrappa per arrotondare i saporiti acini.
Nei campi l’insalata si alterna al giallo dei fiori di zucca, agli steli delle cipolline fresche, ai grandi fiori delle patate che permettono di nutrirle sotto la terra scura.
Sono incantata. È il mio spettacolo di ogni mattina, di tutte le mattine in cui permetto ai miei occhi e alle mie orecchie di farmi invitare a questa vita frenetica, ma pacata, a questa gioia del dono nella scomparsa. Quanto è magnifica la Natura nei nostri confronti.
Un brivido mi percorre. È la consapevolezza del pensiero o il fresco del mattino? Ma perché scegliere? Sono entrambi validi motivi. Sono due emozioni che accetto, insieme a tutto il grande regalo che ci viene fatto, continuamente, con la speranza che possa essere compreso. Davvero. Fino in fondo.
Una Natura che non dovrebbe subire tutte le azioni che la stanno soffocando, mentre continua a dirci che vuole solo vivere, per permetterci di vivere.
- I bulli sommersi
- Cloe
Che sorso vitale questi post.
Hai colto la danza della natura, la sua forza, i suoi messaggi, i suoi umori, il suo amore. Questa è poesia!
La natura, la vita, ti offre tutto per essere migliore; se sappiamo guardare, se vogliamo guardare. Ma la poesia è la tua specialità 🙂 Grazie mille, sempre, per la tua attenzione.