La scoperta della morte
Era arrivata spesso, perché tante volte nel corso della mia vita mi aveva tolto persone a cui non credevo di poter rinunciare, ma lo aveva fatto.
Questa signora morte che alcuni invocano, tanti usano e molti temono, l’ho conosciuta anch’io. E ho fatto una scoperta: la morte può rendere liberi.
È molto più facile guardare da lontano. Non lontano dagli occhi, ma dai grovigli di sentimenti e rapporti che costruiamo nel corso della nostra vita. Rapporti d’amore, d’affetto, di convenienza: legami che spesso nascondono il loro reale significato.
Ma la giustizia della morte arriva e a volte ti lascia anche tanto tempo per riflettere e guardare e scoprire.
E quando tutto diventa chiaro agli occhi del cuore, non si può soffrire per quello che lasciamo ed è allora che realizzi la piena libertà, la certezza che non sempre le cose sono quelle che appaiono o quelle che si vogliono far apparire.
Scopro che coloro che mi hanno amata forse mi sono vicini anche se lontani da questo palcoscenico allestito non per un ultimo saluto, ma per una rappresentazione teatrale.
La vita, come gli affetti e di conseguenza la morte, sono momenti del nostro percorso che servono a rendere compiuto un cammino. Da sempre ogni uomo sceglie come farlo, se con sincerità e amore o invidia e cattiveria e rancore. Non servono giudizi umani per tutto questo, ma la certezza che ogni cosa ritornerà al proprio posto.
Da dove siamo partiti ritorneremo, per chiudere quel cerchio che è libertà ma che può essere prigione, come sempre a nostra scelta.
E oggi non mi importa più di consegnare il mio corpo disfatto, stravolto dalle umane vicissitudini, dalle continue falsità che pure mi hanno circondata, dalla prova che chi mi ha amata davvero ha continuato a farlo, anche se da lontano, anche se solo con il cuore e non con una carezza ad alleviare il mio dolore: oggi sono libera. Libera dalla morsa di una vita che a un certo punto sfugge di mano e ti presenta un conto che non vorresti pagare, ma non puoi far altro che constatare che è giusto, perché è quello che hai seminato.
C’è giustizia nella vita, anche attraverso il dolore ma soprattutto nella morte.
Chi semina vento raccoglie tempesta.
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