Occhi verdi
Mi avete fatta svegliare, mi siete tornati in mente prepotenti. Non volevate essere dimenticati
Ho di fronte due occhi verdi. Sono in compagnia, sono brillanti, sono attenti. Ciò che stanno seguendo è bello, poi… Poi suona un telefono immaginario. Arriva quello squillo che non si sente nelle orecchie ma ritorna da un passato.
All’improvviso lo sguardo cambia. Le parole degli altri, il dolore degli altri, arriva. Improvviso, come quello che hanno provato altri in altri giorni ora è di nuovo qui: fresco, presente, pesante, attraversa quelle spalle che all’improvviso cedono sotto il cappotto. Arriva quel pugno allo stomaco che fa cambiare la prospettiva dello sguardo; ora non guardano più noi quegli occhi, sono rivolti in avanti ma seguono immagini di un passato. Ed è un passato di dolore, di abbandono, di delusione, di solitudine. Un tuffo in uno stagno che avevi creduto mare, in un giorno che oscura il sole e ti lascia nudo, al freddo. Tremante, indifeso.
Anche voi, occhi verdi, vittime di Jennifer. Anche a voi ha scavato nel cuore.
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Leggo e rileggo le tue parole… Non so a chi sono dedicate, a qualcuno in particolare o a nessuno in modo diretto. A chi le saprà e le vorrà raccogliere, dirai tu, conoscendoti. Io l’ho fatto e ho ritrovato in quegli occhi quelli di papà, oggi che è (ancora) la sua festa.
C’è una cosa molto strana in quello che ho scritto. E’ dedicato a due occhi che ho visto per davvero, la cosa particolare è che non mi abbandonano ancora adesso, e il fatto che tu abbia fatto questo commento, mi turba particolarmente. A volte scriviamo per quanto abbiamo di più nascosto nel profondo del cuore. TVB