Oriana Fallaci – La rabbia e l’orgoglio
Ho chiuso il libro e avrei voluto applaudire
Ho chiuso il libro e mi è mancata
Ho chiuso il libro e sono stata orgogliosa
Ho chiuso il libro e mi sono sentita offesa
Ho chiuso il libro e non avrei voluto…
Quante domande devo farmi? Quante domande dovrei fare?
“La rabbia e l’orgoglio”, è questo il libro di cui parlo.
La rabbia è quella cosa che ti tiene viva, il salvagente che ti tiene a galla e non ti fa mollare.
L’orgoglio è una forma di dignità personale che puoi allargare alla tua famiglia, ai tuoi valori, alla tua città, alla tua Patria.
Io non so come possiamo pensare di andare avanti senza sapere da dove veniamo! Come è possibile che qualcuno abbia potuto definire la Storia una materia inutile!
Mi accorgo che non è possibile riassumere cosa raccontano queste pagine. Non è possibile perché è come se ti preparassero un piatto di pasta bollita: il condimento devi metterlo tu.
Mi ripeto una domanda che mi sono fatta per altri libri, quando si parla di milioni di copie vendute. Ma vendute e lette non sono participi dello stesso verbo, hanno due significati diversi. Oltretutto ci sono modi e modi di leggere, di intendere, di farsi toccare da certe frasi, da valori, da quel senso di giustizia, di coerenza, di rettitudine, di morale, di onestà.
Questo libro mi ha fatto viaggiare, mi ha obbligata a ripercorrere momenti passati, alcuni dei quali pensavo potessero essere cambiati. Ma non è così. Perché io quella rabbia la conosco. Non così argomentata, la mia ignoranza rispetto alla Fallaci non è neanche da sottolineare, è ovvia, ma quello di cui lei parla non è solo qualcosa che viene alimentata dalla capacità di guardarsi intorno, no. È una fiamma che deve essere già accesa in te. È la scintilla che scocca quando cominci a guardarti dentro presto, molto presto. Ti guardi e ti scopri e quello che leggi in te non è quello che gli altri vedono.
E quell’ingiustizia istintiva che combatti senza ancora rendertene conto, alimenta la fiamma della rabbia. E non abbassi la testa, e non percorri la strada che gli altri vorrebbero per te.
Ammiro questa donna che ha rincorso la storia che gli uomini stavano scrivendo per poterla guardare in faccia, per poterne essere testimone, per raccontare ciò che ha visto. Con occhi onesti, senza piegarsi al capo di turno, alla situazione di comodo. Lei non ha cercato di fare carriera, non si è mai data un prezzo. Lo stesso articolo che è diventato poi il libro in questione, non è stato pagato. Perché non c’è un costo per le proprie idee, non c’è denaro che possa spingerti a piangere per la tua terra, per la voglia di difendere una libertà che sembra sempre più un miraggio e non perché non sia possibile essere liberi. Noi possiamo. L’uomo ha avuto in dono la capacità di pensare. Questa è la nostra libertà. Noi la perdiamo, la sprechiamo quando lasciamo che in pochi pensino per tanti, quando ci facciamo dare degli schemi e ci infiliamo dentro senza discutere, pensando di non poter avere alternative. Quando restiamo prigionieri di una società che dovrebbe proteggerci con la democrazia e invece ci dà in pasto ai lupi, in nome del potere, in nome del denaro.
Troppe cose si intrecciano nel mio cuore e nella mia testa. Troppe per entrare in una recensione, forse troppo poche per raccontare questa marea di sentimenti.
Una sola cosa ancora la dico. Per chiunque abbia in casa questo libro, per chi l’ha regalato, per chi l’ha ricevuto, per chi lo ha visto in qualche libreria a fare bella mostra di sé e non l’ha mai visto aprire, a tutti voi dico: leggetelo o rileggetelo se lo avete fatto distrattamente. Fatelo e chiediamo a gran voce che ci vengano date delle risposte. Che qualcuno ci spieghi perché siamo arrivati a questo punto, che qualcuno ci dimostri che non è un punto di non ritorno.
Cercate la vostra di rabbia e lasciate che nasca il vostro orgoglio.
Di essere italiani, di essere cittadini del mondo, di essere custodi dei suoi tesori: di essere UOMINI.
- Pensieri, azioni, riflessioni ; Oriana, Dacca, Shalom.
- Un lungo anno