Pensieri sociali
Prima di ogni considerazione voglio che sia chiaro che in questo mio pezzo non ci sono prese di posizione politiche. Non sto scrivendo in favore di un partito o di un altro, non parteggio per uno schieramento, sto solo cercando di guardare ciò che accade in questa nostra Italia con gli occhi di una persona comune, semplice, un po’ ignorante, che non ha niente da spartire con nessuno, ma che paga tutte le conseguenze delle scelte che si fanno. E in qualunque momento della lettura vi dovesse venire qualche dubbio, ritornate qua sopra, rileggete queste righe e poi riprendete.
Con ogni mezzo social arrivano vignette video, frasi che condannano Salvini e la sua politica dell’arroganza. Di fatto i suoi slogan sono inaccettabili. Già in altre occasioni mi è capitato di sottolineare che, credere che i migranti siano il nostro problema, sia veramente riduttivo della nostra condizione. Come aizzare alla violenza non solo non serve, ma peggiora uno stato di cose che già ha preso questa piega anche da sola. Pure gli inviti ad iscriversi a gruppi contro Salvini, questo nuovo fascista che sta attentando alla nostra democrazia, sono innumerevoli.
Io non ho accettato e non ricondivido le varie vignette di cui sopra. Questo è già uno dei momenti in cui vi invito a risalire ai primi righi del foglio.
Non lo faccio per una serie di motivi che cercherò di spiegare anche se mi rendo conto che non sarà facile.
Credo che una delle gravi colpe che ha l’italiano medio, è quello di avere la memoria corta, anche se ultimamente si è di tanto scomodato il periodo della seconda guerra mondiale, gli ebrei, i ghetti etc etc..
Ma, se di fatto, ovviamente, condanniamo quel passato, perché non ci chiediamo come siamo arrivati a questi politici?
Tutti questi italiani che puntano il dito, dov’erano quando abbiamo dovuto subire tre governi non eletti dal popolo? Quella era democrazia? E senza scendere in particolari dettagli, che pure potrebbero essere significativi, cosa abbiamo avuto da quelle scelte che erano state fatte per “salvarci dalla catastrofe” dello Spread, dell’altro fascista e chi più ne ha più ne metta? Abbiamo avuto un sacco di aiuti per le banche, aumenti dell’IVA, tasse che non cambiano mai, Sanità allo sbando, scuola a pezzi, e moralità ancora più sotto i piedi. Abbiamo avuto le solite promesse “Se perdo mi dimetto” e poi puntualmente lì seduti, non in Italia ma in Europa, che forse è pure meglio. Personaggi che con la loro arroganza, ma fatta forse con la giacca e la cravatta, hanno deciso scelte di coalizioni senza averne il potere. Un governo che si è vantato di aver abbassato la disoccupazione ma che di fatto ha permesso alle aziende che avevano lavoratori in nero di assumerli con agevolazioni e che quando sono finite li ha sbattuti fuori ed ecco di nuovo i disoccupati!!!
Ritornate pure sopra se volete.
Io riprendo. Se oggi siamo arrivati ad avere Salvini e Di Maio al governo, qualche domanda perché non ce la facciamo? Dopo anni di sinistra che ha continuato a fare i propri interessi nascondendosi dietro apparenze che non convincono più nessuno, cosa hanno scelto gli italiani? Come mai la sinistra ha avuto uno dei suoi picchi più bassi dopo quegli anni di governo non scelto ma imposto? Forse ci si era stancati. Quel Movimento cinque stelle nato sicuramente dalla rabbia, dal desiderio di poter cambiare, non fa riflettere più nessuno?
Cosa ha voluto l’italiano? Il reddito di cittadinanza e la lotta agli stranieri “che ci tolgono il lavoro e ci violentano le donne”.
Ma perché non ci siamo chiesti come mai ci potevano essere tutti quei posti di lavoro per chi riusciva ad entrare in quella lista, che nel frattempo dava soldi, e non si permetteva agli uffici di collocamento di cominciare a chiamare gli aventi diritto? Forse perché nel frattempo in Italia sono nate le agenzie di lavoro interinale, di quelle che permettono alle aziende di avere lavoratori per un tempo breve, che non causa impegni duraturi e obblighi di assunzioni a lungo termine, che ovviamente danno benefici a molti tranne che al lavoratore. Anche se è lui a lavorare, ma, anche pagando le tasse per i suoi futuri premi, non maturerà mai nessuna pensione o altro.
Solo a luglio l’INPS ha pagato 896mila domande con una media di 500 euro circa. Da dove escono questi soldi? O da dove usciranno? Somigliano agli 80 euro di Renzi che col tempo si è visto che cazzata è stata, ma nel frattempo “qualcuno” ne ha usufruito. Ovviamente non tutti, non quelli che ne potevano aver bisogno. Dove sono queste persone? Cosa fanno e cosa pensano? Scrivono sui social che Salvini è un fascista violento? O che Di Maio è un ignorante che non permette di sbloccare i cantieri delle infrastrutture? Boh, chi lo sa.
Ma quei soldi NOI TUTTI li pagheremo, con l’aumento dell’Iva al 25% e oltre forse, con le prestazioni sanitarie che già ora non sono disponibili. Come è sempre stato. Per alcuni che prendono, la massa paga. Pagherà sul pezzo di pane, perché non vi dimenticate che noi paghiamo l’IVA anche sui prodotti alimentari e beni di prima necessità. E quando questo aumenterà ancora più la forbice tra chi ha e chi non ha, chi sarà tutelato? Il povero che non ha nessun potere d’acquisto? O il ricco che avendo ricchezze, potrà muovere il mercato?
E tutti quei lavoratori che sono sempre sulla bocca dei sindacalisti che fine fanno? Faranno? Il sindacato è un’altra di quelle cose nate per “tutelare”, ma oggi chiedete a quanti operai viene lasciata la scelta di iscriversi o se sono obbligati a farlo! Quella è libertà? Quella è democrazia? Facciamo attenzione a come usiamo queste parole. I sindacalisti erano nati nelle fabbriche, combattevano per i diritti di tutti, ora sono saliti al governo, ora diventano leader di partito. Quali interessi tuteleranno?
E sui migranti, cosa vogliamo dire? è ovvio che non tutti quelli che partono possono restare da noi, e che dovrebbero essere chiari e rispettati i patti con l’Europa che spesso ci impone di farli entrare e poi non li fa passare nei suoi territori. Questo trafiletto è riportato dal Sole 24 Ore del 21 giugno 2018:
“Sulle 350 mila persone approdate in Italia dal 2015 al 2018, appena 35mila (il 10%) sono state avviate al ricollocamento. Poche? Si, ma quelle davvero accettate fuori dalla Penisola sono meno ancora: 13 mila. Più che le ONG, le responsabilità sembrano scaricarsi sul regolamenti di Dublino III e le condizioni sfavorevoli ai paesi più esposti alle rotte del Mediterraneo.”
Io leggo e mi chiedo, chi c’era in quegli anni a tutelare i nostri interessi in Europa? Chi doveva combattere per una giustizia da far rispettare piuttosto che sottomettersi ad una politica che ha calpestato enormemente il nostro Paese? Perché ogni governo sa, che sia giallo rosso o blu, che quando hai gente in mezzo alla strada che non sai e che non puoi, a volte non vuoi controllare, questa diventa preda di altri tipi di sfruttatori. Droga prostituzione violenza camorra mafia manovalanza a costo zero. E ghetti. Quelli che tiriamo fuori degli ebrei, ce li abbiamo già. Nelle nostre periferie in maniera eclatante, ma chi le vuole, a chi fanno comodo?
Ecco io vorrei questo, che la gente si facesse domande. Che non ragionasse con la pancia.
Se ogni volta passiamo da una sponda all’altra pensando che il peggio di oggi non potrà essere superato, ci sbagliamo e lo abbiamo già pagato.
Al peggio non c’è mai fine se quello che oggi si è abituati a fare in politica è solo curare interessi di lobby.
Pensate al passato: ma non era il governo Prodi che ci ha accompagnati al passaggio all’euro? E chi ha tutelato sul cambio della moneta? Chi ha verificato che tutto fosse trasformato e non raddoppiato rendendo di fatto, già venti anni fa, un popolo molto più povero?
Se vogliamo puntare il dito vedete che ne dobbiamo usare tanti. Questo modo di fare violento che noi condanniamo giustamente in Salvini, non somiglia al nostro se ragioniamo presi solo dalla rabbia verso di lui?
Lui vuole proprio questo, che la paura cresca e che, chi non ha altri mezzi se non la violenza per portare avanti un pensiero, lo scelga come idolo.
Ma dall’altra parte qualcun altro sta soffiando su questa paura per prenderne il posto, senza garantire di avere soluzioni e competenze per portarci fuori da questa fogna dove siamo caduti.
Ed entrambi, come vedete, non ci fanno usare il cervello. Non ci fanno vedere che in Italia noi dovremmo pretendere un po’di giustizia, ma una giustizia che viene dalla qualità.
Noi non lo vogliamo fare perché l’inettitudine di quella classe politica è la nostra inettitudine.
La loro ignoranza è la nostra.
Noi quando siamo nelle nostre case e vediamo i nostri figli tornare da scuola o da un esame, gli chiediamo il voto e se il professore non ti dà ciò che vuoi, tu dici che è uno stronzo. Ma ci chiediamo mai se questi figli stanno imparando ad acquisire le competenze che poi domani gli permetteranno di essere i nuovi professionisti, i nuovi politici, il nostro futuro?
Noi vogliamo le apparenze e non guardiamo la sostanza. Noi vogliamo essere amici di quelli che hanno la macchina grande, la casa con la piscina e la barca a mare perché crediamo che di riflesso questo ci elevi e non ci facciamo tante domande su che persone siano realmente. Parliamo sempre di “brave persone”, ma che significa essere una brava persona? Ai nostri tempi una brava persona era una di quelle a cui davi la mano e potevi credere che l’impegno preso sarebbe stato rispettato. Oggi si può cambiare bandiera ad ogni occasione, perché “il fine giustifica i mezzi”. Ma il fine qual è?
Noi siamo abituati a chiudere un occhio perché siamo tutti consapevoli di avere scheletri negli armadi, per cose piccole o più grandi non importa. E crediamo che la pochezza degli altri in qualche modo giustifichi anche noi. E alziamo la voce, ma da un telefonino che guardiamo distrattamente, mentre facciamo la foto al drink che stiamo bevendo. O scendiamo in piazza per il calcio, per il giocatore, per il presidente, per le grandi stronzate che di fatto però certificano solo che dove ci sono numeri, c’è potere.
Perché non guardiamo le statistiche che ci raccontano dei tanti giovani che, in un’età in cui dovrebbero solo sorridere, sono già schiavi di droghe, alcool e vizi di ogni genere? Sono i figli di chi? Sempre della signora della porta accanto? Non sono mai i nostri che hanno dei problemi? Lo capiamo che è questa società, da anni ormai, che li vuole così, inermi e passivi, per non dare fastidio, per non pensare. Siamo disposti a guardarli e a riconoscere che forse non stiamo facendo tutte le cose necessarie per loro? Per lasciargli un futuro che poi loro dovranno tutelare per la nostra vecchiaia e per i loro figli?
Noi viviamo senza l’idea del futuro, noi non abbiamo la speranza, noi abbiamo ucciso la curiosità verso il nuovo.
E il nuovo lo dovremmo pretendere. Questo solo io dico. Qualcuno che cominci a pretendere che ci siano persone competenti ai posti giusti, non decine di controllori per poi chiederci “chi controlla chi?”
Ci manca la responsabilità personale di ragionare. Parliamo per frasi fatte, viviamo le paure e le gioie che vogliono gli altri. Permettiamo al mondo di costruire modelli a cui doverci attenere e non vogliamo assumerci la responsabilità di dover decidere. NOI. Perché dovremmo essere davvero capaci di questa capacità di scelta. Si vive per arrivare a questo e per essere capaci di pagarne anche le conseguenze, nel bene e nel male.
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