Rassegna Li Curti: Antonello De Rosa e Aldo De Martino
Onde del mare ci accolgono, pancioni rilassati, aria annoiata, un velo che svela una giovane donna intenta ad abbronzarsi sotto un cielo stellato. Il tempo passa…, una risata comincia ad animare i pochi bagnanti reali su una spiaggia dove continuano ad infrangersi onde immaginarie…
Così inizia lo spettacolo della quarta serata del Premio Li Curti a Santa Maria al Rifugio che vede in scena “Macbeth La Poltrona”, opera di Antonello De Rosa attore regista che è ormai di casa nelle serate organizzate da Geltrude Barba, direttrice della Rassegna, visto che anche la passata edizione lo ha visto protagonista con lo spettacolo “Le rose di Jennifer”. Gli attori sono come sempre di notevole spessore, a cominciare da Aldo De Martino nel ruolo di Macbetto politico con ambizioni, ma non tante quanto quelle della moglie Macbetta, interpretata da una splendida Monica Maiorino. All’altro personaggio dà vita Simona Fredella, temeraria a sfidare l’aria fresca della sera nel costume di scena che è stato tra gli altri, proprio un costume da bagno! Ma il suo ruolo un po’ di giornalista, un po’ Cassandra, lo ricopre con una padronanza degna dei suoi navigati colleghi. L’opera, scritta da Aniello Nigro di Bellizzi e come detto diretta dal salernitano Antonello De Rosa, del cui folto curriculum abbiamo parlato poco, ma solo perché è talmente lungo che avrebbe preteso troppo spazio, ha nel titolo molto della sua storia. Si è voluto scomodare Shakespeare per trattare un argomento antico ma attualissimo: l’attaccamento alla poltrona, frase che ai nostri giorni spesso viene accostata a personaggi che dimostrano grande fedeltà all’oggetto più che al suo significato. Macbetto è un politico di provincia a cui si prospetta l’occasione di aumentare il proprio potere, nonostante un atteggiamento assolutamente “gretto”, “cafone”, oserei dire “senza meriti apparenti”, che stimola anche commenti tra il pubblico tanto è realistico ciò che viene rappresentato. Ma la figura che colpisce è Macbetta, donna avida, spietata, che sa quali tasti toccare per spingere il marito oltre il limite della legalità, pur di ricevere onori e poteri maggiori. Lei che suggerisce di usare la perfidia per essere, non per sperare, perché poi, dopo la prima volta,” la seconda viene molto più facile”. E quando compare, solo agli occhi di Macbetto, la figura della giornalista, con le sue statistiche, le sue previsioni, lui si convince che il destino lo vuole proprio lì, su quella “Poltrona” che diventa obiettivo di vita, ma allo stesso tempo è anche la sua fine, perché cercare di rimanere aggrappato sempre allo stesso posto, fa perdere di vista ciò che di bello può ancora essere concesso alla nostra esistenza.
Ma accade l’imprevisto che può cambiare il corso degli eventi, il risveglio imprevedibile, improvviso, devastante, di quella coscienza che è “impermeabile”, che non si lava con nessun sapone. Quella parte di noi che speriamo esista e si faccia sentire all’improvviso, che si ribelli alle brutture che si compiono. L’urlo di Macbetta alla vista delle sue mani sporche di un sangue immaginario ma indelebile, è agghiacciante: l’orrore per quello che ha fatto è grande; il vagheggiare di Macbetto rasenta la follia e tutto questo è dovuto solo a lei, quella parolina magica che spesso si vuole rinchiudere dietro false verità, dietro finte motivazioni, dietro giustificazioni immaginarie: semplicemente coscienza.
La giornalista-Cassandra ritornerà varie volte a ricordare che ci saranno alti e bassi tra onore e polvere e che la storia si ripete perché è l’uomo che si ripete sempre: finché lui non la interromperà, sarà un cammino eterno.
Quando tutto finisce e sulla scena entra Carmela Novaldi a presentare i grandi attori che hanno deliziato ancora una volta i fortunati spettatori, ci sono applausi sinceri. Ad Aldo De Martino non si può non chiedere come si fa ad essere fedeli al teatro per così tanti anni e sentire che l’amore e la passione che trasmette nelle sue parole è ancora assolutamente cristallino. Ma mi ha fatto molto pensare la risposta di Monica Maiorino, moglie sulla scena e nella vita di De Martino, persona che a detta di tutti è assolutamente lontana dal personaggio crudele che ha appena interpretato, che dice di prendere spunto, per tanta cattiveria, dalla televisione! E’ pazzesca questa affermazione nella sua semplicità e crudeltà, e non posso che essere d’accordo e allo stesso tempo inorridita da essa. Quella scatola che ha rubato ogni nostra volontà, ha unificato tutti i nostri pensieri, ha modellato le nostre esistenze, torna alla ribalta ancora una volta: è lei quasi la nuova poltrona di Macbetto. A lei si anela di poter arrivare ad ogni costo, da lei si prende spunto per ogni forma di nefandezza che sembra possa essere l’ultima, ma si scopre sempre che non c’è limite all’orrore “e la storia di nuovo si ripete, perché l’uomo si ripete”.
C’è bisogno allora del Grillo Parlante, il famoso scomodo amico che ci parli ogni tanto almeno, anche se rischia di essere messo da parte.
E se di risvegli dobbiamo parlare, allora diamo una mano ad un’amministrazione che ha già perso quattro appuntamenti per essere presente. Ne manca solo uno oltre la serata finale e visto che Geltrude Barba ha saputo far in modo che l’ospite d’onore sarà la grande Carla Fracci, un pezzo di storia della danza mondiale, forse dovrebbero correre ai ripari. Perché il vanto di una così bella presenza va a Cava dei Tirreni e non è giusto che la “fatica” (intesa proprio come lavori fisici) tocchi a qualcuno e onori e vantaggi ad altri. Meritiamoli questi allori e saranno più veri.
Chiudiamo con l’iniziativa di Antonello De Rosa che, spinto sempre da Geltrude Barba, darà vita ad un laboratorio teatrale che partirà il 2 ottobre dalle 20,30 alle 22,00 presso il Social Tennis Club di Cava dei Tirreni. L’iniziativa è aperta a tutti, non ci sono limiti di età, perché il teatro è qualcosa che si può iniziare sempre, la sua passione può travolgerti in ogni momento della vita e anche chi ha potuto credere con rimpianto, che il suo treno sia già passato, avrà un nuovo biglietto da sfruttare per salire e guardare il mondo con gli occhi “degli altri”. Benvenuti allora e buon divertimento sulla giostra della vita!
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