Una vita a foglietti

Serata a Vietri per Lolita D’Arienzo, il suo ultimo libro “In punta d’ali” e altri progetti

Lolita-DArienzo-con-Carmela-BucciarelliDa Vivimedia

Ci sarebbero tanti modi per raccontare la serata del 18 settembre, In punta d’ali, dedicata all’ultimo libro (storia dell’amicizia tra un’ex ballerina immobilizzata da una malattia ed un’immigrata rumena, reduce da tristi esperienze) ed alla vicenda di vita di Apollonia “Lola” D’Arienzo, l’ex ballerina immobilizzata dalla Sla, che comunica solo con il battito delle ciglia e con questo battito stabilisce relazioni, detta poesie, organizza manifestazioni, scrive libri.

Potremmo cominciare dal luogo, la Villa Comunale di Vietri, che ci ospita per il secondo anno consecutivo e che meriterebbe una valorizzazione davvero di livello nazionale per la bellezza della struttura e l’incantevole posizione.

Noi, sull’anfiteatro “vista mare”, aspettiamo senza particolare impazienza. Il panorama è troppo bello, il mare è di una calma invidiabile, le luci della costa si muovono delicate, come a testimoniare che ci sono battiti e persone dietro ogni luce, dentro ogni cosa. Ogni storia merita di essere raccontata e la storia di Lola, nella sua particolarità, va conosciuta. Per dare ancora più forza a lei per continuare a lottare e a portare avanti progetti, e per dare a noi l’opportunità di guardare oltre la nostra finestra, che spesso racchiude un mondo che critichiamo, senza riuscire ad apprezzare tutte le opportunità che ci offre. Lola sa aprire finestre, porte, spostare palazzi. Per lei e con lei si muove una tale massa di gente che potrebbe sembrare un condottiero che, sul proprio destriero, guida l’esercito in battaglia. E invece Lola è “solo” una persona costretta in un letto che ha continuato a guardare alla vita come ad un’opportunità e noi siamo qui stasera per capire ancora qualcosa di nuovo dalla sua e, speriamo, dalla nostra vita.

Tutto quello che farà parte di questa serata è parte della vita stessa di Lola. Ad aprire ogni discorso, dopo la breve presentazione di Franco Bruno Vitolo, degnissimo padrone di casa, uno di quelli che è vicino a Lola da tantissimo tempo e che segue tutte le sue iniziative, non poteva che essere un balletto. La danza è stata da sempre il sogno di Lola e non ha voluta mai abbandonarla, per cui riesce a seguire la scuola “Coreia” in collaborazione con Carmela Bucciarelli. Iniziano le piccole, che suscitano una tenerezza infinita. Molte, alte poco più di una spanna, emozionate forse più dalla presenza dei familiari che dal palco.

È Carla Russo, attrice e regista , ad introdurre l’altro tema portante: la scrittura. Dopo i sorrisi ingenui delle giovani ballerine, ci legge un brano di Lola che parla di un amore altrettanto innocente quanto infinito, come può esserlo quello di una mamma in attesa di un bambino. Muovere e commuovere, questo  è ciò che fa Lola con chi le sta intorno.

Poi, il Sindaco di Vietri, Franco Benincasa e i suoi assessori Raimondi e De Simone, con molto orgoglio sottolineano le origini vietresi della famiglia D’Arienzo, portatrice di forza morale e di un sano spirito di solidarietà.  Dopo quelli della città natale, non potevano mancare i rappresentanti della città di adozione, Cava, con Autilia  Avagliano, assessore alle Politiche sociali, che evidenzia come per superare le barriere architettoniche serve solo un po’ di cemento, ma per quelle mentali, quelle che creano la solitudine e l’emarginazione,  ci vuole molto di più. “La diversità è solo negli occhi di chi ci guarda”.

Maria Rosaria Padovano, coordinatore degli aiuti sanitari a domicilio, interventua anche a nome della Dott. D’Acunto, racconta il quotidiano delle persone che hanno bisogno di assistenza h24. La storia di Lola, che lei non conosce personalmente, l’ha così tanto colpita da aver voluto essere presente a questa serata in suo onore, nonostante problemi familiari. “Ci stiamo nutrendo del dolore di Lola, che lei ha saputo trasformare in forza, anche perché lei è prima di tutto una persona”.

Alle nozioni tecniche, si alterna l’arte. E Lola ha avuto, tra le sue amiche d’infanzia, un altro grande talento: Margherita De Angelis, soprano di fama nazionale, impegnata stabilmente al San Carlo di Napoli, che con la sua lirica porta il saluto di un’amica. “Eternamente”, da Luci della ribalta di Charlie Chaplin,  è il suo primo pezzo e a sorpresa, come coreografia di una già splendida voce, arriva Carmela Bucciarelli. Il suo passo è leggero e quando passa davanti all’orizzonte illuminato, sembra che esca dall’acqua stessa, con il suo tutù bianco, immacolato, luccicante.

A questo punto uno spazio va ritagliato per un gruppo di persone speciali. E non solo per Lola. Sono Maria Rosaria D’Arienzo, vice presidente dell’Associazione Amici di Lola e Carmen Guarino, operatrice di Rete Solidale e Dirigente dell’Ass. “Amici di Lola”. A loro fanno capo un gruppo di persone speciali, che assistono Lola e sono anche il braccio attivo di tutte le continue iniziative che lei chiede di organizzare.  Antonietta, Maria, Lorenza, Sara, Emma… A loro vengono affidate ricette di pasta, marmellate, biscotti e sempre loro confezionano piantine da offrire in cambio di un contributo per l’associazione stessa. A loro il compito di organizzare le cene di beneficenza per la raccolta di fondi per iniziative mirate: come la realizzazione di un promo per far conoscere la realtà della SLA, che sarà presentato a febbraio al Teatro Verdi , diretto dal regista Luca Guardabascio e con la partecipazione di Enzo De Caro che, mi piace sottolineare, non ha voluto nessun compenso.

Uno dei momenti più alti ed emozionanti della serata è quando arriva  Emilia Persiano, un’amica fissa degli ultimi anni: “..quando Lola chiama, la sordità non sarebbe scusabile”. Il suo parlare di Lola è una confessione. Franco Bruno Vitolo la presenta con tutti i titoli che merita: insegnante, Preside, soprattutto donna di cultura vastissima e di sensibilità profonda. E le tante citazioni che ci regala confermano ogni bella parola spesa su di lei, ma la cosa che mi colpisce di più è la sua umiltà, unita all’espressione che ha negli occhi quando parla degli incontri con Lola, della forza che le infonde perché con tutto quello che fa, non può essere definita “malata”, ma solo una maestra e i maestri sono insegnanti di volo; del piacere che riceve dalle letture dei suoi libri. Poi, la sorpresa quando arriva Erika, la protagonista dell’ultimo libro di Lola “In punta d’ali”. Emilia Persiano l’ha guardata come si fa con una reincarnazione, come con qualcosa che  aveva conosciuto solo attraverso delle pagine di un libro e che ha preso forma davanti ai suoi occhi, e le comunica tutta la sua emozione con una calda stretta di mano. Anche Erika racconta un po’ della sua storia, di come abbia conosciuto Lola per lavoro, essendo una delle sue assistenti, e come sia nato subito tra di loro un feeling, qualcosa che hanno ritrovato nelle loro passate esperienze così diverse, ma altrettanto intense, da rendere il loro legame forte e duraturo. Ci racconta una cosa bellissima. Tra di loro c’era all’inizio non solo la differenza della lingua, essendo lei rumena, ma anche l’oggettiva difficoltà di Lola di comunicare. Eppure la strada a lei è parsa semplice: imparare ad ascoltare, anteporre l’esigenza dell’altro. Poche parole ma che aprono scenari per considerazioni grandi, grandissime. Il  sasso che lei ha lanciato nello stagno del nostro cuore, io lo rimando a voi lettori, sperando di far nascere le stesse onde di riflessione.

Dopo un momento così intenso, solo la musica può alleggerire l’anima e Summertime, la celeberrima romanza-ninnananna tratta dall’opera “Porgy and Bess” di George Gerschwin, serve allo scopo. Dove arriverà questa voce? Il vento si è mosso per tempo, avido di tanto calore e bellezza, per non sprecare nulla. Anche le luci in lontananza si sono affievolite, una ninna nanna si canta con luci soffuse, a calmare l’anima, a regalare amore e fiducia ad un piccolo essere indifeso. E, come nella poesia iniziale, ritorna il legame madre-figlio, quel cordone che non si spezza mai, che continua a portare ossigeno a cuori che si sono appartenuti prima di ogni altro, quei cuori nati da uno stesso blocco, uniti per sempre.

In una serata di intrattenimento, non manca il momento teatrale. P&P Friends, con Luigi Sinacori, Mariano Mastuccino e Gianluca Pisapia, regalano minuti di simpatica leggerezza, con gag ricche di fraintendimenti, che coinvolgono anche il presentatore e divertono il pubblico

Il dottor Pietro Siano, neurologo, interviene per portare anche la sua esperienza, visto che ha tenuto i corsi che seguono i volontari che prestano assistenza ai malati, e per spiegare che la SLA è una malattia che causa la morte delle cellule che portano i comandi dal cervello ai muscoli, lasciando intatte le capacità cognitive. A Lola è rimasto l’uso del movimento delle ciglia e di mezzo labbro, ma a casa sua regna “la normalità”. Lui ha trovate le donne di casa che facevano i ravioli e la storia, che prima la portava chiedersi “Perché proprio a me?”, si è trasformata in “Perché non a me?”

Franco Bruno Vitolo pone una domanda: “Bisogna lavorare più sui malati o sui parenti?”. La risposta è un’antica fiaba africana. Tanti leoni fuggono da un incendio e all’improvviso vedono un colibrì che va nella direzione opposta. “Cosa vai a fare?” “Vado a spegnere l’incendio. È poco ma faccio la mia parte.”

Ancora un medico, l’ultimo, Emanuela Apicella rianimatrice, interviene per sottolineare come i malati di SLA, tra le tante problematiche, devono affrontarne due di vitale importanza: respirare e deglutire. Due gesti che noi compiamo quasi meccanicamente, dando per scontato che siano semplicissimi, ma per loro diventano possibili solo grazie alle macchine per il respiro e con ausili esterni per nutrirsi. E chi è vicino a loro, deve imparare a cogliere ogni minima imperfezione nei rumori, negli atteggiamenti, perché ogni cosa potrebbe dar vita ad un problema che si può trasformare in tragedia. Anche lei lascia la sua testimonianza: “Lola ti fa nascere quasi un senso di inferiorità quando le sei accanto, perché ti fa capire quanto siamo “immobili”, noi che possiamo fare tutto, rispetto a lei che, immobile per davvero, non lascia niente di incompiuto.”

Ritroviamo, noi che abbiamo avuto il piacere di assistere in estate al musical di Giulietta e Romeo, proprio il protagonista Danilo Della Rocca. Lui è cantante e ci regala di nuovo la sua voce forte e chiara, che non ha timore di sporgersi da questa immensa terrazza, e lo fa con due pezzi  bellissimi e nemmeno facili per un giovane come è lui: “L’emozione non ha voce” di Celentano e “Se bruciasse la città”, un successo di Massimo Ranieri. Lui lascia una domanda per Lola: Quali sono ancora i suoi desideri da realizzare di Lola?

Glielo abbiamo chiesto e la risposta è stata: Il sogno nel cassetto è il compimento rapido del promo e la realizzazione di un film sulla mia storia, stimolata proprio dal promo.”

Si chiude con una suite legata all’opera di Giuseppe Verdi, “La forza del destino”, spesso evitata dai teatri perché considerata portasfortuna, essendo la sua storia legata alla contemporaneità di grandi sciagure (guerre, invasioni, terremoti, fallimenti, morti in scena…), ma che ha nelle sue note una tale forza da poter dimostrare che tutto si supera, che poi è proprio quello che Lola ha saputo fare. E ha un non so che di magico veder queste ragazze danzare con quel panorama alle spalle. La musica è forte, comunica potere, controllo e vederle volteggiare su quel mare che ha in sé l’immensità, le incornicia in un momento che resta fisso nella mente. Uno dei tanti di questa serata. Chiuderà la splendida voce di Margherita De Angelis, per ricordare a tutti, ancora una volta, che Lola è andata contro il destino, verso quel “miracolo della vita” che lei stessa evoca nella poesia “Il ciclo della vita” letta con voce suadente da Carla Russo.

Alle belle emozioni della serata spettacolo si è aggiunta quella del nostro tornare a casa. Al gruppo dell’andata  si è aggiunta Erika. Lei, dopo la serata, dopo la festa, dopo le emozioni, riprende il lavoro: ha il turno di notte da Lola.

La parentesi  di essere apparsa in un libro, su un palco, le ha dato emozione, gratitudine, ma poi non le ha cambiato la vita. Lei è sempre quella persona che combatte tutti i giorni, che lavora quasi ininterrottamente, che ha dovuto scegliere tra lavoro e figli. Lei che conserva, nonostante tutto il passato difficile, che possiamo solo intuire, uno sguardo vivo, positivo, fiducioso.

Questo è il bello di una serata all’insegna della verità, della fiducia, degli affetti. Sapere di poter tornare a casa con la prova che si può vivere così, con questa forza e con questo spirito di solidarietà.

Allora, grazie a te, Lola. Grazie a voi tutti, amici di Lola. Ci avete regalato una serata nutriente ed emozionante. La porteremo con noi.  Per non dimenticare, per saper cambiare, per non mollare mai.

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