Una vita a foglietti

Solidarietà alle Corti dell’Arte: “Note donate” per una serata di emozioni speciali

Le Corti dell’Arte hanno sempre richiamato, nelle loro serate, musica,arte, canto. A tutte queste grandi qualità, venerdì 23 agosto, hanno aggiunto la parola “solidarietà”.

Nella Corte dell’Ospedale  S. Maria dell’Olmo, si è tenuto un concerto dal titolo più che esplicativo: Note donate.

Un accoppiamento particolare a cui non avevo neanche pensato fino a quando non mi sono ritrovata in questo spazio che solitamente è zona di passaggio per accedere ai servizi dell’Ospedale. E queste enormi vetrate verso cui alzo lo sguardo, sono quelle da cui ci si affaccia durante i tempi delle attese. Ci sono tante cose in un ospedale: speranze, dolori, sofferenze e gioie, ma stasera, con questa scelta, molte delle cose negative che vi si trovano, subiranno delle trasformazioni.

La musica è veicolo di emozioni, è una trasfusione di energia, è un balsamo lenitivo sulla cicatrici dolenti. È il sollievo per tanti dolori. Qui ci sarà arte e ci sarà gioia.

Eufemia Filoselli che presenta come sempre le serate delle Corti, prende il microfono e magicamente, le finestre di cui parlavo, si animano. Anche il suo pensiero sottolinea la particolare scelta di esibirsi in un luogo come un ospedale, perché “qui si entra con il cuore che batte sempre troppo forte e si cerca di farli uscire con cuori sorridenti”. Ricorda il titolo della serata ma, più che per il dono che l’Accademia Jacopo Napoli ha fatto, sottolinea il ringraziamento per chi ha permesso di poter donare qualcosa a chi occupa quelle stanze che noi non vediamo, ma che speriamo si possano riempire, per una sera, di un’atmosfera diversa dal solito. Invita la dott. ssa Barbara Casilli, che porta il saluto della struttura ospedaliera, della Direzione Sanitaria e il ringraziamento a Felice Cavaliere e alla sua famiglia, a Giuliano Cavaliere, Direttore Artistico della rassegna, che promuovono sempre Cava nel mondo con il loro impegno.

Inizia così il concerto lirico “di arie già conosciute ma che vogliono essere riascoltate”, per una musica senza barriere. Ad esibirsi il baritono Paolo Visentin e i soprani Valentina Dell’Aversana, Wang Zi Yu, Maria Giulia Milano, Angelica Disanto, Erika Liuzzi e Elvira Labarile, con opere di Verdi, Mozart, Puccini, Bellini, Rossini, Gounod, Donizetti e Meyerbeer, a sottolineare la grande varietà del repertorio offerto, l’eccellente qualità e la differenza di stili che esaltano la tonalità di ognuna delle artiste, evidenziata dalla scelta del brano interpretato.

Valentina Dell’Aversano inizia con l’Ave Maria da Otello, una preghiera per aprire i cuori di noi tutti.

Paolo Visentin cambia l’atmosfera con Le nozze di Figaro e il palco diventa teatro. Molto allegro, padrone del suo ruolo, un vero professionista nel suo campo.

Ogni artista ci darà un brivido particolare, traducendo in sentimento ognuna delle esibizioni; dal romanticismo, alla delicatezza, alla profondità, alla forza, alla potenza.

Molto simpatico ancora una volta Paolo Visentin quando interpreta un pezzo tratto dal Barbiere di Siviglia, facendosi accompagnare, nella recitazione, da Erika Liuzzi, che abbiamo apprezzato anche negli anni passati.

L’accompagnamento al piano, per tutti, è del maestro Luigi Angelo Maresca e la sua performance, che come detto attraversa numerosi compositori, rende ulteriore lustro alla serata; neanche il suono di un’ambulanza in sottofondo ne altera la bellezza. Esso va oltre lo spartito ma, nel contesto del luogo in cui ci troviamo, viene a ricordarci la realtà unita a questo sogno.

Molte sono le persone che si sono alternate ai finestroni del palazzo, come chi viene a fare un pieno di vita, di bellezza, di distrazione e lo riporta a chi forse non ha avuto la possibilità di goderne in prima persona.

Noi abbiamo visto e ascoltato tutto. Gruppi di due artisti alla volta, con le interpretazioni delle belle arie che ci hanno deliziato ben oltre un’ora.

Ma la fine della serata ci regala ancora una sorpresa: tutti insieme per un’ultima esibizione, tutti insieme per far sì che, come si augurava Eufemia, possa giungere forte una buonanotte in ognuna delle stanze occupate da chi non può ancora far ritorno a casa sua, con la speranza che per tutti, il rientro avvenga in tempi molto brevi.

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