Una vita a foglietti

6 agosto: Santissimo Salvatore, occasione per ricordi.

foto_tempCosa fa una telefonata d’augurio! Cosa smuove un nome, un santo. Quella che è sempre stata la giornata che univa alcuni dei miei uomini preferiti, ancora una volta mi costringe a rimettere dita nelle piaghe, a rigirare coltelli dentro ferite che non si chiudono, nonostante gli sforzi, nonostante il tempo.

Le mani diventano bianche mentre si tengono intrecciate per evitare di prendere quel telefono perché non so cosa mi esploderebbe al suono di certe voci. Mi fanno male mentre tento di fermarle, sperando di non ricordare quel numero composto migliaia di volte, ma che non so più che porta mi aprirebbe. Non so. So solo del mio cuore costantemente a pezzi, un cuore incollato che fa acqua da troppe parti, ma non molla. Mi chiedo tante volte come si vive la vita dell’infame, come si fa a vedere passare giornate nella completa solitudine per quelle persone che dici di amare. E come hanno fatto loro ad accettarlo! Ma che amore può mai essere che ti costringe alla rinuncia, all’abbandono, alla solitudine, all’odio. Questo hai voluto che nascesse nei nostri confronti, ma devi sapere che se le cose stanno andando come tu hai voluto che fosse, non è perché hai ragione. Non ne avrai MAI, qualunque bugia tu possa raccontare. Noi potevamo schiacciarti come la pulce che sei e che meriti, ma per arrivare a te dovevamo passare sui loro corpi e non abbiamo voluto farlo. Noi abbiamo dimostrato affetto, non certamente tu. Ricordalo bene vigliacco senza attributi. Dillo al mondo intero chi sei, se ne hai il coraggio. Dillo che quello che fai è per denaro e non per affetto, dì la verità. E se pensi che ti stia offendendo o che io stia mentendo, vieni a chiedermi spiegazioni. Io sono sempre negli stessi posti, vivo sempre la stessa vita, con le stesse persone. Io non ho dovuto cambiare le mie abitudini, né le strade che percorro, non come te, che  guarda caso sei sparito dalla circolazione. Se hai tutte queste qualità mostrale. Non andando a parlare con bambini che devono nascondersi la faccia in mezzo alla strada quando ci incontrano, come se fossimo d’improvviso il lupo cattivo. Il mostro sei tu.

Vergogna: è l’unico sentimento che ti è concesso di provare. E chiunque voglia dire cose diverse lo faccia davanti a tutti noi, non parlando alle spalle. Quando sei stato accusato di persona per quello che sei e cioè un volgare approfittatore, non hai potuto ribattere niente, come mai? Non ti difendi dalle accuse? O non puoi? Arriverà il giorno in cui dovrai dare conto delle tue azioni e con il marciume che uscirà dalla tua anima, il mondo troverà petrolio per altri secoli ancora.

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