Una vita a foglietti

La magia di “Io Sherazade” apre splendidamente la XXXII Edizione delle Corti dell’Arte.

Dopo l’ospitata della serata jazz del 6 agosto, ritornano ufficialmente Le Corti dell’Arte, per la loro XXXII Edizione. Ci ritroviamo nella Corte del Teatro Comunale nel Complesso di San Giovanni e come sempre l’atmosfera è di quelle che conquistano.

Ritrovo Giuliano Cavaliere, Direttore Artistico della Rassegna, la storica Eufemia Filoselli, nel ruolo ufficiale di presentatrice, ma vero cuore pulsante per questi spettacoli che trovano sempre, nelle sue parole, una cordialità che ti fa sentire “a casa”. Defilato Felice Cavaliere fondatore dell’Accademia Jacopo Napoli, a cui fa capo tutto il grande lavoro dei corsi di perfezionamento che si tengono durante il mese di agosto nella nostra città e che ci regalano spettacoli di così alto spessore e grande visibilità a livello internazionale.

I posti a sedere sono già quasi esauriti, a testimonianza dell’attesa per questa manifestazione che richiama talenti affermati e nuove promesse da  tutto il mondo. Decisamente il fiore all’occhiello di una Cava che sta impegnando molte risorse,come testimonierà a fine serata Armando Lamberti, Assessore alla Cultura, per far emergere una volontà di eccellenza, di ricerca di cultura, che noi tutti speriamo possa sfociare in una maturazione sociale di cui si sente un assoluto bisogno.

E in quest’atmosfera di cordiale accoglienza, che Eufemia sottolinea con la frase “Gli amici possono chiedermi di iniziare”, andiamo a conoscere i protagonisti.

Innanzitutto parliamo di una produzione originale in anteprima mondiale, tratta da “Io SherazadeSuite op. 35 da Le mille e una notte di Rimski Korsakov, trascritta per due pianoforti a quattro mani e percussioni da Nicola Hansalick Samale, direttore d’orchestra tra i più apprezzati nel mondo e famoso proprio per le sue “ricostruzioni” di opere famose.

Ma stasera, la musica non sarà sola. Invitata da Eufemia, si presenta Renata Fusco, altra eccellenza della nostra città che ne ha curato la regia. Renata è donna di spettacolo, cantante, ballerina, attrice e sa come intrattenere il pubblico. Ma in questa occasione sottolinea solo la grande sfida che ha accettato perché non è facile la regia di un concerto che lei, supportata dalla mamma Clara Santacroce e il laboratorio Temprart, ha realizzato con video a cura di Giovanni Noviello, le scenografie di Maurizio Della Rocca, con il piccolo attore Daniele Sorrentino e la voce narrante di Gabriele Casale.

La figura di Sherazade è millenaria: lei, donna che trova nella narrazione, negli eterni preliminari che rendono la storia infinita, la possibilità di sfuggire alla morte, deve essere un monito anche per noi. L’arte può e deve diventare occasione di salvezza. Sherazade seduceva il suo sovrano e gli artisti devono sedurre il pubblico, entrambi con lo stesso scopo: sopravvivere.

Già questa presentazione, la presenza di due donne, Renata ed Eufemia, così ricche di talento e che sanno dosare e usare le parole che ci rapiscono e che solleticano la grande curiosità per ciò che andremo a vedere e ad ascoltare, è tanto. Levità e contaminazione sono le parole che ognuna delle due ci lascia: cavalli alati, tappeti volanti per dare spazio alla fantasia per quelle fiabe che non raccontiamo più ai nostri bambini; e contagio, soprattutto dei cuori, quello più importante.

Ma l’attesa è finita. Imma Battista, Tiziana Silvestri, Massimo Trotta, Rosalba Vestini  i maestri ai pianoforti e Gerardo Zitarosa alle percussioni fanno il loro ingresso in queste nuvole bianche per scoprire dove arriverà il nostro viaggio. Gli abiti bianchi delle donne le rendono quasi eteree, saranno le loro mani a imporre una forza ed una bravura invidiabile.

“Come fiaba di fiabe, la sua voce diventa musica…”

Le immagini del video catturano, Sherazade esce dalle acque e la sua delicatezza è sottolineata dalle note dei due piani che si sovrappongono.

Il mare in tempesta, la fragilità delle navi in balia delle forti onde è quello che vediamo, ma la musica continua, delicata, pulita, a calmare, a generare speranza. Si uniscono le percussioni, a solleticare un ritmo più profondo.

Non avevo mai visto quattro mani suonare. I loro movimenti sembrano giochi di bambini, ma giochi di conoscenza e di ricerca allo stesso tempo. Divertimento e stupore, conferme e scoperte. Sentire il piano suonare anche quando le mani sono ferme dà la sensazione di un gioco ancora più grande, un nascondino tra più bambini che si lanciano indizi per riconoscersi e trovarsi più facilmente.

Il ritmo sale, si è sul punto si essere scoperti, mentre Sherazade lo segue perfettamente con la sua danza.

Stop alle immagini. Leggeri sorrisi accennati sui volti delle pianiste, come a riconoscere la bellezza della storia che stanno raccontando.

Un rullìo di bacchette cambia tutto: un richiamo ad andare, una marcia che deve riprendere. Il triangolo regala note simili a gocce di pioggia ad annunciare un ritmo più forte. Si aggiunge il tamburello, come una musica popolana, perché la bellezza deve arrivare a tutti: saperla apprezzare sarà scelta soggettiva.

Ancora un cambio di ritmo, un rullìo prepotente che quasi copre la delicatezza del piano. Lo sfarzo di corte, le parole di Sherazade che ammaliano il sultano, la tensione che cresce…

E la voce, come in una danza tribale, viene fuori dalle percussioni. Sherazade ha lanciato via i fogli delle sue fiabe: sarà un bambino a ritrovarle e “l’infinito racconto” prenderà di nuovo vita ricominciando il viaggio.

Applausi, saluti, meraviglia dello stesso Maestro Samele alla fine dell’esibizione. Ringrazia i maestri per la loro perfezione e il percussionista che ha fatto “il lavoro di quattro musicisti”. Tra i tanti saluti, di cui molti già citati, Eufemia riesce a trascinare davanti al pubblico lo stesso Felice Cavaliere che non ama mai aver un microfono tra le mani. Ma stasera, oltre le poche, ma sempre significative parole “…la storia ci indica il percorso…”, permette ai suoi occhi lucidi di raccontarci molto di più quello che rappresenta questa creatura per lui. Un trionfo e Renata, che ringraziamo ancora, strappa un bis. Musica oltre “le parole inutili e vane…”

Nessuno si è mosso dalla propria sedia e con gioia aspettiamo di godere di questo regalo fuori programma.

Subito ritmo, forza, libertà, nel rigore della regolarità e dell’assoluta coordinazione. Cinque persone che suonano, un unico messaggio che parte. E che raggiunge il centro del cuore!

Eravamo partiti con delle onde, arriviamo a riva coperti di piccole gocce d’acqua: piccole, delicate perle, identiche  a queste dolcissime lievi note che ci salutano.

Tutte le parole sono state dette in anticipo. In serate come queste, quando le ultime note si spengono, null’altro deve rovinare l’incantesimo che hanno suscitato.

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