Una vita a foglietti

“Rossiniana”, per la chiusura della XXXI Edizione delle Corti dell’Arte

Scrivere dell’ultima serata delle Corti dell’Arte mette sempre una certa tristezza. Ci accoglie, nella Corte del Teatro comunale, Eufemia Filoselli; il suo benvenuto sottolinea qualche sedia stranamente vuota, ma il cambio di data ha causato qualche defezione forzata, anche se si è comunque in tanti.

Eufemia stasera avrà un ruolo particolare. La sua presenza discreta, durante tutta la manifestazione, è sempre segno di una competenza profonda, di un amore verso il mondo della musica e di sentito rispetto per il grande lavoro che c’è alle spalle di quanto noi veniamo ad apprezzare stando comodamente seduti. Eppure stasera ci darà qualcosa di più e lo scoprirete.

Per l’ultima rappresentazione c’è anche la presenza del sindaco Vincenzo Servalli che, nel saluto, sottolinea la grande riconoscenza per la famiglia Cavaliere, a papà Felice per quanto già fatto, e al figlio Giuliano per quello che farà in futuro. Entrambi artefici di una manifestazione che negli anni ha dato, a Cava, un ruolo prestigioso a livello internazionale nel campo musicale.

Rossiniana è il titolo della serata. Grande dedica per celebrare il 150° anniversario della morte di Gioacchino Rossini e qui entra in scena Eufemia, anche senza mai salire sul palco. Ci parla del compositore, della sua capacità di scrivere opere buffe ma non solo; della sua passione per la realizzazione di ricette che dedicava agli amici ma senza mangiare. Del suo soprannome “il tedeschino” per il paragone con Mozart e dell’esistenza di un crescendo Rossiniano. Di quanto, disegnatori e pittori, si siano ispirati al suo volto per numerosi ritratti e caricature. Insomma una panoramica per introdurci al personaggio e alla serata dedicata al belcanto, tecnica tipicamente italiana, che permise ai compositori di scrivere testi adatti a disciplinare il canto per meglio adattarsi alle opere stesse.

E anche qui si sottolinea l’importanza dei corsi dell’Accademia Jacopo Napoli; è proprio grazie a questi perfezionamenti che si possono realizzare serate come quella che seguiremo. E se davvero Cava saprà adeguarsi a questa eccellenza, regalandole spazi idonei, allora, con la presenza di orchestre e cori, si potrà avvicinare ancora più pubblico alle opere dei grandi artisti del passato, che hanno però tracciato una strada maestra per la nostra formazione.

Sarà dunque la voce di Eufemia, negli intervalli tra le varie arie scelte da diverse opere, a portarci per mano in questo cammino studiato dal maestro Enzo Di Matteo, accompagnato al piano da Luigi Maresca.

Paolo Visentin, baritono, è l’interprete della prima aria: “Medaglie incomparabili”, tratta da Il viaggio a Reims. Viaggio che molti nobili e corti al seguito, intrapresero per seguire l’incoronazione di Carlo X.

Visentin è giovane già conosciuto al pubblico della Corti come la sua abilità. La capacità di dare, nel canto, tutte le varie inflessioni tipiche delle lingue che cita, dallo spagnolo, al polacco, al francese, al tedesco, al russo: bellissimo effetto.

La voce narrante ci presenta la seconda aria, “Come tacer” tratta dall’opera La Cambiale di matrimonio e scritta da Rossini a soli 18 anni. La interpreta il soprano Angelica DIsanto. C’è una così intensa partecipazione da diventare recitazione. Si canta un sentimento, uno stato d’animo e non può essere solo una questione di voce. Che è bellissima per la cronaca. Segue perfettamente l’andare del pianoforte, sono sulla stessa lunghezza d’onda, e quando arrivano al finale, incantevole, la voce si trasforma in musica.

Le prossime tre arie arrivano da Il Barbiere di Siviglia. In successione “Il vecchiotto cerca moglie” interpretata da Anna Facciolo, soprano; poi “La calunnia” con il basso Vito Difonzo e “Una voce poco fa” del soprano Erika Liuzzi, anche lei già seguita negli anni passati.

Quando si passa a La Cenerentola, Eufemia ricorda che fu un successo generale, l’unica voce fuori dal coro fu quella di Stendhal. L’aria è “Sia qualunque delle figlie” e ritorna Paolo Visentin, accompagnato in scena dalle colleghe che lo aiutano nella rappresentazione. Quando scende dal palco e canta in mezzo a noi, ci permette di apprezzare ancora più da vicino la perfetta padronanza della dizione e della scioltezza che definirei sorprendente.

Sul Don Pasquale di Donizetti, Eufemia sottolinea ancora il belcanto e le trame che hanno accoppiato versi e musica. Una prerogativa tutta italiana ed è per questo che vengono qui a studiare da tutto il mondo. Gli interpreti di “Pronta io son”: Erika Liuzzi e Paolo Visentin. Coppia ben affiatata, che abbinano la grande voce e la grande capacità espressiva.

Da Offenbach, autore de I racconti di Hoffman, l’aria della “Bambola”, con Fabrizia Spada soprano. Viene “consegnata” al palco come un pacco e messa lì al centro. Carinissima nel vestitino corto rosso, e bellissima quando si spegne e il suo “guardiano” la rimette in movimento. La riporta via come l’aveva introdotta, come un sacco, ma lei, a sua insaputa, ci saluta birbona!

Torna Rossini con La Danza, che è in realtà una tarantella. Di nuovo Angelica Disanto, e di nuovo a creare atmosfere romantiche con l’ombrellino ricamato.

Ultimo pezzo. Eufemia ancora una volta ci spiega anche la scelta del brano, perché “…noi crediamo alle fiabe e al lieto fine. Le Corti dell’Arte hanno sempre un lieto fine e voi (noi pubblico), siete la certezza che quanto facciamo viene apprezzato”

Da La Cenerentola, “Non più mesta” affidata a Erika Liuzzi, anche se arrivano tutti sul palco. Tutti per amplificare l’esibizione di una. Fanno il coro ed è un bellissimo effetto. Che sia un’anticipazione di quanto auspicato all’inizio? Loro, il piano e un sogno che si realizza.

Per gli applausi finali, meritatissimi, arrivano anche il pianista Luigi Maresca e il maestro Enzo Di Matteo. Eufemia ne approfitta per un ultimo saluto a chi ha permesso ancora una volta tanto raffinato lavoro con il dovuto augurio che Cava sappia mantenere e soddisfare la sua grande tradizione.

Noi pure salutiamo e ringraziamo. Chi è stato dietro le quinte, chi ci ha portati per mano, i grandi maestri che ci hanno regalato le loro splendide performance.

Sarà lungo un altro anno per poterli ritrovare tutti; compagna della nostra attesa, la certezza di trovare ancora meravigliosa musica e professionalità.

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