Una vita a foglietti

L’album

macinaSono passati giorni e sono passati mesi. Giorni da quando l’ho visto e mesi da quando sono state scattate.

Sono foto, sono tante, sono il ricordo visivo di un giorno magnifico, sono una prova indelebile di una storia. No, non di una. Di tante, di troppe storie.

Tante ce ne siamo trovate a guardare, a vivere, a rivivere mentre le veline delicate scoprivano sorrisi e abbracci, benedizioni e riso di buon augurio, gruppi di amici e famiglie raggruppate per non evidenziare i buchi che contenevano.

Non è bello e non è facile guardare e vedere sempre la stessa storia. Anche quando non vuoi, anche se non deve esserci nessun motivo per essere tristi, quell’ombra ti attraversa sempre, prima il cuore e poi lo sguardo.

E non può essere diversamente. Da qualunque angolazione le guardi, in qualunque vestito tu ti metta. Se sei l’invitato, se sei il parente, se sei lo sposo, se sei la sposa, se sei l’amico. Tutto ha in sé una forzatura, una pennellata che stona.

Ieri guardavo i colori del cielo. Era una giornata piovosa, nuvole grigie, ma da lontano, da quel cucuzzolo che ho la fortuna di poter attraversare, avevo un’ampia visuale. Lo stesso paesaggio fatto di ombre scure e allo stesso tempo un Vesuvio chiaro e in lontananza una striscia di rosso di sera, che precede quella frase bel tempo si spera..

E proprio quei contrasti di colori così netti, così estremi, mi hanno ricordato come in un solo posto, in una sola comunità, in un solo giorno, in un solo momento, si possono trovare tante cose e molte che si scontrano tra di loro.

Noi siamo così, siamo diventati così.

Non c’è quasi nulla che riusciamo a fare in maniera monocromatica.

Non c’è quasi nulla che riusciamo a vivere guardando in una sola direzione.

Ogni nostro senso ha una deviazione innaturale, ha una divagazione che ci porta in luoghi sperduti, o forse luoghi che oggi sono diventati molto più familiare e per questo sempre più dolorosi. Perché non è sempre vero che il tempo aiuta a cambiare i ricordi. Non è sempre vero che il tempo riesce a cambiare il dolore.

Vero è tutto quello che rimane dentro, è quella sensazione di vuoto che ti prende all’improvviso, guardando una foto, rivivendo un pensiero, ricordando un sorriso, un momento. È quella certezza di non poter cambiare il passato e nemmeno il presente e di dover vivere così, nonostante tutto.

È la consapevolezza di essere attaccati ad una ruota che gira come le macine al frantoio e mentre dà un po’ di respiro a te, sai con estrema lucidità che sta schiacciando l’altro. Perché ognuno di noi ha vissuto questa storia in maniera diversa. La stessa storia scritta con tante mani, filtrata attraverso tanti cuori, alimentata da infiniti sentimenti che continuano ad alimentarsi. Non di odio sia chiaro. Si alimentano di quella certezza di ciò che si è perso.

Molti di noi hanno avuto lo schiaffo dell’abbandono, un altro vivrà quello del rifiuto, della negazione della conoscenza. E non c’è da stare qui a decidere a chi può far più male. Fa male a tutti.

Nelle nostre 24 ore c’è sempre una finestra che si affaccia su quel mondo che doveva esserci e non c’è più. Un mondo cancellato solo da ignoranza, da presunzione, da falsità. Da tanta di quella cattiveria che è ormai così evidente che la conoscono quasi tutti. Ma neanche questo cambia la nostra ferita.

E ci saranno altre foto e tanti altri momenti belli che avremo il piacere di vivere, ma quei buchi, quei vuoti resteranno impressi su quelle pellicole forti più delle presenze.

E la profonda delusione è sapere che chi manca, non si rende conto di quanto davvero manchi.

2 thoughts on “L’album

  1. Teresa d.

    Ricordi, sono tante cose i ricordi.
    Sono qualcosa che hai, qualcosa che custodisci e qualcosa che hai perso per sempre…
    Buona giornata della donna alla donna appassionata e sensibile che sei.

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