Una vita a foglietti

Sipario d’inverno – “Le facce toste” Castagneto

siparioUltimo articolo delle compagnie in gara della Rassegna. Scusate il ritardo

Siamo arrivati davvero velocemente all’ultima compagnia in gara per la Rassegna Sipario d’Inverno” al CUC, ospiti di P&P friends. Ad esibirsi ci sono “Le facce toste”, una sottosezione dell’Associazione culturale “Il Tiglio” di Castagneto, che nasce soli due anni fa con la voglia di stare insieme in maniera costruttiva e quale modo più intelligente  e formativo di impegnare il proprio tempo libero che non lanciarsi nel mondo del teatro?

La storia viene scelta ancora una volta nell’ampio repertorio di E. Scarpetta, “Felice maestro di calligrafia” con l’immancabile personaggio Felice Sciosciammocca (Vincenzo Palumbo) cha come sempre vive una vita apparentemente sfortunata. Egli nutre infatti un profondo amore, tra l’altro corrisposto, per Virginia (Arianna Giordano), figliastra del barone Andrea (Adriano Buonocore) e figlia di Ceccia (Rosarianna Rosano), entrambi di umili origini, ma la fortuna ha voluto che il Barone Andrea godesse dell’amicizia di uno straniero solo al mondo che, in punto di morte, gli lascia un’eredità che lo renderà sì ricchissimo, ma altrettanto arido di sentimenti, al punto da dimenticare la prima moglie e il figlio per seguire il sogno di ricchezza.

Ma come spesso accade, la servitù diventa la vera  protagonista sul palco. Essendo casa di “Barone”, ce ne sono addirittura quattro: Achille (Vincenzo Trapanese), maggiordomo poco ascoltato e molto poco contento della sua vita in casa; Carletta (Michela Milito) che gira con fazzoletti alla mano perché ogni storia che sente la commuove; Nannina (Samanta Baldi), cameriera di fiducia della signorina Virginia, in continua competizione con Sesella (Andreana Buonocore), vera mattatrice della casa e della serata. Il suo modo di entrare in scena, di interpretare quel personaggio a volte stupido, più spesso furbo, impicciona nelle storie di casa, venale nella ricerca della paga e di situazioni a lei favorevoli, è perfetto. Quando non senti la recitazione ma una reale presenza nelle vesti del personaggio, è davvero un piacere. Anche perché l’ilarità che genera è spontanea: praticamente si aspettavano le sue battute!

Ma nella storia non poteva mancare lo sposo designato, il marchesino Alberto (Salvatore Di Martino) con un parlare nobile con tanto di “erre moscia” costruita e un’aria da perfetto bamboccio di famiglia, molto ben riuscita, sempre dietro alle gonne di mammina, la marchesa Zoccola (Giovanna Consalvo) e potete immaginare, sulla bocca di Sesella, cosa è diventato questo difficile cognome. Anche la marchesa si esibisce in un goffo ma comico tentativo di sedurre il povero Felice, che accetta le avances sperando di far ingelosire Virginia, credendo che lei acconsenta al matrimonio con il marchesino.

Mentre la servitù litiga, Felice soffre e il barone ribadisce con aria arrogante la sua condizione di ricco, si presentano in casa i parenti poveri di Ceccia, il fratello Michele (Livio Cuccurullo), la sorella Rosina (Iolanda La Ragione) donnina allegra e le sue amiche Tina (Tina Abatemarco), Rosalia (Maria Assunta Melone), Carmelina (Cosetta Silvestro), Nadia (Nadia Apicella), Grazia (Gerarda Carratù). Quando arrivano, si scopre un altro aspetto della commedia e del gruppo: loro cantano e ballano. Michele alla chitarra e al canto, Rosina prima donna e le amiche che l’accompagnano in un “can can” più divertente che “osè” con la musica che coinvolge molto la sala, soprattutto quando parte “O suldate innamorato”.

Il finale sarà come sempre a lieto fine, con la scoperta di Felice come vero figlio del barone e dunque giusto patito per Virginia, e il barone stesso che rinuncerà all’arroganza che lo ha contraddistinto, per apprezzare gli affetti familiari. Il tema della ricchezza e della povertà, degli animi nobili e di quelli gretti, del pensare agli uomini in base a ciò che Ho e non in quanto Sono, sono argomenti attuali. Sempre. La ricerca di valori che rendano l’uomo più legato a ciò che conserva nel cuore piuttosto che nel portafoglio, è sempre troppo attuale, e questo la dice lunga sui miglioramenti della nostra crescita. Ma se la commedia ci regala speranza e gioia, noi apprezziamo e conserviamo: un lieto fine è assai gradito.

Nel complesso la serata è risultata più che piacevole, lo spettacolo, che come avete visto ha coinvolto molti personaggi a cui aggiungo Antonio Baldi, nelle vesti del vecchietto che interviene dalla sala, ha saputo intrattenere il pubblico in un modo nuovo, con l’aggiunta, come si diceva, di momenti da operetta. Purtroppo la stessa cura e fantasia che ha dedicato al ritmo, all’originalità e alla simpatia dell’allestimento, la pur brava regista non sembra averla rivolta alla recitazione dei singoli attori, soprattutto di alcuni impegnati nei ruoli principali, che più di una volta sono apparsi incisivi nella caratterizzazione di personaggi e nell’applicazione dei tempi comici. Niente di grave, beninteso, soprattutto tenendo conto della passione e  dell’entusiasmo dimostrati. ma pur col materiale umano a disposizione, siamo convinti che si poteva dare qualcosa di più.

Comunque  la regista, Iolanda La Ragione, sembra proprio essere una persona vulcanica ed è riuscita a trasmetterlo dal palco e sul palco, ed anche nel saluto finale quando a nome della Compagnia ci ha invitati  a parlare di loro se li abbiamo apprezzati e a tacere se non sono stati di nostro gradimento. Le “Facce toste” servono anche per questo.

Ma ormai tutti hanno dato il loro contributo, l’appuntamento è per la serata finale durante la quale assisteremo ad una commedia non in concorso, ma che già ci incuriosisce visto che sarà un debutto. L’invito è per tutti dunque, il 5 dicembre, per assistere a “Un Diavolo per Capello”, commedia di Luigi Sinacori e che vedrà l’esibizione dei padroni di casa, P&P friends e la scoperta dei vincitori delle varie categorie: miglior Spettacolo, Miglior Attore/Attrice, Premio speciale della Critica.

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