Una vita a foglietti

I colori di Claudio

mani-neonatoI colori di Claudio, quando lo vedo la prima volta nella mia vita e nella sua di vita, sono il grigio, il nero e il rosso.

Grigio come il colore della sua tutina, nero come i suoi capelli e rosso come il colore delle sue manine fredde che si sono attorcigliate intorno al mignolo del suo papà.

Sei nato da poche ore e già ci guardi con occhi interessati. Medici e persone colte diranno che forse vedi o forse non vedi, ma io vedo te e mi piace pensare che stai osservando queste prime persone che guardi e che sono i pezzi di una famiglia che ti ha aspettato e che oggi ti accoglie per la prima volta.

Ma la nostra prima volta è breve, il tempo di un’ora di visita in una clinica e poi tutti fuori, con le tue prime foto nel cellulare e i primi ricordi che si aggiungono a quelli di una vita.

Siamo arrivate in tre, come capita spesso ormai. Ce ne andiamo che siamo un po’ di più, anche se lo spazio in macchina è sempre lo stesso. Siamo noi, con i nostri pensieri che non ci raccontiamo neanche più. Li conosciamo, non vale la pena sprecare parole per qualcosa che non sarà mai. Che non sarà più.

Ed è adesso che abbiamo imboccato la strada del ritorno, la tangenziale e l’autostrada che mi accorgo di questa esplosione di colori che credo di non aver mai visto nella mia vita. C’è di tutto. In questa fredda ventosa giornata di aprile, le nuvole sono state portate e allo stesso tempo allontanate. E nel cielo immenso di questo golfo, vediamo l’immensità. Nella direzione verso casa c’è un misto di azzurro velato di grigio, a sinistra una coltre più spessa di nuvole che minacciano pioggia, ma a destra c’è l’azzurro del mare. E Capri si allunga sinuosa ad accarezzare le acque tranquille mentre un rosso che sembra un incendio ci copre le spalle, come a ricordare quel rossore delle tue piccole mani, delle tue guance ancora stremate dalla fatica per arrivare in questa nuova vita che stai aspettando di conoscere.

E poi da questa miscela di luci contrastanti, di grigi, di azzurro, di arancio tramonto, sui palazzi e sui pini tipici di questa macchia mediterranea, viene fuori un rosso pompeiano che illumina palazzi e alberi e anfratti di verde che verde non è più e un muro dove sono cresciuti cespugli d’erba che si nutrono di questo spettacolare dono della natura.

Io guido, non posso distrarmi, ma cerco di cogliere l’immensità di questo momento che sembra volermi dire qualcosa: come mai tutto questo arcobaleno di sfumature, di possibilità, di prospettive, di occasioni che la natura ci regala? E voglio pensare che sia il saluto di questo mondo proprio per te piccolo Claudio.

Tu sei all’interno di una stanza, al calduccio, tra le braccia della tua mamma, dopo aver conosciuto la forza e la presenza del tuo papà, ma fuori c’è il mondo. Un mondo che ti aspetterà, che ti sta salutando con tutto quanto di più bello poteva preparare per te e che tu non vedrai stasera, ma che io ti conservo su questo foglietto perché non ho avuto la possibilità di fotografare lo spettacolo meraviglioso che abbiamo visto.

Questi colori questa natura questo pazzo mondo che da tante parti sembra scoppiare, ma che scompare nel tenerissimo abbraccio di un piccolo esserino che non può avere ancora idea di quanto sia grande, a dispetto dei suoi piccoli tre chili, ma che nasconde un tesoro immenso, un dono stupendo, come questi colori che abbiamo visto solo noi ma che ti regalo nel ricordo di un pomeriggio speciale. Benvenuto.

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