Una vita a foglietti

La pazienza di un bambino

Quante volte cade un bambino prima di imparare a camminare?

Quanto tempo impiega per capire i meccanismi di un gioco?

Quante volte è disposto a far girare la ruota di una macchinina o a far rotolare una pallina?

Quante volte prova ad incastrare i pezzi di una costruzione colorata?

Per ognuna di queste domande la risposta è la stessa: tante.

Tante volte prova e riprova, senza fretta perché in un bambino non ci sono frustrazioni non c’è rivalsa non c’è esibizionismo non c’è competizione: c’è solo voglia di imparare.

Noi non sappiamo ricordare la pazienza dei bambini quando dobbiamo cominciare un nuovo percorso e non abbiamo il giusto atteggiamento per porci di fronte alle novità con la meraviglia dovuta.

Noi diamo molto per scontato e non andiamo a fare le verifiche dovute, pensiamo di sapere molto e non ci dedichiamo ad imparare oltre. Noi siamo grandi che non sanno essere piccoli.

Noi, che da educatori dobbiamo lasciare il tempo ad un bambino di imparare, dimentichiamo, “come adulti”, di doverlo continuare a fare.

In questa girandola di ruoli cerchiamo di occupare il giusto posto.

Un bambino ha tanta pazienza senza sapere di averla, noi la perdiamo senza ricordarci di averne bisogno.

La pazienza di un bambino è talmente grande da saper accettare anche un ballo di San Valentino con la vecchia zia, regalandole sorrisi senza denti, ma con tanto cuore.

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