Una vita a foglietti

Cava for all- Passeggiate alla “conquista” di Cava

Martedì 27 novembre, secondo appuntamento di Cava for all, progetto organizzato dalla Cooperativa sociale Cava Felix, fondata da Emiliano Sergio, nell’ambito del progetto “Green Generation Hub” che si pone come obiettivo la scoperta e la valorizzazione del territorio cavese, includendo, in questo viaggio, altre associazioni, scuole, cooperative che trattano disabilità e categorie protette. La meta è Monte Castello, attraversando le frazioni di San Pietro e Annunziata.

Il primo gruppo che parte comprende una classe della Carducci Trezza di San Pietro con le insegnanti, il consigliere comunale Eugenio Canora, Attilio Palumbo, referente di Legambiente e lungo il percorso si uniranno Aniello Ragone e Ferdinando Giordano di Cava storie, Katia Siani e Natasha Fabbricatore, socie di Cava Felix e organizzatrici degli appuntamenti, ma non solo. Nella chiesa dell’Annunziata facciamo una sosta, ci ospita la cooperativa Annova con Angela Mazzotta. Offre sedie per tutti, si racconta e ci racconta…, ma intanto io ripenso che la passeggiata era iniziata con spirito dubbioso, le prime sensazioni erano state queste:

Giornata grigia, aria immobile, nuvole a coprire i cielo. Tutto sembra spingere al nulla. Anche una leggera, leggerissima pioggia, talmente lieve da non bagnare né gli abiti né la strada, pare voglia invitarci a desistere; ma non ha abbastanza forza. Tutto quasi impercettibile, come una foto dove guardi i soggetti ma non ne percepisci i movimenti. Macchine sporadiche, passanti distratti… Pigrizia, ma il gruppo parte lo stesso.

E infatti non c’è nessuna pigrizia nelle parole di Angela. Il racconto della loro storia, della necessità di creare aggregazione in frazioni lontane dal centro che rischiano altrimenti di non avere punti di ritrovo, tantomeno possibilità di impiegare tempo libero e creare opportunità di relazioni. Lavoro lungo, difficile, che con il tempo e i nuovi impegni si è modificato, ma è rimasto inalterato nello spirito: “tenere porte aperte”. Quando poi si mette il dito nel verbo “fare”, è obbligatorio il richiamo alla politica. Alle tante promesse di poter meglio utilizzare quel Castello così importante per Cava mai mantenute, alla richiesta di organizzare eventi che dessero lustro alla costruzione e impegno ai residenti, non si sono mai avute risposte concrete. Ma abbiamo un assessore presente e il suo intervento è doveroso. Perché a volte anche presenze sul territorio rischiano di intralciare il progresso. Ma se l’intento si scopre comune, allora la promessa è presto fatta: dalle aule consiliari partiranno proposte e il territorio dovrà prendere decise posizioni  con chi, nella stessa frazione, cerca di impedire un cambiamento: “I cittadini che cominciano ad entrare negli interessi del territorio”

Non c’è più traccia di inattività in questa stanza. Emiliano ricorda che il Castello non è più visibile da San Pietro perché l’erba lo ha interamente coperto, e che come primo obiettivo si potrebbe pensare di aprirlo per pochi giorni organizzando eventi di musica e incontri; Aniello, come vuole la sua Associazione, fa qualche domanda di storia, ma non vuole interrogare e mettere voti a nessuno. Coglie solo l’occasione per darci delle informazioni in più sul luogo dove ci troviamo.

Questa sala, che oggi è piena di giovani, un tempo erano il cimitero della chiesa, ma dall’800 i locali sono stati restaurati e adibiti ad altro. Dalla morte si rinasce e questa immagine sembra ancora più vera, con tutta la vita che oggi si sente tra queste mura.

La sosta finisce, ma non si perde la forza delle parole che sono state pronunciate.

La salita fino alla zona dell’hotel Pineta La Serra si fa sentire. Ci sono più pensieri che conversazioni perché il fiato è corto.

Aniello avrà ancora voce per raccontare, nello splendido anfiteatro naturale che regala una vista mozzafiato sull’intera valle, fino al Vesuvio, la storia del Castello. Qualcuno dei ragazzi fa una premessa, perché l’obiettivo, nelle scuole, è dare spazio alle nostre tradizioni.

La storia è un pezzo delle nostre vite, specialmente quella che non abbiamo vissuto e quella che contribuiremo a scrivere. Non si può ignorare da dove veniamo e cosa e come siamo diventati ciò che siamo. Tutti sono attenti e le insegnanti promettono che ne faranno oggetto di ulteriore studio.

Il vento, il freddo e il timore di una pioggia più violenta ci fanno desistere dall’avvicinarci al Castello, ma l’obiettivo è tornare in primavera, quando forse alcune di quelle promesse avrà già messo qualche tenera radice.

La discesa è più facile, più leggera, o forse siamo noi a sentirci un po’ più forti per un piccolo regalo che ci è stato fatto. Una scolaresca, che è il nostro futuro; molti adulti che rappresentano qualcosa: attività, progetti, sogni. Tutte cose dinamiche, in divenire, che si scontrano con l’immobilità che spesso non è solo metereologica.

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