Una vita a foglietti

“La Divina” nel Giardino del marchese

libro-la-divina-costiera-amalfitana-luglio-2014-vivimedia-120x120Articolo dedicato alla serata di presentazione del libro la Divina di Area blu edizioni e pubblicato su Vivimedia.eu. Come sempre tornano qui

Il Giardino è stato violato. La pioggia già vissuta nel pomeriggio e temuta, è tornata. Pochi minuti per riprendersi una ribalta che in questa strana estate si è conquistata di diritto quasi, ma poi anche lei si è arresa, anche lei ha riconosciuto l’importanza di colei che era la protagonista prescelta della serata: La Divina.

La Divina è una raccolta di cartoline, è un libro storico,  è un romanzo, sì è un po’ di tutto. E’ il frutto del lavoro di persone che hanno voluto che l’amore per il territorio venisse rivalutato e ognuno ha impegnato le proprie risorse. Da Gerardo Di Agostino in rappresentanza di  Area blu edizioni, casa editrice che difende strenuamente il cartaceo, ad  Alfonso Prisco “regista” dell’opera che si è occupato della raccolta certosina di  cartoline e storia, poi Ernesto Manzolillo, “scenografo” per la valorizzazione grafica del volume, il Maestro Mario Carotenuto e la giornalista Maria Rosaria Sannino, i due “tramontani” che hanno dato parole e vita alle immagini.

Quando Franco Bruno Vitolo, presentatore della serata, inizia la lettura di un brano, puoi chiudere gli occhi e credere di essere ovunque, ma quando senti “dopo la curva la rivelazione”, puoi essere solo lì: in quella costiera che noi immaginiamo e conosciamo con gli occhi di oggi e non con le parole di La Capria. Lui ci parla di un mondo che ancora non era quel centro di èlite che è diventato oggi, ma già mostrava nel suo essere, da un punto di  vista geografico, l’immensa potenza di una bellezza a volte esagerata, impensabile, indescrivibile. Una meraviglia che spesso lascia nell’intimo delle sensazioni così profonde che non sempre possono essere espresse; quando la perfezione è così a portata di mano, diventa altro: una trasposizione dell’anima, una gratificazione dei sensi, un appagamento del corpo.

Il libro rivisita, attraverso cartoline “vissute”, gli anni passati della Costa, con la storia del territorio non solo da parte dei turisti. C’è qualcuno che viene e va, ma molti altri che nascono e crescono e restano. E quei posti non li vivono solo con la dolcezza del sole, con i tramonti spettacolari, ma con le piogge, i disagi di strade poco comode, poco veloci, che non hanno scorciatoie.

Il Maestro Carotenuto, dice che le notti in costiera sono un’altra cosa: non televisore, computer o altro. La notte della costiera è mare, è profumo, è vita vissuta da capire innanzitutto: la Costiera è per chi ha sentimenti. E’ una favola.

Il tuffo nel passato che facciamo con questo libro, ci ricorda che “noi siamo la Storia”, ma oggi si insegue e si spinge solo sulla modernità. Conoscere chi siamo non è proprio l’obiettivo principale dell’”uomo moderno”. Ma se guardiamo bene cosa stiamo costruendo e in che mondo stiamo vivendo, forse dovremo pentirci di qualche scelta fatta.

“Noi Italiani siamo fatti per non capire o peggio, per rovinare le nostre ricchezze” è un’altra frase del Maestro. E lascerei che queste parole rimanessero in bella mostra, che venissero stampate sulle scrivanie di chi ha il potere di valorizzarle queste ricchezze, insieme a quelle profonde di un Alfonso Gatto che forse aveva sperato altro quando scriveva della costiera: “Un diamante prezioso …. con il mare come una piazza, rispettato e amato dall’uomo che vi camminerà in punta di piedi”.

Ma su queste terre non sempre si è camminato in punta di piedi, anzi, spesso sono state usate scarpe chiodate ed è giusto richiamare l’attenzione di chi gestisce questo tesoro “…nato da un sussulto della terra, con case bianche di luna…”

Perché quando si ha un patrimonio di tale bellezza, quando la scelta del volume parte con la foto della nostra Badia, con quella Cava da sempre La Sosta per i famosi artisti che l’hanno capita prima di noi, vedere delle sedie vuote, in una serata così, è segno di un’ennesima occasione mancata, di una maturità che ancora non ci appartiene e da parte di chi è assente e di chi ha forse fatto in modo che non ci fosse posto per tutti.

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