Una vita a foglietti

50 metri Rana

kazan-20152 agosto, piscina.

Nuvole e sole; montagne e acqua; alberi e ombrelloni. Tutto e il contrario di tutto.

Niente di strano, niente di nuovo. Sembra. All’apparenza.

Perché questa piscina, anche se frequentata da ragazzi, non vede giochi, non accoglie svaghi: realizza sogni.

Allenatori con fischietti, parole e consigli che non comprendo, masse d’acqua spinte via, allontanate come macigni che ostacolano la strada; immediate esplosioni di giovani muscoli che hanno voglia di imporre la propria forza, la propria vitalità.

Tante corsie, ma una sola quella che conta: la tua. Quella che ti dovrà vedere volare, sfilare sulla superficie trasparente e morbida, ma che può diventare dura e ostile mentre cerchi di percorrerla in fretta, più in fretta che puoi.

50 m rana, più o meno 30 secondi. Un tempo vissuto per anni dentro piscine senza pubblico, solitarie, come soli si è dentro quell’unica striscia d’acqua che separa dal sapore di un sogno.

Arriva il momento…

Così scrivevi pochi giorni fa, piccolo grande Emanuele, quando è arrivata la notizia: campionati italiani

Campionati italiani.

Giorni, anni, chilometri di sogni inzuppati d’acqua, di bracciate che inseguivano un tempo e poi il cronometro che si ferma proprio lì, su quei pochi secondi che bastano per rendere reale tutto quello che per anni è stata solo fatica.

Vi vedo, tutti voi che da domani correrete per qualcosa di diverso dal sogno che avete vissuto finora.

50 m sono niente, sono solo più o meno 30”.

Da quei blocchi di partenza, per chi vi guarda, non si muove quasi niente. Siete voi, lì, in acqua, che sapete quanto ogni muscolo, ogni respiro, ogni goccia d’acqua che si frappone tra la mano e il traguardo di fronte, è un passo verso quel qualcosa di nuovo.

Un gabbiano, nel cielo grigio e quasi nuvoloso, gareggia con voi, quegli spruzzi forse lo confondono, nello scintillio dell’acqua vi avrà creduto prede.

Ma non lo siete. Se ne accorge, finisce la sua gara con voi, non conosciamo il vincitore, ma noi sappiamo che il sogno si è realizzato.

Il lavoro, il sacrificio, lo avete già vissuto. Quello che vi resta da fare adesso, è assaporarlo.

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