Una vita a foglietti

Attualità

attMi impongo spesso di non aggiungere altre piaghe alle mie giornate, occupandomi poco del marcio che attanaglia in campo politico. Ma poi in alcuni momenti mi sembra un dovere esprimere un pensiero perché la volontà di qualcuno è proprio quella di zittirci, ma non ci riusciranno.

Faccio un’appunto che si può riportare anche nel privato perché a volte certe cose si fanno non per cambiare il corso degli eventi, ma per una necessità personale. Diversa dalla vendetta, come facilmente si potrebbe credere, solo un bisogno di verità quando ti accorgi che le menzogne hanno seppellito completamente gran parte delle nostre esistenze. Ma qui chiudo la parentesi e ritorniamo all’amico Stato, ai grandi protettori di interessi

Oggi in macchina con Felice, parlavamo dell’azienda di elettrodomestici che ha proposto ai suoi dipendenti di togliersi una parte di stipendio per continuare ad averne l’altro pezzo. Alternativa: chiusura. Questo non deve  diventare secondo voi un problema dello Stato? Come suggeriva Felice, la proposta si potrebbe anche accettare se i nostri politicanti, adottassero contromisure: abbassare il costo della benzina, delle utenze, delle assicurazioni, etc etc… Questo permetterebbe a tante famiglie di rinunciare anche a 100 € in busta paga, ma ricevendone poi un vantaggio nel bilancio familiare. Ma chissà se questa genialata arriverà alle loro menti sopraffine. Ma senza prenderci in giro, sappiamo che non è assolutamente questione di testa, ma di tasche.

E per questo oggi, leggendo un altro articolo, ho collegato le due cose. Vi spiego. A Cuba da diversi anni, la ricerca in campo medico ha prodotto soluzioni davvero notevoli per malattie che distruggono milioni di vite all’anno nell’intero pianeta e sicuramente la rovinano qualitativamente almeno al triplo dei diretti interessati. Anche qui la testa meriterebbe il sopravvento, ma purtroppo è sempre la tasca ad avere non solo l’ultima, ma anche la prima parola. Vaccini che permettono di bloccare diverse forme tumorali, farmaci che possono evitare l’amputazione delle dita dei pedi nei soggetti diabetici, possono ben valere un pò di interesse? Per pochi no. Le grandi industrie farmaceutiche hanno le mani in pasta ovunque. Per i loro obiettivi di fatturato, sono sospettati anche di colpi di stato verso chi voleva intraprendere altre strade nel campo delle forniture mediche. Riporto da un articolo a riguardo “Il Premio Nobel della medicina Richard J. Roberts denunciava recentemente che le aziende farmaceutiche orientano le proprie ricerche non verso la cura delle infermità, ma lo sviluppo di farmaci per dolenze croniche, molto più remunerativi. E segnalava che le malattie proprie dei paesi più poveri – per la loro bassa redditività non venivano investigate. Per questo, il 90% dei finanziamenti per le ricerche viene destinato verso le malattie del 10% della popolazione mondiale.” (Vi consiglio di leggere tutto il testo http://www.cubainformacion.tv/index.php/lecciones-de-manipulacion/47891-cuba-crea-cuatro-vacunas-contra-el-cancer-una-leccion-a-las-farmaceuticas-que-no-sera-noticia).

Ma stiamo sotto il cielo. Forse la differenza è che se serve a loro, un volo per Cuba per farsi curare lo possono prendere e noi no. Ma alla fine poco importa. Nell’ultimo viaggio si parte senza bagaglio!

 

 

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