Benvenuta
C’è una data, un momento in cui puoi dire che una cosa ha inizio, o che qualcosa cambia.
Se io dovessi dire quando sei diventata grande, direi la notte tra il 30 e il 31 agosto 2013. Un giornata il 30, che ricorderemo tutte e due, in una notte in cui mi hai guardata con occhi diversi: forse ho smesso di essere il tuo nemico. E tu hai cominciato a capire cosa vuol dire avere responsabilità. Per te, verso le tue scelte, verso qualcosa o qualcuno che è legato a te in maniera indissolubile. Ora ci sono i tuoi 18 anni. Auguri e benvenuta nel mondo dei grandi. Quello a cui bramavi e non mi credevi quando ti avvisavo che qui le prospettive sono diverse. Quando ti invitavo a non lamentarti degli anni della scuola perché sono meravigliosi. Anche dopo, tutto può essere molto bello, ma gli occhi hanno perso quel velo di ingenuità che li protegge. Negli anziani la chiamano cataratta, la operano; nei giovani diremmo che cade da sola, come il cordone ombelicale del neonato. Ma questa nuova visione del giorno, della notte, delle prospettive, della vita insomma, è ripulita dell’ingenuità dei ragazzini, di quella voglia di vivere solo il momento e non il domani.
Comunque è giusto che questo giorno arrivi. E ti dico “Benvenuta a bordo”, sapendo che su questa nave, finché noi ci saremo, non remerai mai da sola.
Mammola
- Il giovane vecchio che arriva
- Due euro