Una vita a foglietti

“Il conciorto” apre la Rassegna Le Corti dell’Arte

 image002Da Vivimedia

Cava de’ Tirreni, giovedì 18 agosto, complesso di San Giovanni. Questo il posto per la serata inaugurale della  XXIX edizione delle Corti dell’Arte, l’annuale rassegna musicale estiva che si svolge nei suggestivi spazi storici del Borgo. Il cortile è cambiato rispetto all’ultima volta che l’ho visto, ma dimostra ancora di essere “in corso d’opera”. Il tutto però non sembra distrarre il solito pubblico attento e competente, che aspetta l’inizio della serata per colmare la voglia di bello che da sempre accompagna la manifestazione curata da  Felice Cavaliere, con la collaborazione di Tiziana Silvestri e presentata da Eufemia Filoselli.

Il palco è pronto, ricco di prodotti dell’orto.  Cosa può significare una mela su un computer lo so bene. Cosa possono essere cassette di ortaggi sullo stesso palco dedicato alla musica, mi riesce un po’ più difficile immaginarlo. Ma i quindici giorni delle Corti dell’Arte fanno diventare Cava un vero e proprio conservatorio, ricco di fantasia e immaginazione.

Come meravigliarsi quindi di un concerto legato ad un orto? Èd ecco il  “Il conciorto”, di e con Biagio Bagini voce e chitarra, e Gian Luigi Carlone, altra voce più sax, flauto, elettronica e verdure.

A presentarli, come dicevamo, Eufemia Filoselli, che, prima di dare il via alla performance, saluta il pubblico e anche un parterre di tutto rispetto: il sindaco Enzo Servalli, il vicesindaco Nunzio Senatore, assessori, ma anche il sindaco di Mercato San Severino e assessori di altri comuni vicini. La presentazione si dilunga un po’, ma i motivi sono più che validi.

Lo stesso Sindaco Servalli, che viene a salutare i suoi concittadini, chiama Felice Cavaliere, visto che nessuno più di lui può e deve dare il benvenuto ai numerosi ospiti e pubblico, ma anche per informare di una notizia che ha un peso specifico per Cava davvero notevole. La nostra città ha ottenuto un finanziamento di 130 mila euro per investimenti culturali per l’edizione – contenitore invernale de “Le Corti dell’Arte” e come tale relativa alla grande programmazione culturale prenatalizia e natalizia della Città! Il Sindaco ha voluto ringraziare di questo il presidente della Regione De Luca, che ha deciso di mettere la nostra città al centro di un progetto che le riconosce un ruolo da protagonista nel panorama regionale.

Felice Cavaliere spiega che ci sarà una sorta di animazione cittadina natalizia, visto che possiamo vantare un’architettura quasi da teatro all’aperto. Lui non è molto propenso a dare ulteriori spiegazioni, ma un’intraprendente, e a ragione, Eufemia, riprende la parola perché c’è bisogno di un’ulteriore chiarimento.

Cava ha partecipato, come altri Comuni, a questo bando proposto dalla Regione, ma sono state proprio le radici di questa manifestazione a consentirle di vincere. Una storia di ventinove anni, una visibilità internazionale, non sono titoli che possono vantare in tanti e dunque la scelta è fatta. Insomma, è Cava a ricevere i finanziamenti e non le Corti dell’Arte, ma la leva del sostegno è stata proprio questa manifestazione di assoluta eccellenza.

Questo speriamo che sia anche una spinta a non interromperne la prestigiosa serie, come più volte Felice Cavaliere ha preannunciato nelle scorse settimane. Ma lui lamentava lo scarso appoggio delle istituzioni, che invece è diventato ottimo e abbondante.  

La prefazione è stata ampia e spero non troppo noiosa, ma assolutamente dovuta. Felice conclude il suo intervento dicendo: “… noi crediamo nella dimensione formativa della musica” e come sempre si preserva la qualità della musica sia essa classica o popolare.

E se a questo punto ne ascoltassimo di ironica?

Gli artisti che abbiamo presentato, Biagio Bagini e Gian Luigi Carlone, si definiscono Ortisti: “Siamo orticoltori e musicisti, per cui… d’altra parte coltiviamo le nostre passioni e i nostri sogni…”

Ecco, tutto quello che i due artisti-musicisti-ortisti, diranno e faranno sarà un gioco di ruoli, di interpretazioni, di storie, di tutto insomma. Le loro canzoni si presentano con tanto di titolo ortistico, tipo “O melanzana”, “Il gatto e i peperoni”, “Metterò broccoli”, “Indecisione nell’Orto al momento della semina” e poi riferimenti a zucche, zucchine, patate, finocchi e affini.  Partendo dallo spunto di giardini di famosi personaggi come Paul McCartney, Truffaut, Damon Albarn, creano personaggi e situazioni che prendono vita come fa un seme appena piantato. Anche la parola, il pensiero sono così. Si fissano in un luogo della mente e mettono radici, fino a sviluppare piante di pensieri e di ragionamento.

Mentre vediamo tutti in bella evidenza il finocchio, il peperone, la melanzana, che, attaccati ai fili di una pianola elettrica ci fanno sentire la loro “voce”, restiamo per un attimo interdetti, poi applaudiamo divertiti, come se lo stessimo facendo per quello che vediamo, ma io credo che, inconsciamente, stiamo battendo le mani alle nostre stesse fobie. “Melanzana viola per la rabbia” “La vita in frigo è dura se hai la pelle scura”.

I due protagonisti sono dei geni folli. Ognuno per la propria arte sceglie una strada.

“Al cuore di bue che batte in ognuno di noi”… “Non escono dal seminato”… “Quelle più colte leggeranno”

Musica psichedelica, interpretazione teatrale, giochi di parole. Le storie che raccontano non possono essere solo descritte, meritano di essere viste… e assaggiate.

Vi assicuro che hanno dei testi pungenti, che testimoniano uno studio dietro ogni parola. Usano molte delle ironiche battute che si fanno tutti i giorni, ma lo fanno quasi con delicatezza, con un velo di dolcezza che dimostra quanto pesi una parola è soprattutto “come” viene espressa, con quale tono di voce, con quale melodia del cuore.

Nel contesto in cui vengono messe, nell’accompagnamento non solo musicale ma anche fisico, queste canzoni sorprendono ancora di più.

Sono tante le frasi che mi hanno colpita, che mi sono riportata, ma mi rendo conto che da sole sembrerebbero orfane.

La toccata e fuga del sax, la chitarra che sembra correre avanti per farsi riprendere, sono elementi sostanziali in questa performance originale e coinvolgente.

“… e che cavolo” Ci sono “…troppe teste con polpa dolce e idee amare”

image001Gian Luigi Carlone  alla fine dello spettacolo invita qualcuno del pubblico. Chi non vorrebbe provare davvero a scoprire dov’è il trucco di quelle verdure “parlanti”? La signora Emilia e un giovane giapponese il cui nome non so scrivere ma che lui forse traduce “Poco poco” e che ha la mano da musicista, ci danno la prova che le verdure davvero suonano. Il conciorto è reale.

Eufemia, passando, si regala un tocco da pianista anche lei, perché dietro il microfono della presentatrice, di sicuro nasconde una preparazione musicale e noi ridiamo dei regali fatti ai due ospiti improvvisati: peperone per Emilia, zucchina per il giovane straniero.

Biagio Bagini scrive anche favole per bambini e realizza programmi per loro. Non credo sia un caso. I bambini sono le nuove piante, i nuovi giardini dentro cui piantare semi di conoscenza, di convivenza, di sincerità e di speranza. Ricordiamoci sempre di essere educatori e contadini, in ogni stagione della nostra vita.

 

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