Una vita a foglietti

Invictus

downloadEra mia intenzione parlare di questo film e in qualche modo ieri l’ho fatto, ma non come avrei voluto e soprattutto non con quella motivazione. Ma non voglio continuare  a coltivare polemiche. Che ognuno resti con la propria coscienza e interrogandosi, si dia delle risposte.

Non è stato un caso che, con tutte le cose che Mandela ha fatto, il film si sia concentrato sulla vita sportiva del paese: quel rugby che divideva, ha dato alla fine la spinta per far capire che si lotta per gli stessi colori.

Dunque il film merita e i miei pensieri li raccolgo lo stesso.

Io di cose da fare ne avrei avute. La fatica di Clint Eastwood, con un grande Morgan Freeman e un emozionato Matt Damon, vorrei vederla con qualcuno che mi viene in mente pensando alla politica, a chi guida un Paese.

Vorrei guardare il film e guardarli negli occhi, sentire i loro commenti, leggere le loro reazioni e scoprire se quella cosa chiamata coscienza abita ancora lì.

Immaginarli per 27 anni rinchiusi in uno spazio che forse nelle loro case non basta neanche per la cuccia del cane, e scoprire quali pensieri avranno potuto pensare.

Immaginarli trascorrere giornate scandite da lavoro duro, catene e privazioni, e scoprire quale sentimento avrebbero generato.

Immaginarli poi riavere potere e scoprire che uso ne avrebbero fatto.

Ma badate bene, è un gioco che riguarda tutti quanti noi! Se c’è chi compie certe azioni, c’è chi glielo permette. E allora dobbiamo provare tutti a metterci dietro delle sbarre, proviamo tutti a rinunciare a qualcosa che ci piace, e scopriamo cosa succede in noi.

Quello che non sappiamo fare è vestire i panni degli altri, avere un altro punto di vista, avere prova che quei vestiti che ci passano accanto, contengono qualcosa di più che carne e ossa.

Forse in quella vita così dura, come in un campo incolto, è molto più facile vedere crescere gramigna ed erbaccia; la pianticella rischia sempre di soffocare, di non trovare acqua e spazio, ma finché avrà respiro, continuerà a lottare affinché ogni sua piccola particella possa ricevere linfa vitale per sopravvivere, perché nella sua natura c’è questo.

Così l’uomo, messo alle corde può decidere di coltivare la parte buia dell’anima e spostare la ricerca sui colpevoli “esterni”, o invece, scoprire la forza della conoscenza. E dalle parole di altri o dalle proprie fatiche, far germogliare quella pianta che diventa tronco, sostegno e forza.

Questo rende diverso l’uomo: la decisione. Noi decidiamo cosa essere. Non ci nascondiamo dietro tutto quello che sono gli altri, dietro le colpe e le mancanze della massa. Noi siamo. Unici, irripetibili. Ogni vita, ogni storia è un pezzettino nella storia del mondo. Riprendiamoci questa importanza, ridiamoci un compito che non sarà solo quello di comparse.

La vita ci vuole protagonisti sempre, in ogni nuovo giorno che ci viene donato, in ogni occasione che ci si presenta, praticamente: in ogni attimo che viviamo.

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