La Prima Comunione
Questa pagina è dedicata a una bambina e per sua privacy, ne taccio il nome. Ma è una bambina speciale, questo lo posso dire, perché è riuscita, come spesso le accade, a mettere in difficoltà questo mondo patinato, lucido, ma in realtà molto sporco e molto falso.
Il tema è la Prima Comunione e di questi tempi è più che attuale. Ogni domenica ce ne saranno decine e decine. Giovani cuori che riceveranno l’Eucarestia, il gesto che ci rende maggiormente vicini e partecipi alla vita di Dio. Una Conquista. Davvero unica e importante.
Molte volte abbiamo ascoltato dal pulpito della Chiesa e quindi dai preti, l’invito a vivere questo momento in piena sintonia con l’insegnamento della Parola di Dio, con il cuore più rivolto alla spiritualità dell’avvenimento e non con la mondanità che purtroppo da un pò di tempo sembra prevalere in questa nostra società fatta più di apparenza che di sostanza.
E dunque mi chiedo, quale occasione migliore per una comunità, trovarsi di fronte ad una piccola bimba, che si avvicina a un momento così importante ma che ne vive anche le contraddizioni con quelli che sono gli insegnamenti della scuola, della “razionalità“. Se le scienze ti parlano dell’inizio della vita con il Big Bang e i protozoi e gli organismi unicellulari e al catechismo ti raccontano che Dio ha creato l’Universo in sei giorni riposandosi il settimo e che Adamo ed Eva sono nati a “sua immagine e somiglianza”, vi sembra così strano, se segui con attenzione tutte e due le cose, che possano diventare argomenti in contrasto tra di loro? Se c’è una verità l’altra è bugia. Ci sono studiosi che filosofeggiano su queste teorie per una vita intera, meritano i salotti della nostra amata televisione, sono alla ribalta degli insegnamenti etici e poi, se questa semplice, grande, banale, profonda riflessione la fa una bambina che si interroga se è pronta a ricevere un Sacramento che non ha pienamente capito, cosa fa la nostra beneamata società? la condanna, la offende, cerca i colpevoli. E chi meglio dei genitori possono risultare gli indiziati numero uno?
No miei cari, non va bene. Io sono senza parole. Io ho vissuto questo dilemma, io so del tormento dell’anima di giovani pensieri, di piccole ma stragrandi domande che la piccola si è posta. E so che la famiglia ha chiesto aiuto alle persone che avrebbero dovuto in primis apprezzare il dubbio e subito dopo accogliere e spiegare come la fede non è sempre un fatto razionale. Possiamo trovare il collegamento storico, possiamo ascoltare testimonianze, ma se il nostro cuore non sarà aperto, non permetterà a quel seme di posarsi per poi germogliare col tempo, non ci sarà niente che potrà succedere. E la Prima Comunione significa piantare quel seme, ma se il terreno non è pronto, se non lo si è arato a dovere, non ci sarà raccolto. E i contadini che provvedono a questo sono il prete, la suora, l’insegnante! Ognuno ha un compito: arare, seminare, innaffiare, ognuno indispensabile, ognuno responsabile del proprio ruolo. Non è uno scarica barile. Non è passarsi la colpa del perché il dubbio è nato e accusare il dubbioso; è essere felici di aver scoperto un problema prima della semina, così da risolverlo senza contaminare il raccolto.
Questo fa il contadino quando getta il seme, controlla dove sta seminando: dipende dal terreno dove sarà messo a determinarne il risultato, questo insegna una parabola. E se noi lo ricordiamo, per alcuni, questi insegnamenti dovrebbero essere scolpiti profondamente nella mente e nell’anima.
Perché altrimenti siamo autorizzati a pensare che è molto più facile avere a che fare con quelli che possiamo criticare: se alla Comunione pensiamo come il giorno in cui ci potremo truccare, in cui avremo il vestito bellissimo, in cui saremo le reginette della situazione, in cui avremo il servizio fotografico e i numerosi ricchissimi regali, di sicuro non avremo tempo di poter aggiungere anche “perché” sto ricevendo tutto questo.
E non farsi domande, automaticamente, non ne fa porre.
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