Prima…
Prima di qualcosa che non so cosa sarà.
Prima di una decisione che non so cosa causerà.
Prima di dover vedere dove siamo arrivati.
Prima, aspettando il dopo che verrà.
Ho pensato molto in questi giorni: pensieri incidentati, che continuavano a sbattere ovunque rompendosi in mille pezzi e diventando dunque incomprensibili. Forse lo erano anche prima di rompersi, ma non lo ricordo.
Da quei pezzi trovo parole come dolore, pianto, abitudini, ricordi. E alcune considerazioni. Avete mai pensato a quanto è facile odiare qualcuno che non si può più amare? Quanto è facile cancellare i ricordi belli per fare spazio solo a quelli brutti?
Come si spiega tutto questo? Io me lo sono immaginato in una sola parola: sopravvivenza.
Perché è più facile spiegarsi un distacco se non ricordi le carezze, i sorrisi, il tempo passato insieme.
È più facile provare a non amare chi ti ha voluto dimostrare di non amarti. O forse è solo debolezza, è solo un castello di bugie che tiene in piedi tutto questo dolore. Ma noi speriamo sempre che anche quelle vengano riconosciute un giorno.
Poco fa pensavo a chi non ci ha dato fiducia in un momento in cui solo quella poteva cambiare tutto, ma, se ripenso ai tanti anni passati, forse neanche noi gliene abbiamo riconosciuta. Anche noi ci siamo lasciati abbindolare da quelle famose bugie, da quella costruzione di falsità che ci ha avvinghiati per così tanto tempo. Le spire del serpente.
Quali sono allora le grandi colpe? Fare del male o credere a chi ti dice che fa del bene?
Siamo caduti tutti nella stessa trappola, lasciando i fili in mano a burattinai cattivi. Quali forbici romperanno questa catena? Quella del cuore o quella della giustizia?
- Regalo e cuore
- L’America che verrà
Non lo so Paola, cosa ci vuole per rompere questa catena.
Lo hai detto tu stessa che manca la fiducia, e senza la fiducia è come non avere speranza.
E hai detto tu stessa che ci lasciamo andare alla sopravvivenza. E’ triste lo so, e siamo pure sfiniti.
E mentre i burattini cattivi prolificano, noi non abbiamo il coraggio di cambiare.
Ecco, il coraggio, ci vuole il coraggio di agire. Ma da dove cominciare?
In politica, credevo da una legge elettorale. (Non so ancora se davvero cambierà qualcosa dopo il prossimo voto). In amore, credo dal non cadere prigionieri di pensieri sbagliati. Oltre che avere capacità di ascoltarsi. Buon fine settimana.
Ciao Teresa, grazie perché mi dai nuovi spunti. La mia “sopravvivenza” non è una parola di sconfitta. Anzi. Io voglio sopravvivere per combattere e ottenerla quella giustizia. In quella dall’alto, confido, per quella terrena mi rendo conto che bisogna attivarsi. E noi ci proviamo. Non lo so dove arriveremo, so che non ci fermeranno.
Buona giornata, a presto.