Una vita a foglietti

Quando le promesse diventano un piacere: “Il risveglio di Partenope” di Mariafelicia Carraturo

Ore 10,09. Ho iniziato il tuo libro poco prima delle 8,00.

Ho fatto colazione con lui, ne ho offerto pezzi come di biscotti a mio marito e a mio figlio, con il quale ho aggiunto qualche riflessione privata.

Ho viaggiato, ho pianto, ho sorriso, ho trovato pezzi di vita che non mi hanno sorpresa, ma che mi hanno dato conferme e gioie.

Mi sono interrogata sul tempo che ho impiegato a leggere, che può sembrare troppo breve perché l’ho finito o troppo lungo per quanto me ne sono concessa a dispetto di potenziali altri impegni. Semplicemente non avevo nessuna intenzione di smettere e non mi sono privata di pause per prendere qualche appunto, per riflettere sorridendo, per scrivere in diretta proprio a Mariafelicia.

Tempo: troppo, troppo poco, che significa?

Io ho bevuto queste pagine perché il loro contenuto lo immaginavo, lo pregustavo, lo desideravo, in fondo lo conoscevo e ne pretendevo i dettagli.

Ma per chi non ha mai riflettuto sui concetti di cui parla Mariafelicia, immagino si debba impiegare un tempo diverso. Forse le pause devono essere più lunghe. Come il Cammino di Santiago che inizia difficile, doloroso, sofferto e che poi regala molto altro!

Quante cose troviamo in questa vita? Sembra quasi un diario, che apparentemente si sofferma molto di più sui traguardi che sulla strada che ha percorso per raggiungerli. Il rischio quindi, troppo spesso, è non cogliere la vera natura delle parole, delle esperienze. Ma fermarsi alla patina superficiale sarebbe un inganno.

Mariafelicia dice ciò che tutte le persone che decidono di vivere, dicono. Ma dopo averlo fatto. E questo smussa tanto gli angoli delle difficoltà.

L’oppressione e la poca considerazione della vita di “mamma”, o da donna in carriera aprirebbero, da sole, pagine e pagine di osservazioni sociologiche, sulla parità, su un femminismo strumentalizzato.

I giorni che passa lontana dai suoi figli, nel libro, scorrono in una frase. Per una madre durano ogni secondo di quei giorni.

I suoi 3 minuti di apnea, per noi sono lo spazio di una pubblicità: per lei sono la tappa di un lavoro fisico e mentale di anni. Sono l’appagamento, sono la vita, sono la sua essenza.

E ancora il tempo. Protagonista assoluto delle nostre vite. Quando arriva il tempo per capire? Quello per crescere? Quello per decidere? Quello per amare? Quello per trovare un Dio?

Quando è il tempo di vivere?

La risposta che darei è: SEMPRE, ma non è sempre quello che facciamo.

E riflettiamo su questo anche grazie alle citazioni che Mariafelicia ha scelto. Se ve le riportassi, già si ritroverebbe l’essenza del suo sentire, ma non è così scontato neanche questo. Le citazioni lette per caso, o peggio ancora, messe per caso perché sono famose, non restano.

Diverso trovare in quelle brevi frasi il senso di ciò che hai già fatto e farle tue perché raccontano una tua verità, perché nel contesto in cui le inserisci doni loro una lettura, un senso, uno spessore completamente nuovo.

Diventano davvero perle di una collana che hai disegnato tu; le pietre della strada su cui hai camminato. Testimonianza di una vita che ha avuto la pretesa di essere compresa e vissuta.

E ciò che incontriamo nel nostro percorso, nel “bene e nel male”, non è mai un “caso”. Siamo solo noi a guardare “il bene e il male” con gli occhi giusti o sbagliati.

Mariafelicia ha compiuto imprese straordinarie per le quali il mondo intero la ricorderà.

A me piace pensare che la sua impresa più bella sia stata quella di regalarsi, attraverso i suoi record, la vita che voleva e di farcene dono.

Perché l’obiettivo non è diventare campioni in qualcosa di necessariamente particolare, piuttosto essere i primi nella vita che ci è stata donata.

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