Una vita a foglietti

Rassegna “Sipario d’inverno” – Compagnia Amici di Pregiato

siparioE’ iniziata una nuova Rassegna teatrale: “Sipario d’Inverno”. Questo è l’articolo della prima serata con l’associazione Amici di  Pregiato in “L’amico di papà” di Scarpetta.

Cava è una città che mi stupisce sempre più spesso. Ho conosciuto la passione di molti per il teatro, ma scopro che è molto di più. E’ qualcosa che accomuna tantissime persone verso quest’arte, tanto da sentire la necessità di ritagliare spazi anche per chi forse lo incontra in età più matura e anche senza ambire a palcoscenici internazionali, non lesina impegno e tempo per poter provare il brivido del sipario che si apre. E’ con questo spirito che immagino sia nata la 1° Rassegna Teatrale “Sipario d’inverno”, manifestazione che ha riunito diverse compagnie di teatro amatoriale, ospitandole al Club Universitario Cavese, con gli onori di casa fatti dalla presidentessa dell’Associazione Pierfrancesco Redi, Annamaria Garofalo, appunto per dare spazio e soddisfazioni agli appassionati che hanno scelto di dare vita ai tanti personaggi della nostra produzione teatrale.

Una considerazione però la faccio, adesso che siamo alla “prima”. Noto tante facce mai viste prima e non riconosco quelle già conosciute: ma tanta persone, siano esse amatori o anche professionisti, si sono mai chieste se unissero tutti i loro singoli sforzi e li facessero diventare uno, con un unico obiettivo, dove potrebbero arrivare e cosa potrebbero ottenere? E ho  in mente ricordi di desideri persi  negli anni passati, di un teatro mai nato e chissà se mai…  ma non è l’unione che fa la forza, piuttosto che le divisioni?

Ma intanto la Rotonda sul mare di un carissimo Fred Bongusto si interrompe, Pietro Paolo Russo presenta la manifestazione e la compagnia in scena questa sera: Amici di Pregiato in “L’amico di papà” di E. Scarpetta, anche se il primo applauso viene tributato al maestro Eduardo De Filippo, ricordando il trentesimo anniversario della sua scomparsa.

E noi ricordiamo anche che Eduardo, se è stato Eduardo, è anche grazie alla figura di Scarpetta, che non gli era “amico di papà”, ma era proprio suo papà. Ed Eduardo, come attore, tante volte ha interpretato, in persona e alla grande,la popolare maschera scarpettiana di Felice Sosciammocca, il protagonista della commedia di questa sera.

Il lavoro è stato affidato alla regia di Raffaele D’Amato che è anche il fondatore dell’Associazione Amici di Pregiato, insieme ad Antonio Santoriello e Lucio Bisogno. E’ un gruppo che nasce proprio nell’anno della scomparsa del grande Eduardo, il 1984, con lo scopo di allietare scolaresche e anziani ma che viene ufficializzato solo nel 1989 grazie a Gerardo Paolillo che ne fu presidente e regista.

I primi ad apparire sono Pasquale (Alfonso Della Porta) e Luisella (Anna Granito), lui cameriere un po’ fannullone, molto indolente, assolutamente impiccione e poco discreto, che chiede con il suo atteggiamento continua solidarietà al pubblico in sala per essere compreso e supportato per la grande pazienza che deve avere per sopportare le tensioni di casa: e la cosa gli riesce benissimo.  Lei è quella del primo inghippo, la “giovane” fanciulla che ha mentito sul suo stato civile per non perdere l’occasione di lavorare e mantenere il figlioletto avuto dall’unione con Ciccillo (Claudio Senatore), finto falegname di casa, che, anche senza sapere niente di  questo mestiere, mente a sua volta pur di vedere per qualche minuto l’amata sposa, che nel frattempo riceve le attenzioni di molti uomini di casa dalle quali si difende con astuzia.

Marietta  (Emiliana D’Amato) affezionata alla cameriera e a conoscenza della verità come la madre signora Angiolina (Carmela Giordano), è a sua volta in preda all’ansia perché innamorata del giovane Ernestino (Tommaso Tortora), ma non sa come fare per trovare il momento giusto per presentarlo al padre, don Liborio (Mimmo Rispoli), che è in uno stato di gravissima agitazione per la visita del figlio del suo più caro amico, tale Felice Sciosciammocca (Antonio Santoriello).

La signora Angiolina sarà protagonista di una serie di apprezzatissime performance mimiche, perché davvero con il volto ha saputo comunicare perfettamente i vari sentimenti che la colpivano. E la sala ha ricambiato con applausi spontanei che hanno strappato sorrisi agli stessi attori che hanno sicuramente bisogno del suo supporto. Marietta ha avuto troppo spesso gli occhi bassi, e non credo per rispetto del personaggio, perché, nonostante gli anni , i primi del ‘900, che prevedevano grande obbedienza verso la volontà dei genitori, ha saputo lottare ed imporsi per ottenere ciò che desiderava. Don Liborio è stato davvero il perfetto uomo di casa, sapendo passare da grandi esternazioni di gioia a momenti di tensione estrema che hanno messo a dura prova la sua salute, tanto da necessitare dell’intervento della dottoressa (Cristina Vigorito), breve ma molto simpatico, ma soprattutto la sua pazienza, perché per sopportare quell’eccentrico don Felice (Antonio Santoriello), davvero ce n’è voluta tanta.

Per noi in sala invece è stata una rivelazione. Un personaggio così sembra proprio costruito per quella persona e scusate il gioco di parole. Alto, magrissimo, con dei vestiti indicatissimi, ma per noi ridicoli e una pettinatura che non può non farti sorridere, è stato perfetto. Era proprio vero. Te lo potevi immaginare anche dentro casa tua che mescolava vite, cercava intrecci amorosi, prometteva fedeltà con le migliori intenzioni, ma davvero con quella ristrettezza di vedute che gli hanno fatto sempre solo immaginare il peggio e la cattiveria in ogni situazione, senza però capire che proprio don Liborio avrebbe voluto sfruttare la sua ricchezza per combinare un matrimonio con Marietta che risollevasse le finanze familiari.

Il divertimento è stato genuino, e quando si finisce con un sorriso, va proprio bene e nonostante “Felice” si chieda se loro non hanno capito niente, a noi è arrivato tutto perfettamente.

E non so perché, ma alla fine, quando non c’erano più personaggi in quegli abiti ma persone, è risultato chiaro il lavoro, la passione che tutti loro hanno profuso per ottenere risultati del genere. Certo non vengono da una scuola di dizione, alcuni dettagli possono migliorare,ma vedere persone che dedicano il loro tempo mettendosi in discussione per divertire e intrattenere un pubblico di grandi o piccole pretese, non importa, è sicuramente qualcosa da prendere come un buon esempio.

 Non c’è solo il successo come spinta al fare, soprattutto ci deve essere passione.

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