Ricominciamo…
Giornata troppo piena. Arrivano troppe cose. Qualcuna la devo buttare. I pensieri pesano.
Stamattina commentavo il “Buongiorno di Gramellini” dicendo che siamo troppo abituati alla “povertà” dei nostri governanti e quindi il nostro sdegno quasi svanisce fino al prossimo post, o alla prossima telefonata, o a … qualunque altra cosa. E poi riporto questo nostro modo di fare anche nel quotidiano.
Perché il politico fa schifo quasi sempre, ma almeno non mangia a casa con te, (precisiamo: mangia con tuoi soldi ma almeno non lo vedi ingozzare), non te lo vedi gironzolare per casa, (il televisore lo puoi tenere spento a tua difesa), non si infila nel letto con te, (ritornando all’articolo, forse gradisce qualche signorina con abitudini diverse dalle tue), insomma, fisicamente non lo subisci. E allora perché permettiamo a qualcuno di diventare nella sua pochezza, una figura da sopportare? Perché la mancanza di forza ci spinge a vivere ancora “un altro giorno” aspettando la soluzione che non sappiamo se arriverà? Perché, col passare dei giorni, concediamo qualcosa in nome di qualcuno che “non ne ha colpa”?
Sono i nostri giorni quelli che buttiamo. Perché sono buttati i giorni non vissuti. Sono buttati quelli che facciamo passare con la testa bassa, impegnate a guardare la punta dei piedi e non l‘immensità del cielo. Sono buttate le parole di giustificazione che ci raccontiamo per noi e per altri. Sono buttate le lacrime e gli sforzi che ancora si vogliono sprecare dopo anni e anni.
E sono buttati pensando che invece si può vivere amando una persona che mangia con te, che ti gira in pantofole per casa, che si infila infreddolito nel tuo letto.
Riprendiamoci i nostri sorrisi, la nostra dignità. Ricominciamo a vivere.
- Maschere
- Un piccolo dolore