Una vita a foglietti

Vladimir Luxuria – Perù aiutami tu

È stato difficile cominciare a scrivere questa recensione.

Difficile non per il tema trattato, ma perché dovevo rimettere insieme una serie di appunti che ho preso durante il “mio” personale viaggio in Perù. Perché io sono partita per davvero, con grande curiosità. Ci proverò, cominciando dal titolo, che mi era apparso prevedibile, ma che solo alla fine ha svelato il suo significato.

“Perù aiutami tu” di Vladimir Luxuria. Confesso che non è un libro che avrei comprato ma che oggi sono contenta di aver letto.

Innanzitutto parla di una terra che desidero vedere ma non so se lo farò mai e aver viaggiato con te mi ha aiutata a “sentire” quei posti senza vederli. Ed è questa la prima cosa che mi ha colpita. I luoghi che hai descritto potevano tranquillamente essere presi da un libro di storia, da Wikipedia, da ognuno di quei posti virtuali che danno informazioni. La realtà virtuale però, non ci avrebbe mai raccontato dei giochi di Luz, degli occhi del popolo peruviano, della loro bontà, della loro accoglienza. Ma soprattutto non avremmo scoperto cosa nascondi nelle pieghe della tua anima.

Parlavo sere fa con un’amica di quanto sia importante, quando leggi un libro, trovarci dentro o delle valide informazioni, o delle grandi emozioni. E qui ce ne sono. Ne ho trovate tantissime, dentro gli occhi che guardano un paesaggio, dentro le battute con riferimenti politici, dentro i ricordi che segnano una vita.

Mi accorgo che sto scrivendo cose nuove, di nuovo di getto, di nuovo rapita da quello che una vita contiene e di come sia diverso da ciò che appare.

Non sei personaggio in questo libro, sei persona. E se era un modo per presentarti a chi ti conosce poco, ti dico che hai fatto una buona impressione.

Ma gli appunti presi li trascrivo, perché credo che sia giusto ricambiare con sincerità di emozioni chi ha voluto infilare dentro un suo scritto tanti piccoli pacchetti, come regali. Non così belli da vedere, non particolarmente invitanti, ma che erano a disposizione di chi aveva voglia di aprirli per scoprirne il contenuto.

 

È il libro che scrivi perché diventi il compagno di viaggio che non hai avuto. Un viaggio solitario a cui inviti tutti, a cominciare dall’acquisto dello zaino; un modo per dire “Vieni anche tu”, una spinta silenziosa a mettersi in viaggio.

È un libro che fa di tutto per sembrare banale. Ma è un trucco, un travestimento, perché scoprirai ben presto che ciò che leggerai è tremendamente vero.

Il viaggio è un’occasione. Alcune persone vanno da una parte all’altra del mondo spesso con valigie piene e mente vuota. Altri si avviano con lo zaino, ma con testa e cuore carichi di vita. Per questi ultimi ogni occasione è momento di riflessione perché la storia dei popoli, le ingiustizie umane, la meraviglia della natura la puoi trovare ovunque. Sarà solo il modo in cui sovrapporrai tutto quanto con la tua esperienza a darti una realtà più definita, più chiara.

Ed esperienza è anche quella che sai che non farai ma che ti mancherà per sempre perché ne senti il desiderio, il bisogno come “…seguire il sorriso di un bambino…”

Un libro che racconta luoghi e persone nella maggior parte delle sue pagine e poi, in poche piccole righe, fa esplodere il silenzio di una vita.

Mentre guardo mio figlio che disegna un appartamento di 50 mq e mi spiega che i colori sono grigi perché lui oggi è un po’ nero, ma metterà un Mondrian ricco di colori alle pareti, mi si accende una lampadina su un altro estremismo che sto trovando nel tuo libro.

Hai scelto un viaggio solitario, un percorso che va lontano, che tocca antichissime civiltà, le prime conquiste che avrebbero aperto la strada ad una cultura di abusi e di violenze che non siamo ancora riusciti a cambiare. Dunque una vera necessità di approfondire, di toccare con mano ciò che appartiene ad un passato che non abbiamo vissuto ma che ci ha formati.

Tu mi sembri così. Una persona che ha scavato a fondo nel suo passato e forse ha smesso di chiedersi perché “è diversa”, ma continua a domandarsi “perché non mi accettano?”. Non c’è nulla da fare, ciò che siamo ce lo portiamo dietro ovunque. Non dipende dalla valigia che ci accompagna, se sia la Samsonite gigante o lo zaino nero comprato alla bancarella del fascista.

Tu viaggi perché hai voglia di conoscere posti, ma viaggi sola perché credi che la tua natura sia di solitudine. Eppure sei una solitaria che ha occhi per tutti e per tutto.

Tu guardi la natura, gli animali allo stesso modo in cui guardi gli uomini, la profondità dei loro occhi e la meschinità delle loro azioni.

Ma tutta questa sensibilità cosa ci restituisce? Cosa ne facciamo di così tanto sapere, di così tante emozioni se poi non riusciamo a ricevere un abbraccio, se pensiamo che non avremo mai una nostra storia a due? Domande che un cuore pieno d’amore non si deve porre. Se l’amore c’è si dona. Sarà lui, in qualche modo, attraverso gesti e presenze, a trovare la maniera di mostrarsi. Forse in modi diversi da ciò che ci aspettiamo, ma se lo conosciamo, lo ritroveremo da qualche parte.

E alla fine il titolo: cos’è? Un altro modo per distrarre i superficiali? Metterti al centro della copertina con il cappellino e i colori, i simboli e la faccina rassegnata mentre sembra che chiedi davvero aiuto, che cosa significa? Vuoi continuare a mostrare all’apparenza una certa Vladimir Luxuria e sperare intanto che qualcuno apra davvero le pagine della tua vita e legga tutto quello che realmente c’è scritto?

Tante domande, a breve spero di trovare risposte.

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