Antoine De Saint-Exupéry – Il Piccolo principe
Il Piccolo Principe è la guida della vita. E’ il libro che si deve leggere almeno una volta al mese, perché nel rumore dei nostri giorni, nella cecità in cui navighiamo, anche la memoria è breve.
E soprattutto quando lo leggi ti accorgi che non hai scoperto niente di nuovo, hai solo tolto uno strato di mattoni su quello che si è da bambini. La semplicità con cui si vedono le cose, solo per quello che sono, non per quello che i “grandi” le fanno diventare. La rincorsa verso futili obiettivi, la mania di grandezza, tutto ci spinge a cercare qualcosa, e nel frattempo, perdiamo di vista “qualcuno”.
“Addomesticare” significa rendere unica una persona, un animale, qualunque cosa che dalla massa viene distaccata per diventare appunto “unica”. Questo ha un senso. Niente altro. Dedicarsi alla nascita di qualcosa che resti nel tempio del nostro cuore. Per non dimenticare quel pianeta, quel fiore, “quello che c’è dentro” le cose, perché è più facile vedere un cappello, che non un elefante ingoiato da un serpente.
Ma essere bambino nel 1906 e esserlo nel 2012 avrà qualche differenza? Forse il disegno non espresso era già una delle limitazioni del tempo, ma restava la fantasia, il desiderio, il sogno.
Oggi cosa racconteranno questi bambini della loro infanzia? Immagineranno un piccolo pianeta nell’immensità dell’Universo? Sapranno capire giorni passati ad innaffiare una rosa? O quella scatola che proietta vite da imitare, quegli aggeggi che danno giochi in cui non c’è fantasia, faranno vivere altre vite? E forse sarà normale tra cento anni, assistere ad un nuovo Principe, forse non tanto piccolo, probabilmente più ricco e potente, più grande e forte, un po’ più da guardare che non da “ascoltare”.
- Come sarà …
- Pomeriggio al sole …