Aspettando Li Curti… Scena Teatro Cava
Il racconto di questa serata potrebbe iniziare in tanti modi, gli spunti colti sono talmente tanti e soprattutto tutti degni di nota. Cerchiamo allora di ricomporre il magico puzzle che si è creato in questo luogo nuovo che ci accoglie: Casa Apicella, palazzo antico che ricorda oltre cinque secoli di storia di questa città, durante i quali ha visto vita sociale, guerre, scuole, fino ad arrivare oggi ad essere la sede per questa nuova avventura della Rassegna Li Curti. L’idea di questa location risale all’ex sindaco Marco Galdi e bisogna dargliene atto, anche se il “battesimo” è effettuato con la presenza di due assessori della nuova giunta, Bastolla e Moschillo.
Noi nel frattempo ci siamo accomodati, siamo in ottima compagnia e l’attesa si fa lunga… ma vi garantisco che non ci si annoia. Amabili conversazioni in platea su Prevért, Montanelli, Dio, politica, figli, arte e premi ci permettono di attraversare magnificamente il tempo che ci separa da questa prima serata ufficiale, durante la quale si esibiranno gli attori della compagnia “Scena Teatro”, di Antonello De Rosa, che ha fatto partire ad ottobre scorso un laboratorio teatrale anche a Cava, duplicando una già valida esperienza nata a Salerno e che ha raggiunto anche Catania, Pisa e molte altre città, aggiungo io, saranno ben presto liete di accogliere questo nostro validissimo conterraneo.
Ma in una serata inaugurale l’apertura non può essere di quelle che passano inosservate e allora, dai balconi che ci sovrastano, spuntano trombe, tamburi iniziano a rullare e bandiere compaiono, a intervalli ritmati, nel cielo stellato di una Cava che riceve, dopo una nuova sede artistica, anche la visita dei rappresentanti dell’Ente Sbandieratori città di Cava, di cui Geltrude Barba, persona di cui sentiremo parlare molto stasera perché presente con vari titoli e ruoli, è anche Presidente. L’esibizione dei giovani sbandieratori, anche se sacrificati in uno spazio ristretto per le loro volteggianti bandiere, fa dimenticare l’attesa e ci prepara a ciò che sarà.
Antonello De Rosa, ha scelto per l’esordio del suo nuovo gruppo un autore campano, Annibale Ruccello, drammaturgo non facile, dalle qualità indiscusse, al quale solo un tragico incidente ha spezzato vita e carriera. Lui che amava girare nell’entroterra campano, alla ricerca di quelle storie vere che caratterizzano la nostra realtà, condite dai racconti di una tradizione che purtroppo rischia di perdersi tra le pieghe di una memoria poco stimolata. Ma quello che ci ha lasciato è già un ottimo repertorio e da lì scopriremo cosa succederà.
Quando si spengono le luci e piccole fiammelle illuminano il porticato, vediamo vagare personaggi in sottoveste, con calze a brandelli, urlanti e litigiose. Siamo in un manicomio e banditori immaginano un’asta di donne, meretrici che offrono i loro corpi e le loro qualità più o meno discutibili a ipotetici migliori offerenti. È l’inizio di un viaggio nella follia, un viaggio che tocca tanti porti, tante situazioni, tanti drammi: praticamente la vita di tutti i giorni! Sono molti i testi di Ruccello che vengono rappresentati, molti dei quali ovviamente “incompiuti”, tutti con un finale tragico che non viene mai completamente raccontato, ma che è lasciato lì sospeso in quest’atmosfera surreale, dove voci urlano ad un cielo muto, ridono e piangono con la stessa facilità, con l’atteggiamento tipico di quella che noi definiamo “follia”, ma che non è altro che il frutto delle nostre paure, dei nostri limiti, delle nostre angosce.
L’uomo-donna che racconta del parto e dell’omicidio-incidente del suo neonato. La madre che offende la figlia colpevole di una maternità indesiderata e poco “adatta” alla sua condizione. Il gatto “squartato” da un assassino sconosciuto. L’ambizione delle sorelle gelose coinvolte nella storia dei “piriti”. La storia della nuova Maria che riceve l’annunciazione di Gabriele mentre ascolta i Ricchi e Poveri e legge Sorrisi e Canzoni. La gelosia della donna tradita e abbandonata che non rinuncia al suo amore: a nessun costo!
Queste le trame che si sono intrecciate tra le mura antiche di Casa Apicella, che di sicuro potrebbero aggiungere molte altre storie di stoltezza umana, di un degrado accompagnato sempre da sentimenti, quanto giusti e dignitosi non lo possiamo dire.
Ma è, come dicevamo, la storia di tante vite. A noi sono state raccontate da Mario Odato, Geltrude Barba, Elisa Strianese, Rosanna De Bonis, Angela Vitaliano, Lucia Adinolfi, Mena Coppola, Valeria Palladino, Pasquale Senatore, Marco Ronca, Ivana Giuliano. Ognuno di loro, sapientemente diretto dal regista, ha avuto l’opportunità di misurarsi in monologhi che sono stati ovviamente di maggiore o minore intensità, perché c’è sempre qualcuno che brilla un po’ di più, ma stasera non siamo ancora in clima gara. Stasera c’è da apprezzare un gruppo davvero eterogeneo di appassionati del teatro che solo pochi mesi fa guardavano le scene “dall’altro lato” e che hanno deciso di mettersi in gioco con ironia e anche con coraggio. Come dice Antonello De Rosa “cerchiamo di vivere le follie che ci fanno vivere bene”. E noi siamo d’accordo. Abbiamo colto di sicuro le emozioni di tutti, a volte la voce è mancata ma non è stato motivo di dramma. La capacità di superare anche la difficoltà, rende maggiore giustizia a chi si trova da solo, davanti a tanta gente, a trovare la forza di reagire ad un momento di “pausa”.
E chi poteva arrivare alla fine di una serata magica come questa, per annunciare la nuova avventura che è partita se non Carmela Novaldi? Lei è ufficialmente la nostra presentatrice in rosso. Sorridente, emozionata, felice perché ancora una volta si trova a condividere con questo mondo, che è fatto ormai di tanti amici, il frutto di un lavoro che vede mesi e mesi di impegni, sacrifici, dedizione e vera passione da parte di tutti.
E stasera deve accogliere l’amica, l’attrice, la Direttrice Artistica, la Presidente, ma non sono tante persone: è tutto concentrato in quella piccola grande donna, sommersa da un fascio di fiori quasi più grande di lei, Geltrude Barba. Per lei ci vorrebbe una serata a parte, ma sappiamo che non sarebbe felice di una sua celebrazione, piuttosto gradirebbe vedere questo mondo, il teatro, non così bistrattato. Ma con il suo aiuto, la sua caparbietà, non abbiamo dubbi che porterà il nome di Cava davvero molto lontano.
E infatti, dal programma che viene annunciato scopriamo le ulteriori novità che ha riservato agli appassionati cavesi e non solo.
Il premio quest’anno prevede un “Aspettando Li Curti”, serate, a partire da questa, che intratterranno il pubblico nell’attesa della Quinta Rassegna Li Curti, con spettacoli di qualità e spessore.
Il 3 luglio ci sarà ancora Antonello De Rosa sempre con Scena Teatro ma questa volta con i 25 ragazzi del Laboratorio di Salerno con un omaggio a De Filippo. Il 9 Luglio tornerà la commedia di Paolo Caiazzo Non mi dire te l’ho detto che ha già riscosso un grandissimo successo nella Rassegna invernale e il 16 Luglio, alla vigilia dell’apertura del Li Curti, tornerà Pippo Cangiano, vincitore l’anno scorso come miglior attore della competizione, con la commedia Family match, insieme alla figlia Viviana Cangiano.
Partirà poi la Rassegna con tanto di gara annessa e con premi da assegnare, ma non finisce ancora qui la storia di quest’estate. Il 25 e il 26 luglio, ci sarà lo stage spettacolo Edipo Re tenuto da Antonello De Rosa. Per la prima volta a Cava si avrà un’esperienza del genere e chi è interessato a partecipare, può presentarsi da lunedì 6 luglio alle 18,00 presso Casa Apicella e troverà “portoni aperti.”
Sarà dunque un luglio ricco e denso di appuntamenti, tutti da non perdere. L’invito a partecipare è doveroso, ma vi assicuro che chi ne risulterà più che soddisfatto sarete voi. Sia come un ritorno per chi già conosce l’ambiente, ma soprattutto per chi ancora non ha avuto il piacere di assaporare la magia di questo mondo.
E poi qui, a Casa Apicella, come sottolinea Antonello De Rosa, che di queste cose è grande intenditore, “…c’è un’energia artistica straordinaria!!!
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