Chiusura Rassegna al CUC – “Le facce toste” di Castagneto
È arrivata anche l’ultima serata della Rassegna del teatro amatoriale al CUC di Cava. A chiuderla c‘è la compagnia Le facce toste di Castagneto, con la commedia di E. Scarpetta, “Tetillo”, reinterpretata dalla vulcanica regista attrice Iolanda La Ragione, che avevamo già conosciuto nella rassegna precedente.
La commedia è la storia di uno sfaccendato, Tetillo (Salvatore Di Martino), che a 30 anni viene ancora considerato un piccolino dalla mamma Donna Dorotea (Rasarianna Rosano), che crede a tutte le sue bugie discutendo per questo con il marito Don Attanasio (Vincenzo Trapanese).
La situazione prende forma quando cominciano ad entrare in scena le due cameriere Menechella (Michela Milite) e Concettina (Maria Assunta Melone), l’amico Don Arturo (Vincenzo Palombo), complice nullafacente del signorino Tetillo Felice, la finta Maestra (Arianna Giordano), che deve lavorare per aiutare il fratello costretto a mantenere la moglie, gli amici di famiglia Don Lorenzo (Adriano Buonocore) e Donna Amalia (Iolanda La Ragione), che si scopriranno molto più coinvolti negli affari della famiglia Attanasio, di quanto potessero credere! Marietta (Andreana Buonocore) e Michelina (Giovanna Consalvo), saranno “ sorelle e donne segrete” di alcuni uomini della storia, la lavandaia Barbarella (Maria Bucciarelli) una delle ultime “fiamme” di Titillo e dulcis in fundo il pittore (Gennaro Di Domenico) sconvolgerà le certezze di una vita.
Questi sono stati tutti i protagonisti di una storia divertente e molto rivisitata nella parte finale rispetto al testo originale, dalla regista Iolanda La Ragione, coadiuvata per i costumi da Giovanna Consalvo e Maria Assunta Melone, per le scenografie Riccardo Pisapia e per luci e audio da Gianluca D’Antonio.
La trama vede coinvolta la famiglia di Tetillo, che si nasconde per anni dietro finti studi di avvocatura, supportato dall’amico Arturo, con il quale prenderà ripetizioni che non faranno altro che confermare la loro ignoranza e l’assoluta mancanza di attitudine allo studio. Cosa questa che però non sfiora nemmeno lontanamente Donna Dorotea, sempre pronta a giustificare gli insuccessi del figlio che considera un bambinone da proteggere, senza accorgersi che invece, del bambino, suo figlio non ha proprio più nulla, anzi! È un dongiovanni senza scrupolo e tra le sue grinfie sono finite la cameriera Menechella, gelosa; l’integerrima donna Amalia, a sua volta vittima di tradimento da parte del marito Lorenzo con Marietta, lei stessa nella lista delle desiderate da Tetillo. A questa si aggiungerà, subito dopo un occasionale pentimento, la bella lavandaia Barbarella che non si saprà sottrarre alle lusinghe del donnaiolo.
Tutte le beghe delle famiglie coinvolte sono state presentate benissimo, grazie alle simpaticissime interpretazioni, su cui spicca quella della cameriera Concettina, inopportuna, svampita, inconcludente e poco pronta “intellettivamente”, che con le pettinature stravaganti e colorate, le entrate in scena con tanto di campanellina “annunciatrice”, ha regalato momenti di grande divertimento anche ai numerosi bambini presenti in sala.
Molto convincente anche donna Dorotea con don Attanasio nel ruolo di genitori in continua lite per quel figliolo Tetillo, che ha saputo interpretare con molta naturalezza la doppia parte di ragazzino indifeso e allo stesso tempo amante focoso che “si accende” con estrema facilità alla vista di una gonnella.
L’intrigo che nasce dalla visita di don Arturo e donna Amalia, uno venuto in città per incontrare l’amante senza sapere che anche la moglie ne avrebbe approfittato per rivedere il giovane Tetillo, è il cuore della commedia. Marietta e la sorella, l’incontro con don Arturo e Tetillo, la gelosia di Menechella, il tentativo di nascondersi di Amalia, l’ilarità di don Arturo che deride il presunto “cornuto” senza sapere che si tratta di lui stesso, fino alla comparsa del pittore che si scoprirà ex “amico” di don Attanasio, verità che sconvolgerà donna Dorotea.
Ancora una volta abbiamo assistito ad una commedia divertente, ricca di personaggi e dobbiamo riconoscere che la distribuzione delle presenze sul palco, è stata molto efficace e anche originale. Gli attori hanno continuato a vestire i propri ruoli anche dopo i saluti con momenti di fermo immagine che hanno dato possibilità di essere a tutti visibili, non sommersi e di ricevere il giusto riconoscimento dalla platea. La regista Iolanda La Ragione, che ha preso la parola per i saluti finali, ha voluto sottolineare lo spirito amatoriale di questo tipo di teatro, fatto appunto da persone che fanno altro di mestiere, ma che non risparmiano tempo ed impegno per questa passione che serve a distribuire e a raccogliere ricchezze culturali.
La cultura è stata anche il pensiero centrale dei saluti di Annamaria Garofalo, animatrice del CUC, donna che da sempre si augura l’unione tra i cavesi per difendere spazi ed idee che hanno come obiettivo un miglioramento per tutta la città, perché “solo l’unione fa arrivare lontano”.
A lei sono spettati tutti i saluti e i ringraziamenti finali vista l’assenza forzata di Geltrude Barba che, da donna impegnata nelle tante attività cittadine, ha dovuto seguire i suoi giovani sbandieratori ad Ascoli Piceno (ndr dove hanno avuto un successo strepitoso in tutte le competizioni!).
Ma siamo certi che l’esperienza si ripeterà e scriviamo questa frase come un augurio vista la situazione ancora in sospeso di questa struttura che è stata sempre al centro della vita sociale di Cava e che merita di essere rivitalizzata negli impegni e nella gestione, dato che la signora Annamaria, con tutta la passione e la dedizione che pur profonde, non può da sola reggere il peso di un impegno così gravoso.
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