Una vita a foglietti

Chiedi scusa!

Cosa significa questa frase? Cosa significa chiedere scusa? Come ci insegnano a chiedere scusa? Come viviamo il nostro dover chiedere scusa?

La prima immagine che mi viene in mente è quella di un bambino tremante, accusato di qualcosa che forse ha fatto o di cui è solo vittima, chissà, ma di fatto in quel preciso momento ha da salvarsi da una punizione, da un rimprovero, in qualche modo da una brutta esperienza.

Cosa significherà per quel bambino chiedere scusa? Forse si porterà dietro l’idea di un’abuso da una parte e di una debolezza dall’altra. E chiedere scusa, in seguito, non sarà facile, di certo non sarà un’esperienza che accetterà con semplicità.

Chiedere scusa è troppo spesso, nella nostra idea, un segno di debolezza, doversi piegare di fronte ad un altro e ammettere la sua maggiore forza rispetto a noi.

Se è questa la nostra idea, come facciamo a chiedere scusa?

Rifletto su queste due parole da quando, pochi giorni fa, ho chiesto scusa, personalmente.

L’ho fatto perché avevo sbagliato, perché ero stata arrogante, perché non avevo tenuto conto di tutto quello che invece andava preso in considerazione in quella precisa situazione.

Ho chiesto scusa e ho sentito la sorpresa nella voce della persona a cui erano rivolte, perché anche questa non è abitudine, ma eccezione.

Eppure la cosa su cui mi sono soffermata non è stata questa. Quella era la reazione di un’altra persona, qualcosa che nasceva dalla sua esperienza, forse appunto dalla poca consuetudine a ricevere scuse piuttosto che accuse.

Quello che mi ha colpita è stato il profondo ringraziamento che ho sentito dentro, nel cuore, per quelle parole che avevo sì, riferito ad altra persona, ma che erano principalmente per me.

Aver chiesto scusa mi aveva obbligata, prima, a guardare il mio comportamento.

Avevo dovuto pensare a quanto avevo fatto, a cosa mi avesse spinta a pretendere ciò che non sapevo di poter avere. Avevo dovuto fare un passo indietro, scoprire i miei errori e ammetterli. Ammettere di aver sbagliato, e farlo perché lo hai capito, perché, senza che nessuno ti obbligasse a farlo fuori di te, hai sentito come una necessità tua, solo tua.

E allora quelle scuse alla fine sono per te stessa, per quell’atteggiamento un po’ arrogante che ci prende troppo facilmente e che ci pone su un piedistallo da cui facciamo fatica a scendere, come se fosse un’umiliazione.

Invece è proprio quella la differenza. C’è scoperta nel chiedere scusa, c’è crescita, c’è obbligo di sincerità: ma tutto verso se stessi. Non siamo mai in competizione con altri.

Vorrei dirlo a quel bambino che poi diventa un nuovo adulto: non aver paura di chiedere scusa se hai il tempo di scoprire in cosa hai sbagliato. Ma lo dico anche ai grandi che gli impongono di chiedere scusa come se la punizione fosse prima di tutto il sottomettersi e poi il timore di ciò che arriverà.

Tutto ha un senso. Tutto può essere vissuto in modo diverso, speciale oserei dire, se riuscissimo a credere a quella magia che siamo, alla grandezza della gentilezza del cuore che dovrebbe arrivare prima della rabbia della mente.

Spesso nell’apparente grigio, trovi anche uno squarcio d’azzurro. Se guardi bene, se lo cerchi quell’azzurro. Grazie

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.