Giovannina
“Vieni quando vuoi. Io sono sempre qua”
Non è vero Giovannina; sono venuta stamattina, ma tu non ci sei più.
Ci siamo salutate da sole, è troppo presto per la folla.
Hai i capelli corti, in ordine, di un nuovo colore naturale. Peppe non ha saltato il suo appuntamento settimanale con te.
Ti guardo e penso. Penso ai nostri anni, ai nostri caffè al fresco, alle serate d’estate passate a raccontarci.
Di racconti ne facevi tu! Tanti. E io oggi voglio ricordare non tanto le storie pesanti, dolorose, ma la tua forza.
Lo faccio in una mattina che per me prevedeva un articolo dedicato alla “cultura”: e quale cosa migliore, per un inno alla cultura, che parlare di te che, mi permetto di dirlo con fierezza e non certo con vergogna, non avevi titoli.
Sai Giovannina, la gente ha una falsa idea della cultura. Oggi credono che saper scrivere il proprio nome e saper leggere sia tutto. Non è così semplice. Si può leggere e non capire, si può firmare qualcosa e non rendersi conto di cosa comporti quella responsabilità.
Tu non avevi di questi problemi; ma eri una persona colta. Per davvero. Tu sei andata a scuola di vita. Tu hai avuto lezioni condite di sudore e lacrime. Tu sei stata grande quando eri ancora una bambina, mentre giravi le famose “ruote” delle corderie di Santa Lucia.
Ma di queste sofferenze tu hai raccolto la gioia. Quella del matrimonio con Natale, quella dei tuoi figli, Anna, Nicola, Peppe che hai dovuto crescere da sola.
Quanta fierezza quando mi raccontavi quella vita di privazioni di sacrifici di solitudine, ma alla quale non avresti rinunciato per non creare disagi ai “tuoi” figli.
Quante persone oggi, sceglierebbero questa strada?
Noi che siamo abituati alle comodità, noi che vogliamo sempre appoggiarci a qualcuno, noi che troviamo mille motivi per non cercare la vera forza che è in noi.
E tu invece, piccola grande donna, hai trascorso i tuoi anni a macinare chilometri a piedi, a far quadrare i conti, ad amare chi ti è stato donato, chi ti aveva lasciato così presto.
Tu ci hai regalato tutto questo negli anni, lunghi, tanti, della nostra vicinanza. Ci ho ripensato in queste ore, da quando sono venuta a salutarti per rimproverarti per quella promessa che non avevi mantenuto, ma poi mi sono corretta:
“Vieni quando vuoi. Io sono sempre qua”
Ancora una volta hai ragione tu e la tua saggezza.
Tu sarai sempre qui.
- “Adagio” di Annamaria Santoriello
- Una “strana” foto di compleanno
Pare di conoscerla Giovannina, le hai dato tanto in queste parole, tutto quello che ha fatto di grande con i suoi pochi mezzi e che forse neanche sapeva di fare. Hai dato voce e titolo alle donne che trovano la forza per fare tutto perché la cercano, con caparbietà, la forza di dare amore perché ne riconoscono il valore urgente. Esempi da ricordare e da trasmettere, se ne sopravvivono…
Ci sono troppe vite speciali che si perdono nell’anonimato; raccontarle significa aver avuto il privilegio di conoscerle e apprezzarle.
Pure io ho avuto il privilegio di conoscerla attraverso il mio negozio di filati che lei intesseva incessantemente come per dare forma alle svolte faticose della sua vita . Grande donna !! Lei mi incantava con i suoi racconti d ‘altri tempi . Aveva tutta la mia ammirazione in quanto ha dimostrato con la sua vita quanto può essere emancipata una donna solo con la necessità di andare avanti senza far mai mancare l’amore alla sua famiglia e alle persone che le erano vicine . Ciao Giovannina
Orgoglioso di essere suo figlio, auguro a tutti i figli di avere una mamma come la mia. Grazie di tutto amore della mia vita ❤️