Una vita a foglietti

Gramellini e Il Laureato

gramCon qualche giorno di ritardo

Cava 8/3/14

Il pensiero e la delusione di Gramellini mi accompagnano a lavoro, a casa, al ritorno, al rientro definitivo: tutto il giorno. Il Laureato, film cult di una generazione; Simon and Garfunkel colonna sonora con Mrs Robinson e Sound of Silence: cose che appartengono anche al mio passato ma considerazioni che ognuno fa a modo proprio. Capisco lo sconforto quando dopo decenni qualcuno fa crollare quelle che sono state le tue scoperte di giovane ragazzo, sensibile ai messaggi profondi che un film poteva lanciare. Mi viene voglia però di consolarlo. Perché se dopo anni il regista spiega che nella sua testa, nelle sue intenzioni c’era l’esatto opposto di quello che è stato vissuto, questo non può e non deve sminuire la sensazione del momento. Se diamo importanza a un dettaglio, se un gesto lo leggiamo in maniera diversa dagli altri, è perché nel nostro intimo abbiamo voglia e necessità di pensarla così: la nostra verità è un’altra. L’ammissione dopo anni diventa un punto di vista, che però non deve cambiare l’effetto guida che certe considerazioni hanno in quell’età in cui formiamo il nostro carattere e il nostro modo di vivere.

Io ricordo La mia Africa, ne ho parlato tanto, ma so che tante cose di quel film non riuscirò a raccontarle. So che uscendo dal cinema quella sera di tantissimi anni fa, ho avuto chiara nella mente l’idea di un certo tipo di amore, di rispetto, di dignità, non solo di donna, ma come persona. E se anche rivederlo oggi, o scoprire giudizi diversi mi darebbe un’altra chiave di lettura, gli anni trascorsi con certezze costruite in una sala tanto tempo fa, non potrebbero mai più cambiare.

E dunque viva la libertà di pensiero, evviva noi che troviamo l’altra strada per risolvere il problema, viva noi che pensiamo ancora da soli e rispettiamo il nostro punto di vista.

imagesForza Massimo, per quel che può servire, anch’io penso che un silenzio può essere molto più ricco di parole che di solitudine.

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