Una vita a foglietti

Incontri ad Hyde Park

25/6/2018

Arrivi sul viale di Hyde Park col tuo vestito rosso cucito su un corpo ben fatto; guardi solo avanti, sei molto ben curata, non sembri una con molti problemi. E se li hai, dai l’impressione di farli risolvere a qualcun altro.

A pochi passi da te cammina una ragazzina. Decido che ti somiglia e te la faccio diventare figlia. Forse lo è, forse no. Io voglio che sia sì. La piccola, a differenza del vestito rosso, si guarda eccome intorno. È indiscreta, ha per fortuna ancora la curiosità dei bambini. Come me del resto che non ho neanche più la giustificazione dell’età!

Mi regala un sorriso e si gira tre volte per controllare se sono ancora lì a guardarla. Confermo che ti appartiene per il colore ambrato della pelle e per quello zainetto scintillante che porta sulla schiena. Di sicuro glielo hai scelto tu. Sei bella e lo è anche la piccola. Mi chiedo perché non cammini al suo fianco, perché non condividi questa passeggiata con lei e di domande me ne arrivano tante, risposte nessuna. Il mio sguardo vi segue lungo tutto il viale. Mi pento di non aver preso in tempo la macchina fotografica lasciata colpevolmente a riposare nello zaino.

A un certo punto il vestito, che è ormai una macchia rossa, si ferma: ha una posa, come la modella alla fine della passerella. Un gesto dovuto che fa parte del personaggio che interpreta. La ragazzina che aveva rallentato il passo immediatamente avanza. Nessuna parola, nessun gesto. Solo quella pausa, quel fermarsi per concedersi al pubblico più che richiamare una figlia.

Il viale è finito, i vostri colori non ci sono più e sul quel rapporto silenzioso, anche la mia penna tace.

Ma presto altri colori ispirano la mia fantasia. Da quella coppia così fredda e monocromatica, passo ad un’altra che cammina mano nella mano.

C’è un lui e una lei piccolissima. Loro di colori ne hanno tanti. La prima cosa che penso è che sia un papà single che si veste e che veste la figlia con le prime cose che trova. In due portano quasi tutti i colori dell’arcobaleno: il giallo, il verde, il rosso, i quadri con l’azzurro-viola, terra di siena, arancio bruciato e cappellino a quadretti bianco e rosso della bimba. Oltre quello striato di verde, ruggine e azzurro dell’adulto!

Anche tu mi guardi piccolina, perché stavolta la macchina fotografica l’ho presa.

Non ho voluto fotografare i tuoi occhi azzurri, la tua pelle chiara e neanche i lacci gialli delle scarpe di papà.

In compenso conservo i vostri colori che hanno il sapore di una complicità interiore che ha risvegliato l’inchiostro della mia penna.

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