Una vita a foglietti

Lettera a Renzi: l’ennesima (a vuoto)

bassottiQuesto è periodo di letterine, quelle per Babbo Natale però. Ma tu Fonzie, non mi fai proprio venire in mente il generoso, buono simpatico omone con la barba che ha a cuore la gioia dei bambini. Se dopo mesi di silenzio, preciso voluti e non perché non ne aveste dato spunti, stamattina ti scrivo è perché mi fai vomitare. Non ti sopporto proprio più. E specifico che non guardo neanche il telegiornale. Tu mi arrivi di riflesso, per radio, per commenti e in ogni salsa sei insopportabile. La tua arroganza non ha quasi paragoni.

Sai cosa ha fatto scattare l’ennesima molla di rabbia? Quelle tue parole di “sdegno”, alla notizia della strage in Pakistan. Mi inchino a quegli innocenti, come tutti immagino, ma qui da noi sai come si dice? E’ bell a fà u iall n’coppa a merd. Frase tipicamente napoletana e delicata per indicare chi DOPO fa il galletto. Ma come fai ad essere così ipocrita? Ma come fai a guardare i tuoi figli negli occhi, quelli a cui hai raccontato tempo fa (io me le ricordo quelle parole) che la politica si può fare, che bisogna credere nella classe che ci governa!

Quei bambini sono vittime di tutti, di questo sistema che finge di nascondersi dietro religione, trattati, ma è solo un gioco di potere economico. E  quelle sono vittime accertate. Ma quanti altri bambini uccidete ogni momento quando togliete dignità alle loro famiglie, quando costringete le loro vite a fare da testimonianza continua di soprusi, violenze, aggressioni fisiche e morali. Quanti. Ne abbiamo perso il conto. Tu che avevi giurato che mai saresti salito al potere senza elezioni, non ci hai pensato nemmeno un minuto quando il caro vecchio padrone onnipotente Giorgio ti ha fatto salire gratis sulla giostra. Tu che avevi promesso riforme elettorali, scuole migliori perché solo dalla cultura nasce la libertà, cosa hai fatto? Per la cultura ci hai regalato Benigni? Io non l’ho sentito, ma voci di corridoio hanno citato i Dieci comandamenti, elogi alla libertà… Nei comandamenti ce ne sono alcuni che voi avete cancellato: NON RUBARE e AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO. Voi sapete solo rubare, per dimostrare che non amate neanche voi stessi. Chi si ama fa i conti con la propria coscienza, chi crede in Dio, si prepara ogni momento della sua vita, perché ogni istante può essere quello giusto per essere richiamato e dare conto di ciò che si è fatto. Voi non date questi esempi. Voi ci costringete a vivere in uno Stato mafioso. Gramellini ci ricorda che lo Stato siamo noi: giustissimo. Praticamente una famiglia allargata. Ma nelle famiglie, chi sbaglia paga. A noi arrivano bollette in cui qualcuno ovviamente chiede soldi arretrati perché “ricontrollando” conti di 4-5 anni fa, scoprono che hanno sbagliato e quindi? IO PAGO? A casa mia se sbaglio io pago io, e invece voi che fate? Pretendete “un pizzo”, perché io non posso contestare quello che tu dici e non posso evitare di pagare altrimenti mi lasci senza fornitura. Ma come ti posso credere? E’ uguale a chi bussa alla porta del negozio e dice “pagami che ti proteggo”. Uguale. E allora dov’è quella tua voce assatanata adesso? Perché non gridi anche per me, anche per noi, che anche se siamo ancora vivi, tu e i tuoi compari ci uccidete ogni giorno, un pezzettino alla volta. E’ una tortura continua fare i conti con i problemi del lavoro, della sopravvivenza, della pochezza, dell’ignoranza e della violenza che subiamo  e da cui non sappiamo ancora difenderci. Hai minacciato con la stessa voce arrogante che per sperare di vederti lontano da quella poltrona dovremo aspettare il 2018. Ma ti rendi conto? Tu che non sei stato voluto dal tuo paese. E non mi dire che hai vinto le primarie con il PD. Da quando in qua le primarie di un partito determinano il Presidente del Consiglio? Sarà ignorante ma credo che non funzioni proprio così. Ma con il presidente che ci ritroviamo, che prima con Monti, poi Letta, ora con te, anche l’impossibile è diventato possibile. E non finisce qui. Ma è vero che stai pensando di parlare con mortadella per la successione al king Giorgio? Mamma mia, Dio ce ne scampi e liberi. Una delle figure più anomale, anzi un’altra delle figure vergognose della nostra storia che torna alla ribalta. Ma Prodi non è quello dell’IRI?, Non è quello dell’euro che doveva cambiare le nostre vite. Ah sì, in questo ha mantenuto la promessa. CI HA DISTRUTTI. 

Finitela. Gli 80 € truffa, le pensioni che non vi togliete, le leggi che non ci tutelano, i sindacati che sono la nostra rovina. Ma ci pensate che non può esserci operaio libero di non avere tessere del sindacato all’interno di una fabbrica? Ma questa non è violenza? E noi ci permettiamo di dire che viviamo in un paese libero? Allora non è poi tanto assurda la frase che si sente dire in giro: ci vuole una dittatura! I benpensanti diranno che sono pazza. Ma io dico che siamo ipocriti. In una dittatura ci viviamo già. Noi non siamo liberi di ricevere benefici da uno stato che preleva sangue dal nostro lavoro; non siamo liberi di sapere che esistono cose belle oltre ai bollettini di guerra che ci propinano a tamburo battente; noi non siamo liberi di accogliere stranieri, perché la loro gestione non è trasparente; noi non siamo liberi di credere che saremo tutelati di fronte alla giustizia, perché la legge non è uguale per tutti; noi non siamo liberi di sperare che i nostri figli potranno vivere nella loro terra: noi siamo schiavi.

Schiavi di questo potere che mostra la sua malattia come una lebbra contagiosa e la soluzione qual è? Un altro controllore, altra burocrazia, altri personaggi che si sommano ai vecchi e noi abbiamo sempre la stessa sensazione: più ne metteranno, più dovranno mangiare. E allora cosa può cambiare tutto questo, cosa può cancellare definitivamente questa classe politica a 360°, senza esclusioni? Oggi è difficile entrare in un meccanismo e mantenere la propria forma, è difficile, se pure ci sono buone persone, che riescano ad emergere. Ma vogliamo sperare che ci siano e vogliamo che abbiano spazio. Spazio pulito, spazio adeguato per cancellare la malattia di questi vecchi parrucconi, la loro cultura di accattoni, di gente senza scrupoli.

E allora vogliamo essere noi a gridare, con quanto fiato abbiamo in gola: BASTA, andate via, via dalle nostre vite, via dalla nostra bellissima terra, via dalla nostra storia che oggi potrebbe renderci ricchi. Ci fate schifo, odiamo le vostre facce, la vostra insolenza nel raccontarci bugie senza vergogna, odiamo la vostra capacità di cambiare idea e valori a seconda del vento che soffia. Andate via, fatelo anche per voi, per cercare di darvi ancora un’opportunità. Andate via al più presto, per favore…

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