Ponzio Pilato: è così lontano da noi?
Jennifer è a casa. La vestaglia non c’è, non sta aspettando Franco, Franco è arrivato. Ma c’è il telefono, quello con “i fil fracit”, quello che porta spezzoni di una vita che è fuori da quelle mura e che oggi potrebbe anche restarci. Stamattina Jennifer è cambiata. Ha infilato pantaloni, è andata a fare la spesa, ha conosciuto il marocchino, il commendatore, Giorgio e ha rivisto pure Genisa. Ha fatto una lunga scorpacciata delle sue “conoscenze”. Ha dato un volto a quelle voci che le hanno affollato la testa per tanto tempo, ha fatto quello che molto spesso in una vita intera non abbiamo voglia di fare: guardare negli occhi le persone. Quegli stessi occhi a cui abbiamo affidato il nostro cuore, il nostro dolore, le nostre speranze. Quelli in cui avremmo voluto specchiarci, quelli che dovevano essere la chiusura del cerchio: ma li abbiamo trovati “chiusi per ferie”. Perché erano anche quelli occhi di passaggio, di quelli che puoi scambiare per veri, perché ti è difficile immaginare che ne possano esistere di così “economici”.
Jennifer ha forse dovuto dare un prezzo alle sue frequentazioni; Jennifer ha forse dovuto percorrere strade di dolore e di solitudine: Jennifer ha forse conosciuto la solitudine quando era attorniata da tanta gente; Jennifer forse, ha solo vissuto. La storia vorrebbe far prevedere un “bang”, un colpo risolutivo, di quelli che mettono a tacere vite e anche coscienze, ammesso che se ne abbia sentore, ma questa abbiamo detto che è un’altra storia.
È la storia di chi vi dice che anche Ponzio Pilato ha avuto un ruolo nel cammino di Gesù. È la storia che ci ricorda la frase di Pavese : Non sei mica fascista? — mi disse. Era seria e rideva. Le presi la mano e sbuffai. — Lo siamo tutti, cara Cate, — dissi piano. — Se non lo fossimo dovremmo rivoltarci, tirare le bombe, rischiare la pelle. Chi lascia fare e s’accontenta, è già un fascista.
È la storia di chi non vuole capire che il male che permettiamo di fare oggi, domani lo ritroveremo moltiplicato fino a perderne il controllo e poi sarà disfatta totale. Per tutti.
Esiste libertà di pensiero e di espressione, ma esiste anche la capacità di saper dare il giusto peso alle parole. Quando questo sarà chiaro, allora i termini “amicizia” “rispetto” “amore” “dignità”, dovranno essere scritti con la lettera maiuscola, a mostrarne maggiore valore.
Quello che siamo, dobbiamo dimostrarlo. Il tempo saprà fare la differenza tra chi ama qualcosa e lo difende e chi ama se stesso e lo scavalca. Quella è una cosa che si chiama pubblicità e si ottiene con un semplice costo: denaro. Per questo ne serve tanto oggi nella nostra società, altrimenti i nostri slogan non verrebbero messi abbastanza in evidenza. Buona giornata:
a chi sa amare nonostante tutto.
a chi sa amare nel segreto del proprio cuore.
a tutte le Jennifer che si riconoscono in queste parole,
a chi, anche di fronte alla solitudine, non vende se stesso: è una cosa che si chiama coerenza.
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