Una vita a foglietti

Riflessioni di una serata

131023_Home_Libri_lettura_ItaliaCi sono luoghi e persone che nascono con un sogno: partire è la certezza, dove arriveranno non si sa. L’unica cosa che ci si augura è che durante il percorso ci si arricchisca di esperienze e non di fardelli.

Il progetto è sicuramente cosa ottima, avvicinare scrittore e lettore, è una necessità fondamentale per tutte e due le parti in causa: lo scrittore rimane sterile senza le emozioni del pubblico e il lettore non sempre comprende cosa c’è dietro un libro senza il confronto con chi lo scrive.

E allora cosa inceppa il meccanismo? La risposta per me è: la massa e l’ignoranza. E ognuna di questi due termini va spiegato, perché altrimenti si genera confusione, e ci si ritroverebbe a combattere la solita ipocrisia che ha arrugginito la maggior parte delle nostre cognità intellettive.

La massa non è intesa come un corpo informe, quello che nasce solo dai numeri all’infinito, no. La massa è quel numero di persone che anche se solo in due o tre, si accoda ad una situazione, ad un’iniziativa senza portarci dentro niente di sé. O meglio portandovi dentro la parte peggiore di sé: quella che vuole dimostrare di appartenere a qualcosa come numero e non come parte che si mette in discussione.

L’ignoranza invece non è l’incapacità di fare citazioni, o di sapere che esiste Borges, o Soriano, o Calvino o chi volete voi, no. L’ignoranza è ignorare che si possa sempre crescere, che si possa sempre capire qualche altra cosa, che non c’è persona che ha il dono di sapere tutto e di essere depositario di verità assolute. L’ignorante è colui che vuole essere in primo piano senza aver niente da mostrare; è colui che scavalca le regole e cerca scorciatoie per fini personali; è colui che predica bene e razzola male. E tutto questo lo maschera dietro un ruolo, dietro delle parole, dietro una presenza fisica che è però assenza mentale.

Sto cercando di dare un senso a ciò che penso, ma sento che non è facile, perché il problema è un po’ più antico, nasce da riflessioni diverse. Cosa cerchiamo in un libro? Cosa vogliamo scoprire di nuovo dentro altre parole? Cosa siamo disposti ad imparare da un’altra persona? Cosa vogliamo da chi ha già raggiunto “il successo”? Ho visto persone che anelavano ad una dedica sul frontespizio di un libro da portare a casa come un trofeo conquistato. Come se il nome dell’autore scritto a penna, sul tuo libro, significasse che a casa ti sei portato anche lui. Non è così o non è completamente così. Ti sarai portato a casa l’autore se avrai rispetto del suo libro, non solo per amarlo, ma anche per criticarlo. Quante cose possono piacere o meno, quante cose possiamo condividere o no, ma tutto questo deve essere accompagnato da una personalità, da una base di vera coscienza; non ci basta il sentito dire, non ci servono le frasi fatte.

A volte un progetto prende una bellissima piega e tu che hai dato il cuore e l’anima per vederlo muovere i primi passi, pensi e speri che tutto si stia incanalando per il verso giusto, ma poi una crepa, uno strappo, mettono a nudo una serie di mancanze, di insoddisfazioni e ti chiedi dove, come, quando hai sbagliato. Cosa è cambiato dal messaggio iniziale per essere poi arrivati a inciampare nelle nostre stesse parole, a rimanere prigionieri della nostra stessa presunzione. E’ difficile camminare compatti, un battaglione per muoversi all’unisono fa ore e ore di addestramento. Non so quanto si deve sudare per mettere insieme corpi e menti e cuori che abbiano lo stesso passo, lo stesso obiettivo, la stessa voglia di conoscere per un fine personale di miglioramento e non da dimostrare e mostrare come un trofeo.

La lettura è una conquista, una ricerca personale, un desiderio di evasione… è tante cose la lettura; è un universo che può aprirsi davanti ai nostri occhi, come può essere la delusione che chiude tante porte. Può essere tanto, tutto e miseramente può diventare niente.

Ed è questo che va affrontato: il percorso che una lettura ti fa compiere. Non solo del testo classico che pure è fondamentale, ma di ogni scritto che merita una riflessione, che lascia una traccia nella tua testa, che fa nascere un’emozione che conservi nel cuore. Un libro è un amico se lo sai scegliere, se lo guardi con gli occhi giusti, non è lo strumento per arrivare da qualche parte: né nel circolo dei letterati, né nell’elite della Kultura di successo.

Un libro è un fatto intimo, privato che poi dopo, in un altro momento, puoi condividere con gli altri.

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