Un po’ per gioco, tanto per passione, un po’ per eleganza, tanto per solidarietà. All’Atélier Anter una coloratissima sfilata di moda per le popolazioni terremotate.
Una stessa serata, due modi per raccontarla. Ospito Teresa D’Amico sul mio blog con molto piacere e lascio a lei le prime parole. Vissute e interessanti, come sempre.
L’atmosfera è stata briosa domenica 14 maggio nel nostro atélier Anter, dove ho avuto il piacere e l’onore di presentare una manifestazione originale e interessante, organizzata in sintonia con l’Associazione Maric: un misto di Moda, Arte, Musica, Cultura e Solidarietà: il tutto era infatti finalizzato alla raccolta di fondi attraverso il libro “Oltre le pietre” per la costruzione di una Casa della Cultura nella ricostruenda Accumoli.
È stata arricchita dalla lettura di poesie a tema, e qui devo dire grazie a Franco Bruno Vitolo, che rende più bello ogni foglio scritto, e dal connubio con altre forme di arte quali la musica di Alfredo Capozzi, le foto di Gaetano Clemente, le riprese di Ele Raiword, i quadri di alcuni artisti del Maric, gli abiti di Anna Morra, l’abito scultura di Mario Formica, le cravatte di Franco Porcasi.
E’ stato un onore per me presentare nel mio negozio tanta originale creatività.
Anna Morra trasferisce i disegni dei suoi quadri su preziosi tessuti dando vita ad abiti setosi, leggeri e fluttuanti dai colori dalle tonalità affini, pennellate dalle sfumature cromatiche delicate o sgargianti. Oppure misti. Capi dai modelli semplici e raffinati. Molto più belli indossati che vederli sulle grucce.
Mario Formica ha presentato un abito con parti meccaniche, schede di computer e altro. Io per prima avrei detto: che immettibile novità in passerella! Per poi riflettere e cercare di capirne il messaggio. Questo non è un abito da portare addosso, è un abito che si fa notare per la sua stranezza perché vuole parlarci di qualcosa. Quelle parti di rifiuti tecnologici, quei rottami, quello scarto, può diventare altro. Forse deve, diventare altro. E questo Mario Formica lo vuole sottolineare. Quindi mi fa pensare all’attenzione per la natura e per il riciclaggio dei rifiuti, ma anche alla continuità, come a dire che dal caos può nascere un nuovo ordine. Insomma un abito come messaggio, una composizione artistica che si sottopone al giudizio, che ci fa riflettere. A ognuno il suo pensiero, quindi. Questa è l’arte, per chi la fa e per chi la guarda: esprimere un pensiero e invitare alla felicità del pensare.
Franco Porcasi e le sue cravatte dai disegni geometrici astratti e dai colori vivaci, lavori originali, unici, per questo preziosi e sempre attuali. Il maestro si lascia ispirare anche dall’arte bizantina e dai mosaici, creando forme raffinate e colorate sui tessuti più ricercati. Lui stesso, presente alla serata indossava una cravatta di sua creazione dal colore verde brillante molto particolare.
Per gli artisti chi non usa i colori ha paura di vivere.
Benvenuti allora tra Arte e Moda: siamo pensiero, fantasia, creatività, allegria.
Avrei aggiunto desiderio. La moda nasce da un desiderio, dalla fantasia, da un pensiero, dalla voglia di qualcosa di nuovo. Ed è allegria, è futuro, anche quando guarda al passato è solo per prenderne spunto, per rielaborare e riproporre rivisti e corretti, i modelli che hanno fatto la storia del costume.
La moda sono io con un po’ di ironia
Questo per dire che non bisogna prendere le proposte moda come un dogma. Assolutamente no. Dobbiamo guardare e saper scegliere e decidere se adatte a noi, al nostro modo di essere, al nostro stile, alle nostre esigenze, al nostro gusto. Il tutto è un sottile equilibrio tra personalità ed eleganza, tra cultura e conoscenza. E se si ha personalità, si è capaci di portare addosso qualsiasi abito. L’abito comunica e dice molto di noi anche se l’essenziale è quello che facciamo e non l’abito che portiamo. L’abito fa il monaco? Si, se vedi uno con il saio credi sia un monaco. No, il finto monaco potrebbe aver rubato il saio. Ecco un esempio per ribadire che quello che ci identifica non è l’abito, come sembra al primo approccio, ma quello che facciamo. Dobbiamo quindi usare la moda a nostro piacimento, senza lasciarci possedere da essa. E non lasciamoci intimorire dalle donne perfette che si esibiscono per mostrare una nuova collezione, quello è spettacolo, è comunicazione che noi dobbiamo valutare con la capacità di scegliere.
Senza tutto questo la moda non avrebbe il fascino che vuole avere.
La moda non è moda senza di te e una strada.
Siamo noi che alimentiamo l’industria della moda. Senza di noi che scegliamo e portiamo in giro gli abiti nuovi, i nuovi colori, i nuovi modelli, la moda non avrebbe senso. Non siamo mica fuori dalla scena? E’ grazie a noi, ai nostri acquisti, che il sistema moda progredisce. Abbiamo il potere di decretare se un modello è bello o sarà un flop. E siamo parte importante dell’economia del fashion.
Sono di moda se… Scelgo cose che mi fanno “STAR” bene.
Devi vestirti e sentirti una Star tutte le volte che scegli un abito che ti piace, che ti fa stare bene con te stessa e con gli altri.
Sono di moda se…Amo-Sogno-Leggo-Rido-Spero
Una persona capace di amare, sognare, ridere, sperare, è certamente una persona migliore ogni volta, ed è una persona che ha capito molto del senso della vita, è una persona che sa il valore del dare e del fare, è una persona che sarà sempre di moda (Teresa D’Amico – Foto di Franco Bruno Vitolo)
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Ad integrazione della nota di Teresa D’Amico sulla manifestazione, il mio commento “emozionale”
Si può scrivere di una serata per una persona, per un progetto, per un avvenimento particolare, per raccontare di un momento di gioia. Si può scrivere sempre.
Domenica siamo stati al negozio Anter di Teresa D’Amico perché lei aveva preparato per i suoi amici clienti parenti conoscenti una serata speciale. Una serata che raccontasse gioia e che donasse colore a chi di gioia ne ha persa un bel po’ e che di colori ne ha visto uno solo per molto tempo: il grigio.
Lo spunto è sempre il libro Oltre le pietre, ai fini della raccolta per la costruzione di una Casa della Cultura ad Accumuli.
Teresa è donna che si occupa di moda da sempre. Stoffe, abiti, modelli sono il suo pane quotidiano, ma nel tempo ha dato a tutti questi “oggetti” un soffio di umanità. Ha voluto che la moda non dominasse la sua vita e quella delle sue clienti e ha imparato ed ha insegnato che vestirsi è un’espressione personale e tutto quello che è diventata sua filosofia di vita, lo ha raccontato attraverso poesie, che non sapeva di aver scritto, e lo ha fatto indossare a delle giovani modelle, che hanno sfilato per noi “per gioco”.
Gioco. Vi sembra una parola che si può ben sposare con l’obiettivo della serata? Il terremoto, il grigio, il dolore, la disperazione… Io dico di sì. Perché non c’è niente di meglio di un sorriso per scacciare le lacrime che ti spuntano al ricordo del dolore, non c’è niente di meglio di un arcobaleno a dare la speranza che il cielo tornerà ad essere azzurro, non c’è niente di meglio che una musica vitale a coprire il boato della terra oltraggiata che ci richiama al nostro giusto ruolo: viandanti.
L’uomo non è padrone di nulla, l’uomo può scegliere se capire e apprezzare questo luogo meraviglioso che ci ha accolti e lavorare per mantenerlo sano per chi dovrà ancora venire. Eppure la storia sottolinea troppo spesso solo la grande avidità di chi sfrutta e lascia il nulla alle sue spalle, mentre invece ci sono persone che lavorano per permettere che la terra parli, sussurri le sue verità, piuttosto che essere obbligata ad urlare la sua rabbia.
E qui, in questo negozio trasformato in passerella, abbiamo visto molto di questo spirito “colorato”.
Grazie a Teresa D’Amico, a Franco Bruno Vitolo e le sue letture “vissute”, a Vincenzo Vavuso e il suo sogno, a Anna Morra con le sue tele colorate che racconta la storia della terra e che ha riportato sui vestiti che indossa e che fa indossare, alle cravatte di Franco Porcasi, a Rosanna Di Marino e ai suoi quadri, alla musica, ai coriandoli, alla gioia che può nascere per cancellare il dolore.
Insieme. Non è mai la solitudine a portare miglioramenti, anche se imparare ad aprire il proprio cuore non è cosa che riesce facilmente. Non a tutti. (Paola La Valle)
- Gli abbracci del dolore
- “Un viaggio nel tempo” a passo di danza
Dietro l’apparenza frivola e nonostante le sue brutture espresse appieno nel finto Made in Italy, la moda è una forma di arte ed è economia importante per il nostro paese.
Grazie Paola. Buona domenica.
E’ stato un piacere condividere la pagina e la serata 🙂