Una vita a foglietti

Associazione Cuba World, un calendario per la solidarietà.

“Tutto al femminile”, questo il tema della serata organizzata dall’Associazione Cuba World nella sala Consiliare del comune di Cava de’ Tirreni.

L’occasione nasce per la promozione di un calendario i cui proventi saranno devoluti all’Associazione FRIDA, che si occupa delle donne, delle violenze che subiscono, della solitudine che spesso, troppo spesso, le accompagna.

La prima cosa che si nota è una presenza massiccia di donne e una minoranza di uomini. Normale penserete? Forse, ma non dovrebbe essere così. Si dice sempre che le donne hanno un mondo particolare, altre sensibilità, altri occhi per guardare la realtà. Ebbene forse dovremmo fare in modo che proprio queste differenze sottili e macroscopiche venissero raccontate all’altro sesso, se da solo, a quanto pare, non è sempre capace di scoprirle. Ma sono già pensieri che corrono…

La padrona di casa è Silvia Guarino e il ruolo lo interpreta in maniera pregevole. Invita le sue ospiti, dalle rappresentanti politiche alle compagne di viaggio, con identica cordialità. Lei è una che vive la città, padroneggia le sue scelte e le sue idee. E le esprime e le difende.

Il discorso è sempre sulle donne, sulle varie associazioni che accolgono le diverse esigenze del territorio, sull’attenzione che meritano e sulla disponibilità a fare qualcosa per chi ha bisogno.

Gli argomenti si succedono, da Cuba e al suo ideale legame con Cava, Garibaldi e Fidel, il sigaro Havana e il Garibaldi creato alla Manifattura di Cava dall’esperto mondiale Giuseppe D’Amore. Paesi lontani ma che, volendo, potrebbero scoprire numerosi punti d’incontro; ragionamento che si potrebbe allargare, soprattutto in questo periodo, all’accoglienza. Ma questi non sono discorsi da toccare e lasciar subito cadere, ci sono risvolti ben più gravi di cui tener conto e non è questa la sede giusta.

Frida, con la sua Presidente Ilaria Sorrentino, assistente sociale, ringrazia per l’attenzione che hanno ricevuto. Attenzione che si trasforma in reale contributo economico, che è uno degli aspetti fondamentali per chi vuole aiutare e non sempre ha i mezzi per farlo. Perché numerose sono le donne che si avvicinano ai loro sportelli, anche se non tutte riescono a compiere il percorso completo per liberarsi di una situazione di violenza e degrado, come sottolinea anche la sua vice, l’avvocato Antonella Garofalo.

E poi c’è il calendario, ad opera di Ciro Pizzo, con la collaborazione grafica di Gabriella Ioele: protagonista, punto di partenza e d’incontro. Un calendario per accompagnare nei 12 mesi, per raccontare ogni giorno le varie sfaccettature di questo essere forte e fragile, bella e accogliente, dura e amorevole, madre, figlia, amante, moglie, compagna. È tutte queste cose, ma ha ancora bisogno di  doverlo spiegare. Strane verità racconta la vita!

La delicatezza di Silvia, come padrona di casa, si nota anche nella scelta del suo ospite, di altissimo spessore: Matteo Schiavone. La sua prima canzone, “La voce del silenzio”, ci dona un momento di respiro ma allo stesso tempo di nuove riflessioni. Nel silenzio si nascondono spesso le più grandi verità. Anche la performance finale, la canzone messicana, “Por amor”, grazie alla sua voce forte, profonda, appassionata, ci regala brividi ed emozioni.

Gli interventi sono stati tanti e quasi tutti meritevoli di attenzione, ma, tra tante bellissime parole mi colpiscono quelle finali di Marisa Annunziata, tra le protagoniste del calendario e valida collaboratrice di Silvia:

“Ogni mattina indossiamo la maschera del sorriso per figli, marito e pure il salumiere…”

Maschere… Io capisco quelle di cui lei parla. Sono quelle della disponibilità, del voler regalare sempre qualcosa, indipendentemente da ciò che realmente si ha. Ha iniziato più o meno così il suo saluto improvvisato ma sincero, continuando poi a spiegare lo spirito con cui tutte loro, socie di Cuba World, si sono messe a disposizione per questo lavoro che non ha voluto “ritocchi” perché è solo la realtà che va difesa. Realtà che deve essere compresa e riconosciuta da ogni donna quando si scontra con le prime violenze e le prime restrizioni che si subiscono. Non c’è forma di amore che possa giustificare un’aggressione. Nessuna.

Ma la cosa che più vorrei sottolineare, è che spesso noi parliamo di ferite che provocano lividi e ferite, ma ce ne sono anche di diversa natura. Sono quelle che nascono dalle parole e dagli insegnamenti sbagliati, quelle che incidiamo in chi ci sta accanto e soprattutto nei nostri figli; non solo quando non trasmettiamo il rispetto per sé e per gli altri, ma quando li obblighiamo a lavaggi del cervello su idee vuote, senza fondamenta. I figli, i figli di tutti, che sono il futuro, non vanno manipolati. Un genitore dovrebbe solo aiutarli a sviluppare coscienza critica, non dovrebbe riempirli di concetti che non hanno senso.

Chiediamoci perché condanniamo gli “altri” con tanta facilità e poi ai nostri figli non insegniamo a rispettare neanche il compagno di banco! Le teorie sono belle, ma diventano nostre quando le trasformiamo in realtà. Se non siamo in grado di entrare veramente nei panni degli altri, non pretendiamo di far indossare i nostri.

La comunità serve per aiutarsi a vicenda, per risolvere problemi e per condividere gioie e successi. Questa è la cosa giusta da fare. Se poi la sfruttiamo ad uso personale, allora le belle parole cadono e restano i fatti brutti, quelli che non si dicono, quelli che tutti sanno ma non si raccontano.

Allora plauso a Silvia, alle sue amiche e a chi porta avanti un’idea in maniera coerente, in linea anche con la vita che si vive lontana dai riflettori.

Abbiamo bisogno di verità. Abbiamo necessità di essere sinceri e di sapere di poterci affidare. Da soli non si va lontani, ma neanche in cattiva compagnia. E molte donne lo sanno!

 

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