Una vita a foglietti

Il compleanno ai tempi del coronavirus

Sono tre. Anche il tuo compleanno è arrivato nel tempo della pandemia e quindi sarà una festa solitaria. Di certo siamo più preparati, sappiamo bene come organizzare video chiamate, mega party a distanza, avremmo potuto anche spedirti un regalo comprato rigorosamente online, scelto con gli occhi.

Gli occhi, la parte di noi che sta sostituendo un sacco di cose.

Sono gli occhi che vanno a cercare il particolare quando ci sentiamo, sono gli occhi che provano a cogliere i tuoi centimetri in più, non il chilo, per quello mi sa che si deve aspettare o forse rassegnare.

In realtà noi già ci vedevamo poco, vivi lontano. Ma sapevamo che questa sarebbe stata una delle occasioni per noi, come poteva esserlo la Pasqua così vicina e che forse ci avrebbe concesso più giorni…

Ma è il tempo del coronavirus, di questa malattia che ci ha sorpresi e che sta creando in noi un’idea diversa del sentirci.

Noi avevamo le mani, le braccia, la bocca, il naso per accogliere il piacere di vedere sentire toccare una persona amata. Avevamo, dobbiamo usare questo termine al passato perché non sappiamo più come sarà domani.

Ma io me lo chiedo come sarà quando ci rivedremo. Le nostre corse per lanciarti per aria, lo spupazzamento dei baci, il solletico sulla pancia, i giochi infiniti e i ragionamenti testa a testa, i puzzle da completare, i palloni da lanciare, i vigili da mandare in soccorso delle persone in pericolo, i treni da far partire, le costruzioni mai finite e le letture spiaccicati sui divani.

Tra di noi ci spieghiamo un sacco di cose. Mi è capitato di incontrare tre persone che conosco in questi mesi, durante le uscite concesse per la sopravvivenza, ed è stato orribile tenersi a distanza, cercare i famosi occhi spesso nascosti anche dall’appannamento degli occhiali per noi che ne siamo “portatori”.

Ma con te come faremo? Come trattenerci da quella tua vitalità che ritroviamo in ogni cosa che parla di te? Dai video ballerini, dalle corse infinite per non farti prendere, dalla fantasie che metti nei tuoi giochi, alle osservazioni che fai sulla realtà che ti circonda. Come faremo? Tu sei uno di quei bambini abituati a far sentire la sua presenza. Tu che arrivi nelle nostre videochiamate facendo l’appello di tutti i presenti, senza dimenticare nessuno. Con le espressioni “Non ci posso credere!”, come se la gioia fosse incontenibile e scappi via.

E oggi è il tuo compleanno. Non so dentro di te cosa ti sei immaginato. Non so come reagirai ai tanti auguri che ti arriveranno da telefoni e computer. Non so come dividerai la tua torta con tutti questi assenti presenti e come faremo noi a dovere perdere ancora un’altra occasione per vedervi.

Ma adesso va così. In questa giornata che ci obbliga un po’ di più a riflettere su quanto stiamo perdendo, sperando di non dover perdere ancora di più e per troppo tempo, ti facciamo tanti auguri, noi tutti qui da lontano senza voler essere lagnosi, ma, per quell’egoismo che ci prende sempre a noi umani, sicuramente dispiaciuti.

E allora, visto che poi stiamo parlando di una festa, è meglio sognare un regalo più allegro. Con un pacco gigante che bussa alla tua porta, super incartato, super infiocchettato, dove puoi immaginare di trovare dentro tutti i componenti della tua famiglia, materna e paterna, messi uno dentro l’altro, in tante piccole scatole che dovrai aprire una alla volta, sistemando ogni nuovo ospite sul divano, fino a trovare questo grandissimo ultimo rigo in cui ti facciamo immensi auguri.

Sono solo tre anni, ma sono già stati così belli, gratificanti, pieni di sorprese, di gioia da farci avere molte moltissime aspettative per gli anni a venire. Perché ricorda che “i piccoli”, anche quando crescono, sono destinati ad essere piccoli per sempre. E i “piccolini”, portano sempre gioia.
Auguri

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