Una vita a foglietti

Premio Li Curti – L’Associazione I pensieri di Bo’ con Filumè. Una voce e mille pensieri

FilumeDa Vivimedia

Le serate del Premio Li Curti si susseguono. Siamo da poco usciti dalla corte del re Francesco e siamo rimasti sempre in quella Napoli che troppo spesso si ama e si odia allo stesso tempo. Ma il tempo, quando si parla di Filumena Marturano, è immobile, eterno. Lei è uno dei personaggio per eccellenza della commedia napoletana, un pezzo che potremmo definire “sacro” se non avessimo il timore di essere profani.

L’Associazione culturale I Pensieri di Bo’, ha pensato proprio a lei per questa seconda serata: Filumè. Una voce e mille pensieri il titolo di questo monologo interpretato da Franco Di Corcia jr con la regia di Mario Matteoli.

L’Associazione viene da Pisa e questo fa già colpisce ed incuriosisce e magari suscita qualche perplessità: ma il teatro è anche sperimentazione e la mente deve essere aperta.

Quando arriviamo, il telo che separa l’ingresso dal cortile è ben sigillato e il pubblico è invitato ad accomodarsi in silenzio e spegnere i cellulari, perché “l’attore è già sulla scena”.

Entriamo con una punta di soggezione mista a curiosità, ma quello che vediamo è un tavolo con una candela, una brocca, un coltello e un piatto ripieno di mela. Dietro la colonna del porticato a me giunge il movimento di un braccio che mi svela la presenza “dell’attore sulla scena.” (del delitto?)

La presentazione che è stata fatta dello spettacolo parla dell’importanza di una voce che può fare la differenza per un personaggio femminile interpretato da un uomo. Ma noi di questo non abbiamo già nessun dubbio. Dopo la Jennifer di Antonello De Rosa che ancora vive nella nostra mente e nel nostro cuore, come possiamo non aspettare benevolmente una proposta del genere!

E poi veniamo accolti dalle note di Mina, un “Indifferentemente” bellissima, tanto bella che dura a lungo, quasi l’intero brano… ma da Voce a voce, l’attesa cresce.

E arriva la Filumena uomo, quella che è appena riuscita a farsi sposare, con le sue confessioni su un passato fatto di dolori, rinunce, umiliazioni; quelle che una donna, costretta a fare “la vita” per sopravvivere ad una guerra, è quasi obbligata a conoscere.

Sulla storia di Filumena Marturano non credo ci sia nulla da aggiungere e da discutere ma l’adattamento fatto ad un testo così profondo, credo sia stato un “leggero” azzardo. Inoltre i tempi  di scena non erano proprio ben combinati; la Voce su cui si doveva basare lo spettacolo e la pronuncia di una lingua, come merita di essere considerato il  “napoletano”, ha mostrato delle pecche. Difficile immaginare quello che si voleva che questo spettacolo regalasse.  Sinceramente, ciò che voleva essere, forse non è riuscito ad esserlo.

Ma abbiamo detto che il teatro è anche sperimentare e da noi si dice che “non tutte le ciambelle riescono col buco”, per cui, prendendo atto che attore e regista sono di quelli che hanno un peso in Italia, forse sono io a non averli capiti, visto che i loro programmi futuri li vedono impegnati in teatri di importanza nazionale. Ma esiste la libertà di parola e di giudizio ed io, liberamente, dico che qui da noi, al Li Curti in particolare, abbiamo avuto la fortuna di apprezzare spettacoli di uno spessore e di un valore davvero elevato e forse ora le nostre pretese sono protese verso l’alto.

Ma una gara e una competizione vivono anche sulle differenze dei partecipanti, per cui ben vengano tutte le proposte che ci fanno fare osservazioni, valutazioni e ogni cosa che ci spinga a migliorare.

L’appuntamento è per il 29 Luglio con la Compagnia Avamposto Teatro che presenta lo spettacolo Virginia e sua zia per la regia di Davide Sacco.

E voi non mancate perché l’adrenalina salirà, soprattutto adesso che il gioco comincia a farsi giocare.

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